L’argomento relativo ai Cappellani Militari della Divisione Vicenza era stato affrontato dall’allora Presidente dell’U.N.I.R.R., ingegner Gianfranco Vignati, che nelle sue ricerche era riuscito ad individuare tre nominativi. Successivamente la sua scomparsa si è voluto, non con poche difficoltà, cercare di continuare la ricerca. Oggi a seguito di questo impegno si dispone non solo di tutti i nominativi ma anche delle biografie, notizie e fotografie dei sei religiosi che assieme agli altri uomini della Divisione “martire” hanno vissuto l’epopea del Fronte Russo e di ciò si desidera portare a conoscenza in questa articolata monografia nel nostro sito www.divisionevicenza.it a dimostrazione che in ogni caso la Divisione Vicenza era composta da uomini e dietro ad ogni nome vi è una storia personale, una famiglia, un volto e che proprio grazie al nostro impegno, oggi non saranno più dimenticati.
Nato a Spianate di Altopascio in provincia di Lucca l’8 marzo 1916 e appartenente alla Diocesi di Pescia. Si dice testualmente nel suo Notiziario Matricolare :
Assunto in temporaneo servizio per esigenze di carattere eccezionale per l’Assistenza Spirituale presso il R.E. quale Cappellano Militare di mobilitazione assimilato a Tenente ( disp. 2845/s.c. del 13-5-1942 dell’Ord. Mil. ) il 18 maggio 1942
Tale presso l’Ordinariato Mili. Il 18 maggio 1842
Sottoposto a visita collegiale presso la C.M.O. dell’Osp. Mil. Di Romas è stato riconosciuto idoneo al servizio militare incondizionato il 22 maggio 1942
Assegnato al 277° Rgt. Fant. “Vicenza” ( Centro di mobil. Dep.to 25° F’tr. in Cevignano il 22 maggio 1942
Tale presso il Centro di mobil. Dep. 25° Fanteria in Cervignano il 25 maggio 1942
Tale giunto al 277° Rgt. Fanteria “Vicenza “ mobilitato il 26 maggio 1942
Tale in territorio dichiarato in stato di guerra .
Partito per il fronte russo col 277° Rgt.Ftr. “Vicenza” varcando la frontiera del Brennero il 10 agosto 1942
Disperso nel fatto d’armi (Russia) il 23 gennaio 1943
Nato il 7 – 6 – 1910 a Cantalupo in provincia di Alessandria.
Assunto in temporaneo servizio per esigenze di carattere eccezionale per l’Assistenza Spirituale presso il R.E. quale cappellano militare di mobilitazione assimilato a tenente ( disp. 685 /sc del 7-2-1942 dell’Ordinariato Mil.re ) il 15 febbraio 1942
E’ assegnato al 44 Raggrupp.to Art. (Centro Mobil.ne Dep.to 12 Art. di C.d.A. in Palermo ) il 15 febbraio 1942
Tale presso il Centro Mobil.ne Dep.to 12 Brg. Art. di C.d.A. in Palermo il 15 febbraio 1942
Giunto in territorio dichiarato stato di guerra presso il 44° Raggrupp.to Art. mobilitato il 16 febbraio 1942
Cessa di essere mobilitato il 17 agosto 1942
Partito dal territorio dichiarato in stato di guerra il 25 agosto 1942
Tale presso l’Ordinariato Militare in Roma “disponibile “ il 27 agosto 1942
Trasferito al 278° Rgt. Ftr. “Vicenza” ( Centro Mobil.ne 26° F.tr in La tisana ) disp. 4709 / sc . del 27 – 8 – 1942 dell’Ordinariato Militare il 28 agosto 1942
Giunto in territorio dichiarato in stato di guerra presso il 278° Rgt. Ftr. “Vicenza” mobilitato il 31 agosto 1942
Partito per il fronte russo col 278° Rgt. Ftr. “Vicenza” varcando la frontiera al Brennero il 10 settembre 1942
Deceduto nei pressi di Krinovaia fucilato da un partigiano russo il 13-2-1943
(Atto di morte n° 17029 del 27-11-1950 della Commissione Interministeriale per la formazione e la ricostruzione di atti di morte )
Nato il 25 – 1 – 1903 a Pavullo nel Frignano in provincia di Modena –
Appartiene all’Ordine Rel.so dei Frati Minori – Ordinato Sacerdote a Castel di Pietro il 2 – 8 – 1925
Assunto in temporaneo servizio per esigenze di carattere eccezionale per l’Assistenza Spirituale presso il R.E. quale cappellano militare di mobilitazione assimilata al grado di Tenente ( disp. 1425/sc del 16-9-40 dell’Ord.Mil.) il 25 settembre 1940
Assegnato al 566 Osp. Campo ( Centro di mob. Osp. Mil. di Bologna il 25 sett. 1940
Giunto al 566 Osp. Campo mobilitato il 26 sett. 1940
Cessa di essere mobilitato perché rientra al Centro di Mob. Osp. Mil. Bologna per smobilitazione il 8 nov. 1940
Cessa dal servizio di Cappellano Militare di mobilitazione e viene collocato in congedo a decorrere dal 10 – 11 – 1940
Tale nelle forze in congedo del Distretto Militare di Modena dall’ 11 – 11 – 1940
Riassunto in temporaneo servizio per esigenze di carattere eccezionale per l’Assistenza Spirituale presso il R.E. quale cappellano militare di mobilitazione assimilato al grado di Tenente ( disp. 3753/sc del 7-7-1940 dell’Ord.Mil. il 14 luglio 1942
Assegnato alla 156* Sezione Sanità (Centro di Mob. Osp. Mil. di Brescia) da 14 – 7 – 1942
Presentatosi al Centro di Mob. Osp. Mil. di Brescia il 14 luglio 1942
Giunto alla 156* Sez. Sanità “Vicenza” mobilitato il 14 luglio 1942
Partito per il fronte russo con la 156* Sez. Sanità varcando il confine al Brennero il 10 agosto 1942
Giunto in territorio dichiarato in stato di guerra il 10 agosto 1942
Disperso nel fatto d’armi del Don in data 22 gennaio 1943
Rilasciato dal Distretto Militare di Modena in data 29 – 10 – 1951 verbale di irreperibilità in conseguenza di eventi bellici avvenuti il 22 – 2 – 1943 in Russia sul fatto d’armi del Don come da telegramma di Stato n° 229038/D/SC del 27 – 3 – 1944 dell’Ufficio Stralcio del Ministero della Guerra – Ufficio Albo d’Oro del 29 – 10 – 1951
Igino Viale , consacrato come Padre Luciano era un Frate Francescano del Convento San Francesco della Vigna Castello (VE) all’interno dell’Ordine dei Frati Minori
Padre Igino Viale di fu Eugenio e Pierina Bruni, nato a Sossano (VI) il 10 ottobre 1911.
Diocesi ovvero ordine religioso dei Francescani Minori.
Residenza ordinaria – Peschiera, residenza della famiglia – Noventa Vicentina
Titolo di studio: sacerdote oratore Francescano.
Luogo dell’ordinazione: Capodistria, 19 luglio 1930
Uffici ecclesiastici occupati: Predicatore, Redattore della mostra stampa, assistente spirituale – 7 luglio 1942
Tabazin Giovanni, fu Giovanni e fu Maria Dreoss, nato a Trieste il 6 gennaio 1914.
Diocesi ovvero ordine religioso: Diocesi di Trieste, Luogo dell’ordinazione: Trieste, 4 giugno 1939
Residenza ordinaria: Famiglia di San Gimino d’Istria -Pola
Uffici ecclesiastici occupati o che occupa: Primo Vicario Cooperatore nella parrocchia di San Michele Arcangelo di San Gimino d’Istria - Pola nel Decanato di Pisino dal 1° luglio 1939
Don Angelo Savelli, n° ruolo AS/2/1896 e matricola 33232, figlio di Fu Luigi e Marta Ghirlandi, è nato l’8 novembre 1914 a Ladino, in provincia di Forlì. Era parroco della Diocesi di Modigliana, sempre in provincia di Forlì – Cesena.
LA PREMESSA - di Gianfranco Vignati -
L’assistenza spirituale ai soldati sembra avere origini antichissime, forse dai tempi dell’imperatore Costantino. È comunque certo che nel periodo carolingio (VIII – IX secolo) i sacerdoti erano presenti al seguito degli eserciti, e successivamente non solo nei vari regni e ducati italiani (a Parma e Piacenza nel 1816, nel Granducato di Toscana nel 1839, nello Stato Pontificio nel 1850) ma anche in Austria (nel 1571), in Spagna (nel 1720), in Piemonte (nel 1733). Dai dati storici risulta che nel 1865 il Regno d’Italia aveva 189 Cappellani Militari, ma successivamente alla occupazione di Roma del 1870 il numero dei Cappellani Militari fu sempre più ridotto fino alla eliminazione nel 1878.
Durante la prima guerra mondiale il Gen. Cadorna arruolò 10.000 preti-soldati, di cui 2070 destinati ai reparti combattenti. Nel 1922 il servizio dei Cappellani Militari fu nuovamente soppresso, ma riprese nel 1925 mediante un accordo fra lo Stato Italiano e la Sacra Congregazione Concistoriale: questo accordo prevedeva un contingente di Cappellani Militari in tempo di pace negli ospedali e nelle carceri militari e, limitata, nelle caserme.
Con il Concordato fra Governo Italiano e Santa Sede del 1929 la presenza dei Cappellani Militari fu resa definitiva in tutti i reparti delle Forze Armate italiane ed in altre opere, quali Croce Rossa, Opera Nazionale per l’Assistenza Religiosa agli Operai, l’Opera Nazionale Dopolavoro, ecc.
Con l’entrata in guerra del 1940 l’Ordinariato Militare Italiano (O.M.I.) che comprendeva e comprende tuttora tutti i Cappellani Militari, ha assicurato la presenza di sacerdoti su tutti i fronti nei quali i soldati italiani avrebbero combattuto, e fra questi il fronte russo.
Ho chiesto a Mons. Franzoni quale era e quale è il compito dei Cappellani Militari, specialmente in tempo di guerra, e quale la sua esperienza diretta in Russia. Ecco brevemente quanto ricordo di quelle conversazioni durante il viaggio nel 2001 e nei colloqui successivi e quanto ho ricavato dalla documentazione relativa alle sue frequenti conferenze a Bologna ed in altre città italiane.
“Il Cappellano militare è un prete come tutti i preti, crede in Dio e nella gente, e per amore di Dio si è fatto carico delle gioie, dolori, fatiche, speranze di quanti gli vengono affidati, per camminare con loro alla luce della fede. Per cui se gli vengono affidati dei giovani e questi un bel giorno devono partire per il fronte, egli chiede di andare con loro. Il Cappellano al fronte, diceva spesso, è la mamma di tutti i soldati, specialmente dei soldati feriti, congelati, moribondi, che si affidano a lui nei momenti più dolorosi e tristi, e ricorda al soldato la famiglia, diventa quindi la mamma, il papà, ed ancora più diventa la mamma quando, morente, il soldato incarica il Cappellano di portare il suo ultimo saluto alla mamma, alla famiglia”.
Ad una domanda di ragazzi in una scuola che chiedevano a Mons. Franzoni “Come mai tu, che sei prete, sei andato a fare la guerra ?” Monsignore rispose “Non sono andato a fare la guerra, ma c’erano dei giovani che andavano a fare la guerra e mi hanno detto: vieni con noi, tu non devi sparare; tu ci aiuterai a pregare e se saremo feriti, ci starai vicino; se resteremo uccisi, a casa nostra non andrà solo il Maresciallo dei Carabinieri a dare la notizia, ma arriverà anche la tua lettera per dire che abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo e che siamo morti da cristiani….”
Erano presenti al fronte russo, nel periodo di forza massima (agosto – dicembre 1942) duecento (200) Cappellani militari, essendo stati pressoché totalmente ricoperti i posti preveduti dagli organici.
Cinquantasei (56) di essi non fecero ritorno:
La percentuale di perdite risulta, pertanto, del 28 %.
Molti Cappellani rimasero volontariamente a dividere la prigionia di guerra dei feriti intrasportabili non potuti sgomberare di fronte all’avanzata del nemico: di essi 24 appartenevano ad Ospedali da Campo, 11 a Sezioni di Sanità,1 ad Ospedale di Riserva.
I CAPPELLANI MILITARI DELLA DIVISIONE VICENZA - di Gianfranco Vignati -
Anche i soldati della “Vicenza” hanno avuto una assistenza spirituale dai Cappellani Militari.
Per rintracciare i nomi dei Cappellani che sono stati assegnati alla Divisione Vicenza sono ricorso all’inesauribile documentazione del Dott. Carlo Vicentini, che ha partecipato alla Campagna di Russia come Sottotenente del Battaglione Cervino, ed è stato prigioniero nei lager sovietici (noto il suo volume “Noi soli vivi”) ed ha, ritengo, la documentazione diretta più completa sull’A.R.M.I.R. .
Dal suo elenco degli ufficiali Caduti in Russia della Divisione Vicenza ho rilevato questi tre nominativi:
L’Ordinariato Militare di Roma mi ha poi inviato i Notiziari Matricolari relativi ai tre Cappellani, dai quali ho ricavato le informazioni su ognuno di loro.
Ritengo però che la Divisione Vicenza non abbia avuto solo i tre Cappellani che ho citato. Penso infatti che anche gli altri reparti aggregati alla “Vicenza”, come ad esempio Il XXVI Battaglione dei Carabinieri Reali, il CLVI Battaglione Mitraglieri, il CLVI Battaglione misto Genio, ecc. abbiano avuto anche loro il Cappellano.
Cercherò nel lungo elenco di Onorcaduti dei 91.735 Caduti in Russia se sono elencati altri Cappellani della “Vicenza”.
Gianfranco Vignati
- SI PROSEGUE L’IMPEGNO DI RICERCA INIZIATO DALL’ING. VIGNATI -
I CAPPELLANI MILITARI DELLA DIVISIONE VICENZA - di Mauro Depetroni -
Quanti fossero i Cappellani Militari in servizio presso la Divisione di Fanteria Vicenza e soprattutto conoscere i loro nomi e vicende è stato un argomento affrontato inizialmente, come si è letto, da Gianfranco Vignati, già past-president U.N.I.R.R. e figlio del capitano Egidio Vignati (278° Reggimento Fanteria, Divisione Vicenza), il quale era riuscito a trovare i nominativi dei tre religiosi che erano morti in terra di Russia nel 1943: Don Attilio Palandri, Padre Giovanni Battista Martinelli e Padre Giacomo Volante. Nel suo articolo, sopra riportato, l’ingegnere Vignati annotava:
… Ritengo che la Divisione Vicenza non abbia avuto solo i tre Cappellani che ho citato. Penso infatti che anche gli altri reparti aggregati alla “Vicenza” …
Gianfranco è scomparso 22 aprile 2017 lasciando incompiuta questa sua ricerca. Ho pensato pertanto di raccogliere questo desiderio e cercare così di completare il suo lavoro per conoscere i nomi e le sorti dei religiosi che si trovarono al Fronte Russo accanto ai soldati della Divisione Martire
L’aver avuto modo di conoscere e colloquiare a lungo con Gianfranco Vignati, per me è stato un modo per apprendere alcuni aspetti della vita della Divisione Vicenza, che difficilmente si possono leggere nelle pubblicazioni. Lui inoltre aveva conosciuto Padre Giacomo Volante, Cappellano del 278° Reggimento e quando ne parava sembrava l’avesse incontrato il giorno prima. Di fatto per Vignati era stato possibile accertarsi dei nominativi di coloro che dalla Russia non fecero ritorno incrociando i dati di U.N.I.R.R. e dell’archivio Vicentini che in ogni caso disponevano unicamente dei nominativi di Caduti e Dispersi ma va aggiunto però che, pur avendo consultato l’Archivio dell’Ordinariato Militare, questo non essendo indicizzato ai nomi delle unità a cui un religioso poteva aver prestato servizio, questo Ente poteva fornire solo i dati dei nominativi di cui si potevano possedere le informazioni. Pertanto individuati i Cappellani Caduti mi sono impegnato ad individuare anche quali fossero quelli sopravvissuti alla tragedia della Russia.
Negli anni successivi, grazie al lavoro di ricerca che ho svolto sulla documentazione della Divisione Vicenza e inizialmente da una velina riportante gli organici del novembre 1942, mi è stato possibile chiarire che i Cappellani Militari della Divisione siano stati cinque, inquadrati rispettivamente presso ognuno dei Comandi dei Reggimenti di Fanteria, 277° e 278°, nella 156ᵃ Sezione di Sanità e nei due Ospedali da Campo, 161° e 162°.
Nel tempo man mano che emergevano ulteriori pubblicazioni e con l’acquisizione soprattutto di corrispondenze e testimonianze, mi è stato possibile individuare ben sei nominativi, di cui i tre nuovi tutti rientrati dal Fronte Russo, uno di questi addirittura prima della Ritirata e pertanto avvicendato da un altro Cappellano. L’elenco completo dei religiosi, sia come preti (Don) e frati (Padre), di cui presenterò in seguito le biografie dunque è il seguente:
Di ognuno di loro ho ricevuto a mia richiesta gli STATI DI SERVIZIO dall’Ordinariato Militare Italiano (O.M.I.), Ente che è doveroso ringraziare per l’ampia diponibilità e collaborazione, in ogni caso come già testimoniato da Gianfranco Vignati in precedenza.
In molte pubblicazioni consultate ho individuato all’interno riferimenti individuali, pure negli archivi di alcune famiglie ho reperito molto, anche documentazione fotografica. Ho avuto inoltre grande collaborazione da parte di alcuni studiosi come Raffaello Pannacci, Gabriele Zelli, Massimiliano Galasso e Marco Paolini che mi hanno condiviso le loro ricerche. Molte informazioni mi sono poi state fornite infine dalle Diocesi e dagli Ordini Religiosi.
Pertanto raccogliendo sia quanto già aveva scritto Vignati sia tutto quello che ho reperito nel tempo, mi è stato possibile creare delle brevi biografie che sicuramente renderanno per quanto possibile la memoria dei sei religiosi che vissero e condivisero le sofferenze dei soldati della Divisione Vicenza e per tre di loro anche la morte in terra di Russia nel 1943.
Il più anziano dei Cappellani Militari della Divisione Vicenza era Padre Martinelli, nato nel 1903 ed aveva 39 anni mentre il più giovane Don Palandri era del 1916 ed aveva 26 anni. Vengono assegnati ai reparti della Divisione dal luglio al dicembre del 1942, si presume pertanto, analizzate le date di assegnazione alla Divisione Vicenza, che i Cappellani Militari presenti a Cervignano e Latisana fossero coloro che erano in organico ai Reggimenti 25° e 26° della 15ᵃ Divisione di fanteria Bergamo, come ad esempio il celebrante ripreso nella fotografia del giuramento delle reclute del 278° Reggimento nel marzo 1942.
I Cappellani Militari assegnati alla Vicenza non hanno dunque avuto la possibilità di effettuare quell’addestramento al campo che li avrebbe senz’altro agevolati sia per una adeguata preparazione fisica sia per l’entrare in confidenza e sintonia con i propri soldati.
Sicuramente il non aver potuto prepararsi alle fatiche, alle marce ed alle difficoltà di sopravvivenza in ambienti ostili, avranno contribuito a far cedere il fisico non preparato in quelle situazioni estreme che li avrebbe travolti durante il ripiegamento. Ma chi poteva immaginare nell’estate del 1942 che le cose sarebbero andate in quel modo.
Don PALANDRI e Padre MARTINELLI sono dispersi, Padre VOLANTE è stato trucidato barbaramente durante la marcia del davaj, mentre dei tre che si salvarono Padre VIALE è stato rimpatriato prima della ritirata e ed ha vissuto una lunga esistenza nell’ Ordine dei Frati Minori, Don SAVELLI dopo la Russia entrerà nella Resistenza successivamente l’8 settembre meritando la Medaglia d’Argento al Valor Militare e concludendo il suo impegno sacerdotale da Monsignore vicino al Vaticano e Don TABAZIN provato dalla guerra e dalla tragedia della sua terra d’Istria, rinuncerà ai Sacramenti emigrando in Brasile.
L’oblio della Divisione dimenticata che ha attraversato anche la vita dei suoi soldati, ha colpito pertanto anche i Religiosi che ne erano stati assegnati. La presente ricerca pertanto è un minimo ma doveroso contributo alla loro memoria, ripercorrendo le loro storie di uomini accomunati dal fatto di essere stati i Cappellani Militari della 156ᵃ Divisone di fanteria Vicenza.
Mauro Depetroni
STORIE – BIOGRAFIE DEI CAPPELLANI MILITARI DELLA DIVISIONE VICENZA
Principali Fonti consultate:
Guido Maurilio Turla, 7 RUBLI PER IL CAPPELLANO: CON GLI ALPINI DELLA CUNEENSE SUI CAMPI DI BATTAGLIA E POI NEI CAMPI DI PRIGIONIA RUSSI, Longanesi e C. Ed., Milano, 1970
Agostino Don Bonadeo SANGUE SUL DON Episodi intimi di prigionia di un Cappellano Militare in Russia, Tipografia Rozza di Corbella, Milano, 1948
Francesco Marchisio (a cura di), CAPPELLANI MILITARI 1870 1970 - Tipografia S. Pio X, Roma, 1970
AA.VV. Fronte Russo: c'ero anch'io – Volume 2° , a cura di Giulio Bedeschi, Ugo Mursia Editore, Milano, 1983
Marco Paolini, SOLDATI ITALIANI - mandati nel paese dei girasoli – Pubblicazione locale in economia brossura senza dati di stampa e località
Alberto Redaelli (a cura di), Ero un ufficiale della Divisione Vicenza (Russia 1942-1943): l'Agenda del tenente Marani, Ed.Grafo, San Zeno Naviglio (BS), 2024.
Martirologio del clero italiano 1940-1946, pubblicato dall'Azione Cattolica nel 1953
AA.VV. CAPPELLANI MILITARI 1870-1970 – Tipografia Pio IX, 1970, Roma
Marco Viroli e Gabriele Zelli, 1943-1944. Cronache di guerra e Resistenza nel cuore della Romagna. Dall'Armistizio alla Liberazione, Società Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena, 2024
Si ringraziano:
Ordinariato Militare per l'Italia (O.M.I)
Diocesi di Trieste
Diocesi di Alessandria
Archivio della Provincia S. Antonio ofm, Marghera
Frati Francescani Ordo Fratrum Minorum – Archivio Generale
U.N.I.R.R. Unione Nazionale Italiana Reduci Di Russia
Cadeddu Lorenzo
Galardi Paola
Galasso Massimiliano
Pannacci Raffaello
Paolini Marco
Pedrini Riccardo
Sarti Mario
Zavattini Renato
Zelli Gabriele
Banca dati U.N.I.R.R.
Gruppo di lavoro e ricerca FRONTE DEL DON –
Diogene News
Comune di Alptopascio (LU)
Gruppo Alpini di Altopascio - Sezione ANA PI-LU-LI
Sul fronte russo il rapporto tra forza presente e Cappellani militari era, all’incirca, dell’uno per mille con una maggiore presenza presso le strutture sanitarie come sezioni di sanità, ospedali da campo, ospedali di riserva, convalescenziari e treni ospedale, piuttosto che presso le unità combattenti.
Il Cappellano militare era presente presso tutte le unità a livello reggimento ma era assegnato un Cappellano anche a quelle unità a livello battaglione destinati ad operare autonomamente come i battaglioni guastatori o i battaglioni mitraglieri.
I Cappellani non erano considerati propriamente militari ma avevano la qualifica di personale militarizzato così come altre categorie di personale presenti nei comandi e nei reparti.
Ai Cappellani era attribuito il grado di tenente per quelli che prestavano servizio presso i reggimenti e di capitano se svolgevano la loro missione presso i comandi di Grande Unità come divisioni, Corpi d’Armata e Armata. Questi ultimi svolgevano la loro missione nei confronti dei reparti minori per i quali non era prevista la figura del cappellano oltre a svolgere attività di coordinamento nei confronti dei confratelli operanti nell’ambito della stessa Grande Unità.
Il compito ordinario dei Cappellani militari può essere così sintetizzato: celebrazione della Santa Messa la domenica e nelle altre festività religiose, amministrazione dei sacramenti e svolgimen- to di pratiche personali in concorso con il clero parrocchiale nel territorio nazionale.
Durante la permanenza delle unità sulla linea di combattimento i Cappellani militari erano con loro sulla linea adattando la celebrazione delle funzioni religiose alle circostanze del momento e secondo direttive che erano state trasmesse loro dai superiori ecclesiastici.
Nei giorni in cui più aspri erano i combattimenti i cappellani svolgevano la propria missione là dove era maggiormente richiesta la sua presenza per prestare aiuto a feriti e moribondi, unico disarmato sul campo di battaglia seguiva le ondate d’assalto pronto a soccorrere chi ne avesse bisogno anche se nemico.
Nelle pause del combattimento il cappellano e i portaferiti percorrevano il campo di battaglia alla ricerca e alla raccolta di feriti non in grado di muoversi e per identificare le salme dei caduti provvedendo poi alla loro tumulazione e provvedendo anche alla registrazione di tutti quei dati utili per la futura identificazione delle sepolture.
Provvedevano, inoltre, a raccogliere effetti personali che i combattenti desideravano far giungere alle famiglie.
Presso l’organizzazione sanitaria militare il Cappellano militare svolgeva le stesse funzioni del cappellano degli ospedali dell’organizzazione civile per quanto nei giorni in cui le operazioni avevano uno svolgimento frenetico l’arrivo frenetico dei feriti presso i posti di medicazione e la loro successiva affluenza nei luoghi di cura rendeva più difficoltosa la loro opera assistenziale.
Lorenzo Cadeddu