di Cipriano e Rosa Marconi
278° Reggimento – III Battaglione – 10^ Compagnia – Cuciniere
nato a Marcaria - MN 25.4.1913
Disperso in data 1.2.1943
PER RICORDARE E NON DIMENTICARE
Il Comitato Divisione Vicenza, da quando ha iniziato le proprie attività volte a ricostruire la storia “dimenticata” della 156ᵃ Divisione di Fanteria ha avuto numerosissimi contatti con famiglie di Veterani, Caduti e Dispersi con le quali spesso si è stabilito un reciproco rapporto di collaborazione, stima e spesso di amicizia.
L’ incontro con Gianfranco Castagna, nipote di Vasco, un Fante disperso del 278° Reggimento, mi è sembrato subito non fosse frutto di un semplice caso. Ne è nato infatti un rapporto di stima reciproca e di dialogo a seguito del quale si è potuto ricostruire la figura del nonno come uomo e soldato, collaborando con passione a tutte le fasi dell’analisi della documentazione e contestualizzandola al momento storico in cui veniva prodotta.
Quello che è uscito da questa ricerca mi si creda è stato fatto con il cuore da ognuno di noi e sia personalmente che a nome di Giuseppe Rizzo, il curatore del SITO Web dedicato alla Vicenza, siamo stati veramente emozionati dall’essere coinvolti a questo progetto, i cui frutti e la sintesi sono in ogni caso da attribuire principalmente a Gianfranco ed alla famiglia Castagna.
Il risultato è dunque il libro:
Gianfranco Castagna, IL MIO DIARIO DI GUERRA - Vasco Castagna, lettere dal fronte durante la Campagna di Russia con la Divisione VICENZA, www.ilmiolibro.it, 2024, Parma
Siamo certi che sicuramente anche grazie a questo impegno ora Vasco continuerà in modo più consapevole ad esistere sia nella memoria familiare che in quella collettiva. Come per la Famiglia Castagna noi del Comitato Divisione Vicenza (Mauro Depetroni e Giuseppe Rizzo) continueremo con il nostro progetto a supportare tutti i parenti dei soldati della Divisione Vicenza impegnandoci senza indugio a condividere ciò che negli anni abbiamo appreso e raccolto a beneficio della loro memoria.
Mauro Depetroni
Introduzione di Gianfranco Castagna
Le lettere raccolte in questo volume furono consegnate a mia madre da zia Maria nel 1979, dopo la morte di mia bisnonna Rosa (Maria era la sorella di Rosa).
Mia mamma poi, a sua volta, le affidò a mio padre. Non è dato sapere se lui le abbia lette, mia madre sostiene di no e, comunque, fra di loro non se n’è mai parlato. Immagino che, più o meno, in tutte le famiglie esistano argomenti tabù. Nella nostra, la vita di Vasco era uno di questi. In cuor mio credo sarebbe stato un vero peccato se mio padre avesse ignorato quei preziosi documenti nei quali il genitore raccontava in maniera semplice, concreta, esaustiva e, soprattutto autentica, i suoi ultimi giorni di vita. Si tratta di veri e propri spaccati del quotidiano dai quali emergono una moltitudine di sentimenti positivi che mio nonno ha riversato a piene mani sui famigliari, in primis la moglie e il figlio.
Tornando a quella primavera del 1979, l’unica cosa certa è che l’intera corrispondenza finì nel cassetto di una vecchia scrivania sistemata nella cantina di casa dei miei genitori. È stata mia figlia Elisa, solo pochi anni fa, a “scoprirle” per puro caso e riportarle alla luce.
Ricordo che me le mostrò con grande entusiasmo chiedendomi se le avessi lette e cosa ne pensassi. Le risposi che non ne sapevo nulla, anche perché mai, in oltre cinquant’anni, mi era passato per la testa di aprire gli scomparti di quel vecchio comò.
Quando cominciai a leggere i primi documenti provai un sentimento particolare, descrivibile come un misto fra emozione ed incredulità. Toccare quella carta ingiallita e sottile ma ancora ottimamente conservata, unitamente al pensiero che quasi un secolo prima era stata spedita dalla lontana Russia in un frangente così drammatico, mi provocò un brivido che, ancora oggi, ricordo perfettamente e rivivo con la medesima intensità ogni volta che le guardo. In quell’occasione ne lessi quattro o cinque a caso, poi le riposi nella scatola e dissi a mia figlia di rimetterla dove l’aveva rinvenuta.
Qualche tempo dopo accadde però qualcosa che mi fece cambiare idea. Successe che, attraverso la trascrizione delle lettere – dopo averle sistemate in ordine cronologico – mi ritrovai a vivere la storia di mio nonno Vasco e della sua famiglia come se la stessi leggendo in un romanzo.
Mi venne naturale immedesimarmi nello stato d’animo di questo giovane soldato che, giornalmente, scriveva ai propri affetti per condividere la sua esperienza, cercando in tutti i modi di ricevere l’attenzione che la sua condizione meritava.
Non sono uno psicologo, ma in ogni suo scritto ho trovato un disperato bisogno di affetto, oltre ad una forsennata ricerca di misericordia rispetto a qualcosa che aveva lasciato in sospeso.
Per questo ho ritenuto che quest’uomo fosse degno e meritevole di una sorta di riabilitazione postuma. Credo che nessuno, nemmeno il peggiore degli individui, meriti di essere dimenticato o, come nel suo caso, addirittura cancellato, dalla memoria dei propri famigliari. Stiamo parlando di un giovane uomo che ha perso la vita a migliaia di chilometri da casa, solo, e dopo atroci vicissitudini e inaudite sofferenze. Soltanto mia bisnonna, per quanto ne so, si è fatta carico di continuare la sua ricerca per anni, senza mai rassegnarsi fino al termine dei suoi giorni.
Un giorno parlai di tutto questo a mio fratello Francesco (anche lui ignaro dell’esistenza di quella documentazione). Dopo avergli mostrato la corrispondenza discutemmo a lungo su cosa sarebbe stato più opportuno farne. Lui si propose di eseguire ricerche in rete nel tentativo di risalire a qualcosa di concreto dal quale partire per ricostruire a livello documentale la storia di nostro nonno. Io mi sarei occupato di riportare il risultato del suo lavoro come appendice alle lettere che avevo trascritto.
Fu lui che, dall’intestazione delle cartoline, risalì al nome della divisione alla quale venne assegnato Vasco, la Vicenza e, da lì, al sito internet www.divisionevicenza.it che rappresenta una vera e propria enciclopedia dei fatti risalenti alla campagna di Russia di quella Divisione.
Da quel semplice clic ha avuto inizio la storia di questo volume. Spero potrà esistere anche una fine.
In una delle ultime lettere che ho trascritto – quella datata 4 gennaio 1943 – mi sono imbattuto nel seguente paragrafo:
«…infine, mi farebbe molto piacere ricevere un bel libro dove poter scrivere quotidianamente il resoconto di ciò che accade al fronte giorno per giorno. Lo intitolerò «IL MIO DIARIO DI GUERRA».
A quel punto, con un misto di orgoglio e commozione, ho pensato: «carissimo nonno, ci sono voluti la bellezza di 81 anni ma, alla fine, il libro sul resoconto della tua esperienza, ha potuto vedere la luce».
Spero di aver fatto un buon lavoro.
Un bacione nonno, da tuo nipote Gianfranco
NOTE DEL COMITATO DIVISIONE VICENZA
Nel libro di Gianfranco Castagna, IL MIO DIARIO DI GUERRA, abbiamo ricostruito gli spostamenti della 10ᵃ Compagnia del 278° Reggimento e tramite le lettere abbiamo evidenziato in corsivo alcuni dettagli interessanti sia sulle località da cui sono state scritte che su particolari accadimenti nel quotidiano.
Della 10ᵃ Compagnia aggiungiamo che l’unico Ufficiale, dei sei in organico, che siamo riusciti ad individuare è il Sottotenente Angelo BATTISTI cl.1914 (da Milano), rientrato vivo in Patria dopo il ripiegamento dal Don, il quale nel 1955 è stato insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Il libro pubblicato:
Gianfranco Castagna, IL MIO DIARIO DI GUERRA - Vasco Castagna, lettere dal fronte durante la Campagna di Russia con la Divisione VICENZA, www.ilmiolibro.it, 2024, Parma
può essere acquistato cliccando qui