Serg. Giovanni IANNACCONE

di Eduardo e Anna Iacobone

277° Rgt. Cp. Mortai da 81

nato a Napoli  7.2.1912

Deceduto in prigionia il 22.3.1943 nel campo 56 di   Uciostoj   (Uciostoje,  Хоботово)


nota:  Uciostoje campo 56   Regione di Tambov (sud-est di Mosca). II lager si trovava una trentina di Km. a nord di Miciurinsk. La stazione di riferimento era Khobotovo, Lager di primo smistamento che rimase aperto solo tre mesi, durante i quali morirono 4,344 italiani


Presto tornerò e saremo tutti felici...

Ritratto in questa foto è il sergente Giovanni Iannaccone, di Edoardo e di Anna Jacobone, nato a Napoli il 7 febbraio 1912. Fu richiamato alle armi nella primavera 1942 e associato alla 2ª compagnia Deposito dell’88° Reggimento di Fanteria ‘Friuli’ a Livorno. Inviato a Riva del Garda al Centro addestramento,  Compagnia mortai da 81 del 277° reggimento di fanteria della 156° divisione ‘Vicenza’, il 30 giugno fu trasferito a Brescia, dove aveva sede il comando di Divisione e del 277°, quindi al campo a Chiari. Il 5 ottobre 1942 partì per il fronte russo. Venne fatto prigioniero tra il 25 e il 28 gennaio 1943 a Waluiki, durante il ripiegamento dal fiume Don. Rinchiuso nel campo di concentramento numero 56 di Uciostoje, fu ucciso dal tifo petecchiale il 22 marzo 1943 e il suo corpo finì in una fossa comune. Fin che gli fu possibile, quasi ogni giorno, scrisse alla moglie Amalia (Mali) Monzoni, a Montese di Modena. L’ultima lettera arrivata è del 7 gennaio 1943.

Stralci delle sue lettere sono pubblicate nel libro di Walter Bellisi ‘Tornerò’, Il Trebbo Ed., Montese, 2019.


Amara verità

Soltanto il 27 marzo 1997 i familiari di Giovanni hanno conosciuto la dolorosa verità. Alla lettera “J” dell’Elenco ufficiale dei prigionieri italiani morti nei lager russi, allegato al Notiziario dell’Unirr numero 53, è scritto un solo nome: Jannaccone Giovanni, seguito dai dati identificativi: nato a Napoli il 7 dicembre 1912, morto il 22 marzo 1943 nel campo 56 di Uciostoje.

Come migliaia di altri prigionieri caduti nelle mani dei soldati russi, Giovanni fu sepolto in una delle fosse comuni scavate nelle vicinanze dei campi di prigionia, che il tempo ha cancellato ogni traccia. La verità sulla fine di Giovanni, rimasta nascosta ai familiari per 54 anni e 5 giorni, era custodita in una delle 64.400 schede individuali scritte in cirillico e con calligrafia incerta, conservate nell’archivio del Nhvd, la polizia politica di Stalin, dalla quale dipendevano i campi di concentramento. L’esistenza di questo materiale fu negata dalle autorità sovietiche fino al 1991. Quegli schedari di morte contenevano anche le generalità dei prigionieri rimpatriati e di quelli per i quali non era stata indicata la data del decesso o del rimpatrio. La maggior parte dei morti elencati in questi documenti sono uomini dell’ARM.I.R. catturati dagli inizi della ritirata dal fiume Don, ma anche prigionieri presi dai russi nei campi di concentramento tedeschi della ex Jugoslavia e della Polonia e militari italiani deportati dai nazisti dopo l’8 settembre 1943.


Giovanni concluse con la rassicurazione Tornerò! la lettera inviata alla moglie l’1 gennaio 1943.  

Oggi primo giorno dell’anno, speriamo che il 1943 ci faccia ritornare uniti e felici di nuovo come eravamo prima.  Ieri mi giunse la tua carissima del 12 e la foto in grande dei pupi, è riuscita bene, fu una bellissima sorpresa per me, perché appena l’ebbi la lessi e mi accorsi che dietro c’erano le mie due gioie, l’ho inchiodata a un palo che si trova vicino dove dormo io, così li guardo a tutte le ore.  Stanotte abbiamo aspettato l’anno nuovo, ma avrei preferito non aspettarlo in queste condizioni.

Ora siamo di riposo, ma c’è la musica dei russi che non ci fa dormire in pace, però non hanno coraggio a venire avanti, meno male per noi. Mali mia, vero che il prossimo capodanno saremo vicini? Io non ne posso più di stare lontano dalla mia famiglia, ma presto tornerò. Ora l’ho presentata la domanda per l’affare che sono riformato, speriamo che vada bene e mi rimandino a casa che lo desidero tanto tanto. Baciami tanto i bimbi e a te mio tesoro infiniti ardenti bacioni. Bacioni cari a tutti.  Tornerò!.

L’ultima lettera ricevuta dalla moglie di Giovanni è datata 7 gennaio 1943. Terminava con queste parole:

[...] Baciami tanto i bambini e a te mio tesoro infiniti bacioni. Baci a tutti di casa. 

 

  • testo tratto da alcuni passaggi del libro Tornerò’, il Trebbo Editore., Montese (MO), 2019,  per gentile concessione dell’autore Walter Bellisi

 


note del Comitato Divisione Vicenza

Nel 1988 su proposta del Gruppo degli Alpini di Montese della Sezione ANA di Modena è stata posta una targa in una nicchia incavata nella roccia lungo la Via Panoramica a Montese per ricordare i soldati Montesini Caduti in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Accanto ai nomi degli Alpini vi è anche quello del Sergente Maggiore Giovanni Iannaccone della Divisione Vicenza. 


156° Divisione Vicenza

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