277° Reggimento - III Battaglione - 11ª Compagnia
Trasferito al 156° Ospedale da Campo della 156ª Sezione Sanità, come Aiutante di Sanità
nato a Tomo- (Feltre) 1922
Rientrato vivo dopo il ripiegamento dal Don
Carlo Balestra, appassionato di storia, in particolare quella degli Alpini, ha prodotto numerose pubblicazioni di testimonianze di veterani italiani della seconda guerra mondiale. Nel suo libro FRATELLI NELLA NOTTE, (Danilo Zanetti Editore, Rasai di Seren del Grappa - BL, 2006) ha voluto raccogliere le testimonianze dei reduci feltrini, rendendo loro omaggio e tramandandone la memoria alle generazioni future.
Nel suo libro alcuni anziani reduci raccontano la loro avventura con drammatiche testimonianze del passato. Con lo zaino della vita carico di anni, desiderano lasciare l’eco delle loro sofferte esperienze alle giovani generazioni, per ricordare che la guerra è sempre una terribile sventura e che la pace è un bene irrinunciabile per tutti i popoli. Uno di questi, il feltrino Florio Zatta, intervistato racconta uno spaccato della sua esperienza al Fronte Russo che si risolve positivamente grazie al fortuito incontro con il medico concittadino dr. Sisto Zancanaro, anche lui nella Divisione Vicenza come responsabile del 161° Ospedale da Campo.
Doverosamente un ringraziamento a Carlo Balestra per aver concesso di condividere questo suo racconto e poterlo pubblicare nelle STORIE del nostro progetto.
QUEL VIAGGIO IN TRENO
Partii per la Russia dalla stazione di Brescia. Facevo parte della Divisione di fanteria Vicenza, 277° Reggimento, III Battaglione, 11ª Compagnia. La nostra divisione doveva avere compiti di presidio, io ero tra i più giovani: la maggior parte dei miei commilitoni era trentenne ed alcuni anche più anziani. Il nostro armamento era prevalentemente individuale, l'equipaggiamento scarso: cappotto di lana autarchica, fasce, scarponi leggeri. Tutto questo si sarebbe rivelato tremendamente tragico. La mia Compagnia era costituita da circa 220 uomini ma dopo la disastrosa ritirata rientrammo in Italia solo in 19. Io ero fra questi fortunati! In Russia la Vicenza era schierata alle spalle dei reparti alpini che si trovavano sul fronte del Don. Successivamente venne spostata sulle posizioni della Julia, che era impegnata a tamponare la falla creatasi nelle linee della Cosseria.
Un giorno il mio comandante mi chiamò, dicendomi che ero stato richiesto come Aiutante di Sanità dal Capitano Medico Sisto Zancanaro, il quale stava approntando un ospedaletto da campo ed aveva assolutamente bisogno di uomini. Avevo conosciuto il dottor Zancanaro per puro caso, prima di partire per la Russia. Ricordo quell’incontro che avvenne mentre stavo tornando a casa in treno ed ero seduto su un sedile di fronte a lui. Vide le mostrine sulla mia divisa con i colori della divisione Vicenza e mi chiese di dove ero. Gli risposi che abitavo a Tomo di Feltre. Dopo un dialogo cordiale mi disse: “Vedrò di aiutarti.". Ecco spiegato il motivo per il quale andai a finire in un Ospedale da Campo nelle retrovie. Dopo lo sfondamento sovietico, ricevemmo l'ordine di ritirarci. Eravamo nella zona di Podgornoje e i Russi avevano sistemato sulle colline dei carri armati, ne contai diciassette. Zancanaro intanto ci aveva fatto salire su un'autocarretta con l'insegna della Croce Rossa e, anziché andare subito ad Ovest, ci fece fare un giro vizioso per evitare il nemico. Faceva molto freddo. Sul cassone eravamo diciotto soldati, avevamo un po' di viveri e il cognac dell'ospedale. Ad un bivio incontrammo un posto di blocco tedesco. I militari non volevano farci proseguire senza un lasciapassare e allora il dottor Zancanaro si mise quindi in contatto con il generale Nasci per farsi dare un salvacondotto.
Finalmente riuscimmo a ripartire. Lungo il percorso sostammo in un'isba per riposare, eravamo infreddoliti e affamati. Ricordo che i proprietari dormivano sopra alla stufa e che gentilmente ci cedettero i loro posti. Al mattino, prima di partire, ricevemmo in dono alcune galline e nel salutarci ci dissero: "Italiano bono, no Tedesco!".
La sera prima di dormire, mi ero tolto le scarpe, per il dolore causato da un principio di congelamento. Al mattino non riuscii a rimetterle e fui costretto ad avvolgere i piedi con delle pezze ricavate da una coperta.
Raggiungemmo l'ospedale di Kharkov, dove venni ricoverato e curato.
Qui seppi che la divisione Vicenza era stata completamente distrutta.
Devo quindi la mia salvezza a quell'incontro fortuito in treno con il dottor Zancanaro.
Florio Zatta
Note del Comitato Divisione Vicenza
Il Capitano Medico (Alpino) dr.Sisto ZANCANARO da Incino d' Arsiè (BL) è stato il Direttore Responsabile dell’Ospedale da Campo 161° della Divisione Vicenza al Fronte Russo da cui è rientrato in Patria dopo il ripiegamento. Successivamente i fatti dell’8 settembre riprese la professione di medico a Feltre, città nella quale è stato a lungo il Presidente della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Alpini.
Il 161° Ospedale da Campo ha inviato in Russia un organico di 62 uomini di cui 5 Ufficiali e 57 Sottufficiali, Infermieri, Aiutanti di Sanità e barellieri. Dopo il ripiegamento si contarono 31 Caduti di cui 17 Dispersi e 14 deceduti in prigionia.
Il III Battaglione del 277° Reggimento, in seconda schiera alla Cuneense, venne completamente sopraffatto nella notte tra il 18 e 19 gennaio 1943 in località Popovka mentre era in retroguardia Divisione Alpina durante le fasi di ripiegamento. Pochi furono i superstiti.
Di Carlo Balestra si segnalano le seguenti pubblicazioni nelle quali vengono raccolte delle storie di uomini della Divisione Vicenza:
Carlo Balestra e Italo Riera, ERAVAMO NOI -Testimonianze di reduci della seconda Guerra Mondiale, Danilo Zanetti Editore, Rasai di Seren del Grappa (BL), 2007
Carlo Balestra, FRATELLI NELLA NOTTE, Danilo Zanetti Editore, Rasai di Seren del Grappa (BL), 2006