M.O.V.M. Generale di Brigata Etelvoldo Pascolini
(Comandante Divisione Vicenza)
Valoroso combattente di tre guerre, benché mutilato ed assegnato al ruolo riassunti per i servizi in Patria, partecipava volontariamente alla guerra sul fronte russo e, in uno dei momenti più critici della campagna, accettava con gioia e, anzi, sollecitava l’onore e la responsabilità di comandare una Divisione. Assunto il comando di una G.U., costruita per il solo presidio di territori nemici occupati, dovette condurla in linea. Sopperendo con grande energia e somma perizia alle deficienze organiche e di armamento di essa, affrontava l’impari lotta; durante i tragici eventi della ritirata dal Don riusciva varie volte a spezzare l’accerchiamento, ponendosi animosamente e ripetutamente alla testa dei propri reparti. Circondato e sopraffatto da schiacciante superiorità avversaria, sopportava infine lunghissimo periodo di prigionia con animo forte, virile, con animo di soldato italiano. Magnifico esempio di dedizione al dovere, di fedeltà alle leggi dell’onore militare e di amore di Patria.
Fronte del Don. Prigionia in Russia. Novembre 1942 – giugno 1950.
M.A.V.M Col. S.p.e. Giulio Cesare SALVI
(Comandante 277 Reggimento Divisione Vicenza)
Comandante di Reggimento di fanteria sul fronte russo, in fase di ripiegamento, attraverso territorio occupato dal nemico, dava fulgide prove di senso del dovere, forza di animo, coraggio personale.Alla testa della sua unità, in concorso a reparti alleati, cooperava validamente all'apertura di un varco liberatore attraverso forze nemiche accerchianti,
M.A.V.M. Colonnello Gaetano Romeres
(Comandante 278 Reggimento Divisione Vicenza)
Comandante di Reggimento di nuova costituzione, cui aveva saputo infondere il suo ardente entusiasmo, lo guidò con perizia e valore nel corso di una lunga sanguinosa battaglia difensiva. Durante i ripetuti ineguali combattimenti, sempre presente dove i suoi battaglioni erano maggiormente impegnati oppose nella steppa gelata la più fiera resistenza al nemico soverchiante e che attaccava con forze continuamente rinnovantesi. Caduto prigioniero con i pochi superstiti del suo bel reggimento, decedeva poco dopo in terra straniera.