Breve storia dei quattordici mesi di vita della Divisione di Fanteria Vicenza (156)
( 10 marzo 1942 – 15 maggio 1943 )
" Io non torno più ..."
Fante Eolo Brugnati 10^compagnia 3^ battaglione 277 rgt ... il saluto prima di partire
Già nei primi mesi del 1942 iniziarono, nelle zone del basso Friuli e del Veneto, i preparativi per costituire i Battaglioni che sarebbero stati l'ossatura di due Reggimenti di Fanteria Vicenza, il 277° ed il 278°, utilizzando complementi provenienti dai Comandi al Deposito dei 25° e 26° Reggimenti di Fanteria della 15ª Divisione Bergamo nella bassa friulana.
Cervignano, in provincia di Udine fu la sede del 277° Reggimento Vicenza con caserme anche a Sagrado d’Isonzo e Strassoldo, mentre Latisana in provincia di Udine era situata quella del 278°: in queste confluirono le reclute anche della classe ’22, ai comandi prevalentemente di Ufficiali di Complemento richiamati o se specializzati provenienti da altre unità.
Vennero inoltre costituti due reparti divisionali, in seno del 25° Reggimento a Cervignano il CLVI Battaglione Mitraglieri Divisionale someggiato, mentre nel 26° a Latisana la 256ª Compagnia cannoni da 47/32 controcarri. Entrambi seguirono a Brescia e Bergamo rispettivamente il 277° e il 278° nelle loro sedi.
Il 12 febbraio 1942 [1] , a far data dal 10 marzo 1942, venne disposta la costituzione del Comando del quartier Generale della 156ª Divisione di Fanteria tipo 1941 [2] prevedendone la formazione e l’organico previste per le unità provvisorie di guerra della divisione di fanteria da occupazione. La sede designata venne stabilita a Brescia nella caserma Maggiore Giovanni Randaccio.
Il Comando di Divisione era composto nel seguente modo, con organici forniti dai Centri Mobilitazione di Brescia e Milano
ELEMENTI |
CENTRI DI MOBILITAZIONE |
Stato Maggiore |
Comando zona militare - Brescia |
Reparto comando del Q.G. |
Distretto mil. -- Brescia |
136ª sez. mista CC.RR. |
Legione CC.RR. Milano |
137ª sez mista CC.RR. |
Legione CC.RR. Milano |
156° Ufficio postale |
Distretto mil. -- Brescia |
156°Nucleo CC.RR. per Uff. postale |
Legione CC.RR. Milano |
Sempre a far data dal 10 marzo i Reggimenti di fanteria 277° e 278° passarono alle dipendenze del comando della Divisione di Fanteria Vicenza e venne data disposizione di trasferimento dalle sedi dei Depositi dei 25° e 26° reggimenti di Cervignano e Latisana rispettivamente a Brescia ed a Bergamo nelle sedi che dovevano ancora essere lasciate a disposizione dai reggimenti 77° e 78° della 7ª Divisione di fanteria Lupi di Toscana. Il trasferimento avvenne nei primi giorni di maggio.
Nelle sedi lombarde confluirono successivamente complementi per lo più composti da specializzati e già veterani di campagne di guerra. Marinai, Avieri specialisti in comunicazioni, mortaristi ed esperti del cannone 47/32 confluirono dai reparti della 7ª Divisione Lupi di Toscana e dalla 56 ª Divisione Casale.
La 156ª Divisione di Fanteria Vicenza tipo 1941 (da occupazione) venne costituita dunque ufficialmente il 10 marzo 1942 a Brescia nella circoscrizione del Comando Difesa Territoriale di Milano al comando del Generale di Divisione (S.p.e.) Enrico BROGLIA e assunse alle dipendenze rispettivamente i Reggimenti di Fanteria 277° al comando del Colonnello (S.p.e.) Giulio Cesare SALVI ed il 278° dal Colonnello (S.p.e.) Gaetano ROMERES Il Comando di Divisione venne stabilito a Brescia sede pure del 277° Reggimento nella caserma Randaccio già del 77° Reggimento, il 278° trovò sede a Bergamo già del 78° Reggimento nella Caserma "Umberto I" (poi "Montelungo")
In data 29 marzo venne costituito il 156° Reggimento d'Artiglieria T.A. (Traino Animale su tre pariglie) Vicenza su 2 Gruppi da 75/27 mod. 11 al comando del Colonnello Giulio Bottari.
La sede venne stabilita a Brescia nella Caserma "Flavio Ottaviani". presso il Deposito del 30° Reggimento di Artiglieria Campale “Leonessa” della divisione Lupi di Toscana.
In previsione di un impiego come Divisione d'occupazione nella Francia meridionale, nel periodo maggio-settembre 1942 il Comando di Divisione procedette ad un intenso lavoro di organizzazione e addestramento per amalgamare e preparare i numerosi elementi eterogenei assegnati ai vari reparti divisionali e provenienti da militari in precedenza addetti ai reparti di protezione e comunicazioni impianti, e che costituivano circa il 50% dei due reggimenti di fanteria. La rimanenza era per la gran parte costituita da reclute della classe 1922.
Il 1º maggio 1942 entrò in funzione il Comando dell'8ª Armata alle dipendenze del Generale d’Armata Italo Gariboldi con lo scopo di implementare l’impegno italiano sul fronte Russo attraverso un imponente complesso militare forte di tre Corpi d'armata, per un totale di dieci divisioni di cui tre alpine. Il 17 di giugno partirono dall’ Italia i nuovi reparti del II Corpo d'armata con le divisioni di fanteria "Cosseria", "Ravenna" e "Sforzesca" destinati all’ ARMIR. poi il Corpo Alpino partì il 14 luglio con le divisioni alpine "Cuneense", "Julia" e "Tridentina".
Sembra, ma non è accertato, che proprio in questo periodo su particolare insistenza dello stesso Generale Broglia, alla Divisione Vicenza vennero cambiati destinazione e l’impiego, indirizzandola dalla Francia al Fronte Russo come complemento dell' ARMIR
Per questo nuovo incarico venne previsto un impiego delle unità della Divisione con compiti territoriali destinati alla sicurezza a ridosso delle retrovie, predisponendo pertanto lo scorporo del 156° Reggimento d'Artiglieria Vicenza che di fatto poi rimase in Italia venendo assegnato alla Divisione Nembo dislocandosi a Pisa.
Già dal mese di giugno e precisamente il giorno 6 vene emanata una nuova circolare che prevedeva la costituzione e mobilitazione di ulteriori unità da essere pronte il 1° luglio per essere poi aggregate alla 156 Divisione f. Vicenza.
Venne previsto l’organico dei seguenti reparti il cui personale doveva essere tratto presso i rispettivi centri di mobilitazione interessando anche la classe 1922:
COMANDI E REPARTI DA COSTITUIRE |
CENTRI DI MOBILITAZIONE |
CLVI btg. misto Genio: |
Dep. 3° Rgt . Genio a Pavia |
1121ª Autosezione mista. |
Dep. Succ. 3° Rgt. Aut. - Brescia |
Il giorno 12 di giugno 1942 una nuova disposizione previde la costituzione di ulteriori elementi per il completamento della D.f. Vicenza da completarsi anche in questo caso il 1° di luglio:
COMANDI E REPARTI DA COSTITUIRE |
CENTRI DI MOBILITAZIONE |
156ª Sezione Sanità: Personale di Sanità |
Ospedale Militare di Brescia |
156ª sezione Sanità: Drappello Automobilistico |
Dep . succ . 3° Rgt. aut. - Brescia |
156ª sezione Sussistenza: Personale di Sussistenza |
3 a Cp. Sussistenza - Milano |
156ª sezione Sussistenza: Drappello Automobilistico |
3° Rgt. Aut. - Milano |
256ª squadra panettieri |
3ª Cp. Sussistenza - Milano |
36° Ospedale da Campo |
Ospedale Militare di Trieste |
161° Ospedale da Campo |
Ospedale Militare di Padova |
162° Ospedale da Campo |
Ospedale Militare di Padova |
Il 22 luglio 1942 con urgenza venne richiesta la costituzione di un Plotone Autoblindo presso il comando al deposto del 1° Reggimento di Cavalleria Nizza. Il reparto con due Autoblindo doveva essere predisposto pronto per l’impiego entro il 20 di agosto.
L’11 agosto 1942 venne data disposizione par la costituzione e mobilitazione del XXVI Battaglione di Carabinieri Reali a far data del 31 agosto presso il centro mobilitazione della Legione CC.RR. di Bologna
Con quest’ultimo battaglione si è completato l’organico della Divisione di Fanteria 156 Vicenza pronto per la partenza, stornando però il 36° Ospedale da Campo per altra destinazione così come di seguito predisposto con una forza complessiva stimata di 9053 uomini di cui 364 ufficiali e 8689 Sottufficiali, soldati e graduati di truppa.
Di questi 1151 erano Conducenti muli, 240 Autieri e Motociclisti, 543 erano uomini suddivisi nei Servizi Sanità (di cui 74 portaferiti, Sezioni Sussistenza, Squadre Panettieri, Ospedali da Campo e Autosezione mista, inoltre 12 ufficiali, 299 sottufficiali e militi appartenevano al XXVI Battaglione Carabinieri Reali e 9 Cavalieri al Plotone Autoblindo del Nizza Cavalleria.
Alla festa del 278° Reggimento, il 24 agosto 1942 anniversario della Battaglia della Baisizza del 1917 il generale Enrico Broglia comandante della Divisione Vicenza comunica ufficialmente la prossima partenza dei suoi organici per il fronte russo. In tutti i reparti vennero distribuite a turni le licenze di 5 giorni più 2 di viaggio al termine delle quali iniziarono le consegne delle dotazioni, capi di vestiario, medicinali, munizionamenti e le armi individuali. Nelle salmerie si provvide a ferrare i 1101 muli ed i 13 cavalli che erano i principali supporti ai trasporti dell’intera grande unità che al seguito disponeva anche di 2 Autoblindo, 54 camion 11 automobili e 9 motocicli.
Nel mese di settembre 1942 fervono i preparativi per il trasferimento della Divisione di Fanteria 156 Vicenza e tutti i reparti che la compongono al fronte orientale.
Agli Ufficiali e Sottufficiali viene distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore, un pieghevole, una cartina e dei vocabolari con delle semplici traduzioni delle frasi più elementari in Italiano-russo. Nel pieghevole (visualizzabile nelle immagini relative al trasferimento) le raccomandazioni riportate ricordano in particolar modo di “Rispettare l’integrità delle famiglie, trattare con rispetto le donne dei paesi che verranno occupati, rammentando che in ogni caso, anche agli occhi dei nemici, sarà rappresentata l’Italia”
Sia nei reparti che presso le amministrazioni preposte per i trasporti vengono adottate le procedure previste allo scopo coordinate dal Comando Prima base Tradotte Militari di Verona. Allo scopo essendo previste quattro linee di trasporti, viene pianificato per la Divisione Vicenza l’utilizzo degli itinerari ferroviari 1 e 2 per il movimento delle tradotte con base tappa Verona per procedere con scalo Kupiansk su un percorso di circa 3000 chilometri che avrebbe impegnato i convogli per un minimo di 10 giorni ad un massimo di 21 con cadenza trisettimanale.
La composizione delle tradotte per il trasporto di 500 uomini (organico di mezzo battaglione) con attrezzature, armi, veicoli ed animali con era molto complessa e venne predisposta con i precisi protocolli previsti per il trasporto personale ed attrezzature al fronte est con un minimo di 38 carri ed una o più locomotive utilizzando prevalentemente le seguenti tabelle:
Carro cucina Kozmann FI o FFI o FF42 - 1 carro
Carro dispensa FI o FFI o FF42 - 1 carro
Carro Infermeria - 1 carro
Carro bagagliaio - 1 carro
Carrozze ristoro e comando tipo CZ
Carrozze trasporto ufficiali almeno 2 carrozze BZ
Carrozze trasporto personale di truppa o quadrupedi almeno 29 carri F o FI c “CAVALLI 8 – UOMINI 40”
Carri trasporti vari Pmx per carri e veicoli, L a Sponde alte e P con o senza sponde – numero carri a seconda del trasporto
Ogni 7 carri uno latrina
In media due tradotte per battaglione considerando che ogni reparto di fanteria contava di 834 uomini e 108 quadrupedi, il CLVI Battaglione Mitraglieri 533 uomini e 100 quadrupedi, il XXVI Battaglione CC.RR. con 311 uomini, CLVI Btg. Misto Genio con 560 uomini (i battaglioni trasportati furono 9), più ulteriori trasporti quali per il Quartier Generale con 736 uomini e 145 quadrupedi, le Compagnie, i servizi divisionali e le attrezzature per altri 567 uomini e 76 muli. I trasferimenti vennero impegnati anche per i veicoli con almeno 67 carri trasporto.
I reparti partivano dalle loro sedi con un primo trasporto fino a Verona ove venivano poi composti i convogli veri e propri. Pur organizzando i trasporti con cadenze fisse, questi erano scaglionati poi in modo variabile in base alla disponibilità dei vettori che in ogni caso dovevano rientrare da viaggi precedenti, non sempre con l’idoneità tecnica ad un successivo riutilizzo.
Superato il confine nazionale poi i convogli dovevano sottostare alle necessità dei trasporti tedeschi che avevano la gestione delle linee ferroviarie in Austria, Polonia, Ucraina e Russia e che in ogni caso davano priorità all’utilizzo delle linee alle loro necessità, fermando a volte i trasporti italiani in lunghe e spesso incomprensibili soste.
I viaggi prevedevano in ogni caso delle tappe obbligate giornaliere principalmente per la distribuzione rancio ed altri servizi personali ma anche per il rifornimento di acqua e carbone alle locomotive. Queste fermate erano prefissate in alcune località ove erano dislocati i posti tappa italiani ma a volte avvenivano lontano da queste soprattutto per dar precedenza ad altri convogli considerando che le tratte erano prevalentemente a binario singolo per entrambi i sensi di marcia.
L’ordine di trasferimento della Divisione Vicenza avvenne nel mese di settembre’42 ed i convogli partirono dal giorno 10 in poi per il fronte orientale dalle le seguenti stazioni di partenza con prima tappa a Verona per la composizione delle tradotte:
Da Brescia lo Stato Maggiore ed il Quartier Generale di Divisione, il 277° Reggimento di Fanteria, il CLVI Battaglione Mitraglieri Divisionale someggiato, il CLVI Battaglione Misto Genio partito già da Manerbio; la 156ª Sezione Sanità con il personale e drappello automobilistico, la 1121ª Autosezione Mista,
Da Bergamo il 278° Reggimento di Fanteria e la 256ª Compagnia Cannoni Controcarro;
Da Milano le Sezioni Miste di Carabinieri Reali 136ª e 137ª, la 156ª Sezione Sussistenza con il personale e drappello automobilistico, la 256ª Squadra Panettieri con Forni rot. Mod. Weiss;
Da Pinerolo (TO) il Plotone Autoblindo del 1° Reggimento di Cavalleria Nizza;
Da Padova gli Ospedali da Campo 161° e 162°;
Da Bologna il XXVI Battaglione Carabinieri Reali mobilitato. Nella Stazione di carico venne predisposto un trasporto composto da 20 vagoni, nel dettaglio 1 vettura mista, 10 vetture di 3ª classe, 3 carri merci e 6 carri piatti nei quali vennero imbarcati 314 uomini e caricati 11 motoveicoli, 4 autocarri leggeri, 1 autocarro pesante ed 1 motocarrozzetta. Il Battaglione non disponeva di salmerie.
Non esistono che frammentarie documentazioni che possono certificare le esatte date di partenza, di transito e di arrivo a Kupiansk ma, fortunatamente la memoria può essere recuperata in parte almeno da altre fonti quali i diari e le corrispondenze. Infatti proprio le lettere e le cartoline non soggette ancora alla censura del fronte testimoniano le date e le località di sosta, presso le quali venivano spedite le corrispondenze.
“CAVALLI 8 – UOMINI 40”
Questa è la tabella riportata sui carri F o FIc che è rimasta impressa nei soldati e che viene frequentemente riportata nelle memorie e nelle lettere. Di fatto il viaggio per la truppa avveniva con queste carrozze mentre gli ufficiali disponevano di carrozze BZ.
Di seguito alcune memorie
Plotone autoblindo del 1° Reggimento di Cavalleria Nizza,
partenza da Pinerolo (TO)
Geniere trasmettitore Eugène LANTERI-MINET
Inquadrato negli equipaggi delle Autoblindo del Nizza Cavalleria come radiotelegrafista di bordo
Rientrato vivo dopo la ritirata
…. da Pinerolo, alla scuola di cavalleria ebbe inizio con un interminabile viaggio in treno-tradotta, di tremila chilometri, attraverso l’Italia, l’Austria e la Cecoslovacchia, fino a raggiungere l’Ucraina.
156ª Sezione Sanità,
partenza da Bergamo il 3 ottobre 1942
S.Ten. Medico Franco FABIETTI della 156ª Sezione Sanità
Rientrato dalla prigionia dal campo di Kirov n.307-1
…. 3 ottobre 1942 Parte la 156^ Sezione Sanità da Bergamo. Arrivo a Kupiansk il 13 ottobre
XXVI Battaglione Carabinieri Reali mobilitato,
partenza da Bologna l’8 ottobre 1942
Vice Brigadiere CC.RR. Giuseppe PEPICIELLO
Rientrato vivo dopo la ritirata
Dal giorno 31 agosto 1942 al giorno 8 ottobre dello stesso anno, rimango in approntamento presso la legione di Bologna in attesa di partire per il Fronte Russo
Il giorno 8 ottobre 1942 parte da Bologna in tradotta (ore 18 circa);
Il giorno 9 ottobre 1942, si arriva a Verona-Trento-Bolzano-Innsbruck-Linz;
Il giorno 10 ottobre 1942, da Linz a Vienna;
Il giorno 11 ottobre 1942, da Vienna a Duberberg (Cecoslovacchia);
Il giorno 12 ottobre 1942, da Duberberg a Radimiro (Polonia);
Il giorno 13 ottobre 1942, da Radimiro a Lemberg e Leopoli;
Il giorno 14 ottobre 1942, da Leopoli a Proscudova (Ucraina);
Il giorno 15 ottobre 1942, da Proscudova a Kiew (Ucraina);
Il giorno 16 ottobre 1942, da Kiev a Konotop;
Il giorno 17 ottobre 1942, da Konotop a Kursk;
Il giorno 18 ottobre 1942, da Kursk a Prokaroska e Kupiansk (tappa di alcuni giorni a Kupiansk);
CLVI Btg. Misto Genio - 256ª Cp. mista collegamenti,
partenza da Manerbio (BS) il 29 settembre 1942
C.le Geniere Radiotelegrafista Danilo DUGONI da Serina - BG
Inquadrato nella 256ª Compagnia mista collegamenti - Genio Telegrafisti e Radiotelegrafisti (Marconisti)
Disperso il 23.1.1943 in località non nota
…. Il reparto muove da Manerbio alle undici di sera di martedì 29 settembre 1942 e raggiunge Brescia alle prime ore dell’alba del 30 settembre. Da lì ha inizio il trasferimento ferroviario al fronte orientale passando per Verona, Udine, Tarvisio, Vienna, Cracovia, Leopoli, Kiev, Kursk per oltre 2.500 chilometri
Il viaggio termina la sera dell’8 ottobre 1942 a Kupiansk, una località in territorio russo subito ad est del confine tra Ucraina e Russia e del fiume Donez
Fin dalle prime tappe del viaggio Danilo approfitta di ogni sosta per scrivere a casa e rassicurare i familiari che tutto sta procedendo per il meglio. La prima missiva redatta durante il trasferimento porta la data del 4 ottobre 1942, cinque giorni dopo la partenza ed è stata scritta poco prima che la tradotta giungesse a Leopoli.
Il 7 ottobre, da una località non precisata durante il viaggio, scrive su una cartolina in franchigia per le forze armate: «Sempre ottimamente! Il viaggio prosegue regolarmente.
…. alle sette di sera dell’8 ottobre 1942 il reparto di Danilo giunge alla stazione di Kupiansk. Il viaggio di trasferimento in treno termina lì. Da quel punto in avanti, dopo otto giorni di sosta, il grosso della Divisione che sta arrivando dall’Italia muoverà verso est a piedi.
A Kupiansk il reparto si attenda presso un bosco di betulle che circonda l’abitato ed è da lì che il giorno seguente il suo arrivo che Danilo si affretta a scrivere a casa: «Carissimi, colgo l’occasione del ritorno della tradotta per consegnare questo mio breve biglietto al Tenente di vettovagliamento che lo imbucherà al Brennero.
Bacioni. Vostro Danilo
CLVI Btg.Misto Genio - 256ª Cp. Mista collegamenti
partenza da Manerbio (BS) il 29 settembre 1942
Geniere Edoardo GUZZETTI da Castellanza - Varese
Inquadrato nella 256ª Compagnia mista collegamenti - Genio Telegrafisti e Radiotelegrafisti (Marconisti)
Disperso il 31.12.1943 in località non nota
Il 26 settembre 1942 manda una cartolina in franchigia per le Forze Armate nella quale, finalmente, può comunicare esplicitamente l’imminente partenza per la Russia che avverrà di lì a pochi giorni.
Il 29 settembre 1942 indirizza l’ultima cartolina alla famiglia prima della partenza dall’Italia (secondo la testimonianza di Danilo Dugoni riportata in precedenza inizia alle 23 circa dello stesso 29 settembre).
In data 16 ottobre 1942 Edoardo scrive una cartolina in franchigia alla famiglia. E’ già giunto a destinazione in Russia dove afferma di aver incontrato tempo buono e soleggiato e che il freddo comincia a dare i primi segni di sé in quanto occorre il maglione.
277° Reggimento di Fanteria,
partenza da Brescia il 6 ottobre 1942
Fante Gino BRUNI da Umbertiade - PG
277° Reggimento di Fanteria
Disperso il 28.1.1943 in località non nota
6 ottobre, ..oggi è l’ultima ora di libera uscita
7 ottobre ….oggi siamo al Brennero .. il nostro viaggio sarà lungo
8 ottobre, …..tra poco lasceremo la nostra bella Italia ma nonostante tutto state contenti, noi qui tutti allegri;
11 ottobre ……oggi domenica, ci troviamo in Polonia;
12 ottobre …..siamo sempre in Polonia, non esiste stanchezza, siamo sempre allegri;
14 ottobre, …..siamo fermi in una stazione per la distribuzione del rancio….;
15 ottobre, ……ieri ci siamo fermati a Chieve (così riportato testualmente ma in realtà Kiew), abbiamo già attraversato una vasta pianura dell’Ucraina: noi qui sempre tutti allegri;
19 ottobre ….. dopo undici giorni di viaggio siamo finalmente arrivati a destinazione. Siamo già da ieri ed oggi abbiamo assistito alla Santa Messa. Le case più belle sono coperte con un tetto di paglia. Mi scrivete spesso.
Un abbraccio a voi genitori. Aff. Gino
277° Reggimento - II Battaglione - 5 ª Compagnia,
partenza da Brescia
Fante Giuseppe LEGORI di Angelo, cl. 6.4.1914 (da Castelverde - Cremona)
277° - II Battaglione - 5 ª Compagna Fucilieri – Salmerie - Conducente
Deceduto il 5.4.43 in prigionia nel Campo 84 – Asbiest, Асбест
… la mia ultima estate l’avrei trascorsa sui binari, attraversando mezza Europa, su e giù dai vagoni.
Toccammo il confine a Tarvisio, poi giungemmo a Vienna, attraversammo parte della Cecoslovacchia e giungemmo in Polonia, sempre verso Nord. Poi finalmente il convoglio cambiò direzione e puntò verso sud. Varcammo il confine Ucraino a Romny …..
277° Reggimento - II Battaglione - 6 ª Compagnia
partenza da Brescia
Fante Paolo DUINA da Collebeato - BS
277° Rgt. - II Btg. - 6 ª Compagna Fucilieri - Conducente
Disperso il 30.11.1942 in località non nota
Il giorno 8 ottobre 1942 scrive da … (la località è stata cassata dalla censura militare), il 10 una
cartolina Feldposharte e dice di trovarsi nella “… es Cecoslovacchia …”. Altra cartolina, stavolta
delle Forze Armate italiane, scrive il 10 e lo stesso giorno in una nuova dice di essere in territorio “… es Polonia …”. Nella successiva, senza data ma con timbro del 12.10.1942, scrive di essere arrivato al confine della Polonia e sta per entrare in territorio russo, scrive inoltre che fino ad ora non hanno ancora fatto vere soste, ma solo brevi fermate e sempre di notte.
In una lettera del 14.10.1942 dice di essere arrivato in terra di Russia, ha viaggiato sul carro con i muli, in tal modo ha potuto sdraiarsi sulla paglia. Sul carro vicino c’è il compaesano Archetti, si vedono sempre per il rancio di mezzogiorno che è composto da riso, gallette e scatolette, quanto portato da casa sta finendo, sarebbe stato bene prendere anche del pane. Nelle stazioni la gente cerca pane, sigarette e sapone, per un pezzo di sapone ti danno un cesto di mele o uova, ci tiene a precisare che “… qui la gente è come noi, anche di carattere, non è come si pensa lì …”
Dalla lettera del 1942.10.16 risulta essere ancora in viaggio ed in quella del 18 di essere ancora in treno ma pensa che sarà l’ultimo giorno, poi bisognerà andare a piedi.
277° Reggimento - II Battaglione - Compagnia Comando
Partenza da Brescia, ottobre 1942
Fante Leandro GUESCINI (conduttore automezzi)
277° Reggimento - II Battaglione - Compagnia Comando
Rientrato vivo dopo la ritirata
… Ottobre del 1942. Partimmo tutti in treno, direzione Berlino e da lì attraversammo la Polonia. Dopo diversi giorni arrivammo a Kupians, una città all’est dell’Ucraina, oggi quasi ai confini con la Russia. Quella volta l’Ucraina era una regione russa.
Fummo subito distribuiti nelle varie zone con l’obbligo di presidiare una cerchia di paesi dell’Ucraina, in pratica le retrovie del Corpo degli Alpini.
277° Reggimento - III Battaglione - 12ª Compagnia
Partenza da Rovato via Brescia, il 9 ottobre 1942
Cap. Cpl. Angelo MUNFORTI da Milano
12ª Compagnia Armi d'accompagnamento
Comandante 1° Plotone Comando di Battaglione – Aiutante in Campo
Fatto prigioniero il 27.1.1943 dalla cavalleria cosacca in località Roschdestweno Рождествено
Deceduto il 7.2.1943 per infezione tetanica in località Valuyki Валуйки
MAVM alla memoria
Il Battaglione riceve l’ordine di partenza da Rovato, la data fissata è il 9 ottobre i punti di riunione sono Milano e Brescia. Il Battaglione parte da Brescia.
278° Reggimento - Compagnia Comando di Reggimento
Partenza da Bergamo, il 3 ottobre 1942
Fante Paolo TROLETTI, da Parre (BG)
Compagnia Comando di Reggimento - Aiutante di Sanità
Rientrato vivo dopo la Prigionia il 15 novembre 1945 dal Campo n° 26 di Ciuamà Юкары‐Чуама - provincia di Andigian - Uzbekistan
Il giorno 3-4 ottobre 1942, io e tutto il reggimento 278° Fanteria, Divisione Vicenza, partimmo da Bergamo per il fronte russo, inconsapevoli di tutto ciò che ci aspettava. A quei tempi, iniziato il servizio militare il 20 gennaio ‘42, facevo parte della caserma di Vertova.
Con il treno giungemmo il 15-16 novembre in Ucraina, nella regione di Smolensk, dove a Rowenki ci stabilimmo per circa un mese come primo accantonamento.
278° Reggimento - Compagnia mortai da 81
Partenza da Bergamo, ottobre 1942
C.le Magg. Guido LIMONTA da Bergamo
Compagnia mortai da 81
Disperso il 31.1.1943 in località' non nota
…. stava in una caserma verso Redona o Torre Boldone, la sera poteva tornare a casa ». Ad ottobre partì con il 278° reggimento, compagnia mortai; aveva da poco compiuto 20 anni.
«I familiari non poterono accompagnarlo alla stazione, perché c’era il coprifuoco» …
278° Reggimento - Compagnia Cannoni 47/32 – IV Plotone
Partenza da Bergamo, 3 ottobre 1942
Fante Sirio SINTONI da Forlì
Compagnia Cannoni 47/32 – IV Plotone
Rientrato vivo dopo la ritirata
3 ottobre partenza da Bergamo. Negli ultimi vagoni c’erano i muli, poi vagoni scoperti (pianali) con i cannoni ed una ambulanza. Al centro una carrozza di seconda classe con il comando e gli ufficiali, poi una carrozza cucina ed una ventina di vagoni con il personale.
Alle 10.30 si giunge al Brennero
Ore 11 giorno successivo (4 ottobre) si giunge a Vienna e si prosegue fino le 16 per Cracovia
Giorno 9 Leopoli, ore 15 confine tra Polonia e Russia Kiev
L’11 ottobre mettono i carri pianale in testa con i sacchi di sabbia
14 ottobre Karkov e poi la tradotta giunge a Kupiansk
Per l’ARMIR i viaggi dal territorio nazionale alle località di arrivo ebbero tuttavia non poche problematiche che ne causarono innumerevoli disagi e rallentamenti nel traffico programmato.
Vennero registrate rotture dei ganci di trazione, tradotte distrutte, deragliamenti, incidenti ferroviari, avarie con conseguenti contusioni ed anche investimenti.
Non mancarono quelli che vennero identificati come “incidenti bellici”, perlopiù per mine sui binari ed attacchi di partigiani ai convogli.
Dalla documentazione per il trasporto della Divisione Vicenza ed i suoi reparti non si riescono ad identificare incidenti ferroviari tuttavia da testimonianze si rileva un particolare “incidente bellico”, accaduto il 4 ottobre 1942 nei pressi di Leopoli.
Riporta il Generale Pascolini nella sua relazione:
La 156 Divisione di ftr. ebbe le sue prime perdite per cause di guerra fin dai primi giorni di ottobre 1942 quando, durante il trasferimento ferroviario, nell’U.R.S.S. nei pressi della stazione di Leopoli, un attacco di partigiani contro un treno che trasportava reparti del 156° btg. Mitraglieri, colpì a morte un sergente del battaglione stesso.
Nella relazione Comando prima base Tradotte di Verona sui Trasporti ferroviari dell’8ª Armata (Armir) viene riportato che il convoglio 176720 il 4 ottobre 1942 subì un attacco da unità partigiane russe nel quale perse la vita un militare italiano.
Nella banca dati dei Caduti risulta che il Sergente Giuseppe Porrovecchio di Palermo del 277° Fanteria è morto il 5 ottobre 1942 e con molta attendibilità si presume che sia proprio lui la vittima dell’attacco al convoglio e per questo essere il primo Caduto della Divisione di Fanteria Vicenza al Fronte Russo.
20 settembre 1942, destinazione fronte russo
Tra il 20 settembre e il 10 ottobre 1942 la Divisione inviata al fronte russo, venne destinata a protezione delle retrovie dell’8ª Armata nella zona a sud ovest di Rossoš, in parte fra Starobelsk e Kupjansk, in parte nella zona di Roven'ki – Belovodsk e parte ancora nella zona di Valujki, operando in attività antipartigiane.
Fino a metà novembre fu impiegata parte alle dipendenze dell’8ª Armata, parte alle dipendenze del Gruppo d’Armata Germanico “B”.
Con la fine di novembre l’intera Divisione Vicenza venne trasferita nei dintorni di Rossoš’.
Non appena giunta nella zona di impiego, la divisione avrebbe avuto bisogno di mantenersi riunita per completare l’addestramento e per esaltarne la coesione. Date però le urgenti necessità di impiego, venne invece frazionata, parte alle dirette dipendenze del comando del gruppo d’Armata germanico B, (Comando di Divisione; XXVI Battaglione Carabinieri Reali, 277° Reggimento di fanteria, CLVI Battaglione Mitraglieri Divisionale; Cp. Marconisti e unità di servizi) parte alle dirette dipendenze del Comando 8 Armata (278° Reggimento di fanteria, Compagnia. Artieri, Compagnia. Cannoni da 47/32 divisionale.
In sostanza, si ebbe questa dislocazione sommaria:
16 ottobre 1942 l’Ufficio Operazioni Informazioni e presso Servizi il Comando della 156ª Divisione di Fanteria Vicenza dispone il dispiegamento dei reparti del 277° Reggimento di Fanteria in avvicendamento dei reparti della 403 Divisione germanica a presidio del confine tra Ucraina e Russia. Il dispiegamento avviene in 3 settori
SETTORE 1 AFFIDATO AL III BATTAGLIONE DEL 277°:
Cdo del 277° rinforzato dal Plotone del Nizza Cavalleria con due autoblindo SSWATOWO
Cdo III Btg.277° e Cp. Comando RUBERSHNAJA
9ª Cp 277° RUBERSHNAJA
10ª Cp 277°
12ª Cp 277° JAMPOL
11ª Cp 277° PETROWKA
Cp. Cannoni da 47/32 reggimentale del 277° NOVO AJDAR
Cp. Mortai da 81 del 277° TORSKAJ
SETTORE 2 AFFIDATO AL I BATTAGLIONE DEL 277°:
Cdo I Btg.277° e Cp. Comando KUPJANSK
1ª Cp 277° WEDIKI BURLUK
2ª Cp 27 KUPANSK USLOWA
1 Plotone della 2ª Cp 277° BARNHOF TOPOLI
3ª Cp 277° STAROWEROWKA
4ª Cp 277° KUPANSK USLOWA
1 Plotone della 4ª Cp 277° SSENKOWO
SETTORE 3 AFFIDATO AL II BATTAGLIONE DEL 277°:
Cdo II Btg.277° e Cp. Comando BELOKURKINO
5ª Cp 277° SKULGINKA
6ª Cp 277° TROIZKOJE
7ª Cp 277° PAWLOWKA
8ª Cp 277° NETCTSCHERETOWKA
NOVEMBRE 1942
L’intera Divisione prosegue nei compiti di sicurezza assegnateli ed è dislocata tra il fiume Donetz-Ajdar e Ostkol.
Il 13 novembre a seguito di una incursione aerea risulta caduto in adiacenza alla ferrovia Kupinsk-Waluiki, .Luigi Tavcar (di Trieste) in forza al CLVI Battaglione Mitraglieri.
Il 17 novembre 1942 Giunge a Starobelsk, il Generale di Brigata Etenvoldo Pascolini dove assume il Comando delle retrovie dell’8° Armata.
SUCCESSIVAMENTE DAL 18 NOVEMBRE LE UNITA’ DELLA DIVISIONE PRENDONO LA SEGUENTE DISLOCAZIONE:
Cdo Divisione Vicenza KUPIANSK
Cdo. CLVI Btg. Mitraglieri. e 3ª Cp. CLVI Btg Mitraglieri WALUJKI
1ª Cp. CLVI Btg Mitraglieri WAMDROWNA (?)
2ª Cp. CLVI Btg Mitraglieri WELAKANEWKA
256 ª Cp. Cannoni 47/32 Divisionale GENSSCHEW
Cdo CLVI Btg. Misto Genio KUPIANSK
Cp. Artieri del CLVI Btg. Misto Genio. STAROBIELSK
159 ª Sezione di Sussistenza KUPIANSK
256ª Squadra panettieri WEISS KUPIANSK
162ª Ospedale da campo KUPIANSK
156 ª Sezione di Sanità KUPIANSK
162ª Ospedale da campo STAROBIELSK
XXVI Battaglione Mobilitato di Carabinieri Reali KUPIANSK
Cdo del 277° Rgt. e Cp. Cdo STAROBIELSK
Cp. Mortai da 81 del 277° Rgt. TERASKAJA
Cp. Cannoni 47/32 del 277° Rgt. NOVO AJDAR
Cdo I Btg.277° KUPIANSK
1ª Cp. I Btg. 277° KUPIANSK
2ª Cp. I Btg. 277° WELIKI DURL.
3ª Cp. I Btg. 277° DWURESHNAJA
4ª Cp. I Btg. 277° STAROWEREWKA
Cdo II Btg.277° BELO KURAKINO
5ª Cp. II Btg. 277° SLENLGIAK
6ª Cp. II Btg. 277° TREINKEJE
7ª Cp. II IBtg. 277° PAWLOWKA
8ª Cp. II Btg. 277° NEMCHTSCHERJAWKA
Cdo III Btg.277° e 9ª Cp. III Btg. 277° RUBERSNAJA
10ª Cp. III Btg. 277° STAROBIELSK
11ª Cp. III Btg. 277° PETREWZA
12ª Cp. III Btg. 277° JAMPEL
Cdo del 278° Rgt., e Cp. Mortai da 81 del 278° Rgt. ROWENKI
Cp. Cannoni 47/32 del 278° Rgt. NOWO PEKOW
Cdo I Btg.278° BELOWODAK
1ª Cp. I Btg. 278° SALIKOWKA
2ª Cp. I Btg. 278° SARANIKOWKA
3ª Cp. I Btg. 278° SSEGIKOSOWO
4ª Cp. I Btg. 278° KONONOWKA
Cdo II Btg.278° NOWO PEKOW
5ª Cp. II Btg. 278° NOWO PEKOW
6ª Cp. II Btg. 278° NOWO PEKOW
7ª Cp. II Btg. 278° BELOLUSKAJA
8ª Cp. II Btg. 278° BELOLUSKAJA
Cdo III Btg.278° ROWENKI
9ª Cp. II Btg. 278° ROWENKI
10ª Cp. II Btg. 278° ROWENKI
11ª Cp. II Btg. 278° ROWENKI
12ª Cp. II Btg. 278° ROWENKI
E’ da notare che in questa caratteristica dislocazione alle dipendenze dei due comandi diversi tutti i reparti continuavano a dipendere disciplinarmente e amministrativamente dal comando di divisione.
Tenuto conto che la divisione doveva provvedere alla protezione delle comunicazioni esistenti nella immensa zona sopra considerata, si vede subito come la Divisione stessa finisse con l’essere letteralmente polverizzata, con grave danno dell’addestramento di insieme e della coesione dei reparti per i quali, prima della partenza dall’Italia, s’erano ottenuti risultati più che soddisfacenti.
E che la Divisione fosse veramente “polverizzata” lo dimostra il fatto che in due studi compiuto di intesa con il Comando del gruppo di Armata Germanico B che intendeva impiegare la Divisione riunita con altri reparti germanici, contro grosse formazioni di partigiani stabilite nei boschi di Waluiki e di Isium, occorrevano circa 8-10 giorni.
NOVEMBRE 1942
L’intera Divisione prosegue nei compiti di sicurezza assegnateli ed è dislocata tra il fiume Donetz-Ajdar e Ostkol.
Il 13 novembre a seguito di una incursione aerea risulta caduto in adiacenza alla ferrovia Kupinsk-Waluiki, .Luigi Tavcar (di Trieste) in forza al CLVI Battaglione Mitraglieri.
Il 17 novembre 1942 Giunge a Starobelsk, il Generale di Brigata Etenvoldo Pascolini dove assume il Comando delle retrovie dell’8° Armata.
Il 24 novembre 1942 la 9ᵃ Compagnia del III Battaglione del 277° Reggimento fanteria impegnata in ricognizione nella zona tra Isium e Starobelsk a Gujana Balka cadde in una imboscata da parte di unità partigiane russe.
Lo scontro particolarmente cruento non lasciò scampo agli uomini della Compagnia dei quali non vennero risparmiati nemmeno i feriti che vennero barbaramente trucidati.
L’evento ebbe 20 morti, tra i quali il Comandante di Compagnia e due subalterni:
Capitano Silvio Invernizzi (Milano)
Tenente Antonio Ugoni (Barbana d’Istria - Pola)
Sottotenente Ugo Pezzi (Faenza – RA)
Sergente Osvaldo Raggi ((Casalfiumanese – BO)
Caporalmaggiore Biagio Petrullo (Napoli)
Caporale Arrigo Peressin (Villesse – GO)
Caporale Giacomo Tolomeo (Palermo)
Caporale Angiolino Tugnoli (Manerbio – BO)
Fante Tito Dallari (Baiso -RE)
Fante Fiorindo Licocci (Alatri -FR)
Fante Gandolfo Messineo (Polizzi Generosa – PA)
Fante Umberto Palladinelli (Monte San Giovanni Campano -FR)
Fante Giacomo Perrone (Marsala – TP)
Fante Giacomo Rigon (Zevio – VR)
Fante Domenico Rossi (Sover – TN)
Fante Francesco Scurto (Alcamo – TP)
Fante Vittorio Tondin (Cembra – TN)
Fante Luciano Tonizzo (Rivignano – UD)
Fante Bruno Zanin (Torre di Mosto – VE)
29 novembre 1942 arrivano a Rossosch i Servizi per predisporre l’alloggiamento della Vicenza.
30 novembre 1942 la 156ᵃ Sezione Sanità riceve l’ordine di partire per la zona del Don.
Dicembre 1942, il cambio di mansioni.
L’argomento trattato in questo capitolo riguarda la complicata situazione che si è creata nel dicembre 1942. La divisione Vicenza alla fine di novembre riceve le disposizioni per essere successivamente assegnata al Corpo d’ Armata Alpino dopo essere stata impegnata per parte dei mesi di ottobre e novembre nelle retrovie del fronte a svolgere attività territoriali, per le quali era stata completamente suddivisa in tante piccole unità decentrate anche a livello di compagnia. Il trasferimento al Corpo d’ Armata Alpino sarebbe significato finalmente riunire tutti i reparti assieme ed in questo modo assumere la formazione per la quale era stata costituita. I compiti comunque sarebbero stati quelli di gestire le retrovie del fronte del Don per supportare il Comando d’Armata nella gestione del territorio. Già dai primi di dicembre iniziava il trasferimento appiedato dei vari reparti verso Rossosh con precise destinazioni nel suo circondario. Ufficialmente la Vicenza entra a far parte del C.A. Alpino l’11 dicembre 1942, un venerdì.
Purtroppo alla stessa data nella zona centrale di fronte sud dell’Armir si sarebbe scatenata l’offensiva sovietica che avrebbe travolto le divisioni Ravenna, Pasubio e Cosseria. A seguito di questo evento la Divisione Alpina Julia sarebbe stata inviata nella zona della confluenza del Kalitva con il Don per tamponare gli esiti del pesante attacco. Dal giorno 16 dicembre, la Divisione Vicenza viene pertanto modificata nuovamente nella dislocazione dei reparti prendendo posto alla Julia nella gestione della zona centrale del fronte di competenza al C.A. Alpino.
Nella ricerca che proponiamo di seguito, ripercorreremo quasi quotidianamente gli spostamenti e le assegnazioni della Divisione Vicenza ed i suoi reparti nel mese di dicembre 1942 fino alla data dell’ordine di ripiegamento del 17 gennaio 1943. Questo è stato possibile grazie alle documentazioni ufficiali consultate tra le quali il Diario Storico del C.A. Alpino ed inoltre numerose relazioni di cui alcuni stralci.
DAL DIARIO STORICO REDATTO DAL COMANDO DEL CORPO D’ARMATA ALPINO
30.11.1942 (lunedì) - si impartiscono disposizioni per la dislocazione delle nuove unità affluenti in zona, tra le quali la D.f. Vicenza;
1.12.1942 (maredì) - giungono a Rossosh il Comando del XLVI Btg. Misto Genio ed a Lisinowka la 156ᵃ Cp.artieri della Vicenza - (temperatura: massima -3,5° , minima -10,5°)
2.12.1942 (mercoledì) - giungono a Lisinowka il Comando del XLVI Btg. Misto Genio della Vicenza - (temperatura: massima -6°, minima -10,5°)
3.12.1942 (giovedì) - Dislocazione reparti D.f. Vicenza: 156ᵃ Cp. Artieri a Ssergejewka, 156ᵃ Sez. Sanità e Q.G. a Rossosh - (temperatura: massima -1°, minima -9°)
4.12.1942 (venerdì) - Dislocazione movimento reparti della Vicenza: 156ᵃ Sez.Sanità a Podgornoje, 162° Ospedale da Campo e 256ᵃ Squadra panettieri forni Weiss a Rossosh; il III/278° Btg. e Cp. Mortai del 278° Rgt. a Morosowka (Rossosh) - (temperatura: massima +3° , minima -1°)
5.12.1942 (sabato) - Dislocazione reparti della Vicenza: 162° Ospedale da Campo a Kuleshowka; la 256ᵃ Squadra panettieri forni Weiss a Podgornoje; il Quartier Generale a Ssergejewka; la Cp. Comando del 278° Rgt. a Rossosh - (temperatura: massima +0,5°, minima -3,5°)
6.12.1942 (domenica) - Dislocazione reparti della Vicenza: il II/278° Btg. e Cp.cannoni 47/32 del 278° Rgt. a Morosowka; il III/278° Btg. e Cp.Mortai del 278° Rgt. a Podgornoje.
Sunto ordini: il Comando 8 Armata dà ordini per l’impiego della D.f. Vicenza nella difesa ad oltranza dello schieramento di Pawlowsk che deve occupare ed organizzare a difesa la 2 posizione (in corrispondenza di Pawlowsk) - (temperatura: massima -3,5°, minima -6°)
La Divisione Vicenza si ricompone organicamente nella prima decade del dicembre 1942 dirigendo verso Rossosh.
Il 7 dicembre il Generale di Brigata Etenvoldo Pascolini venne interpellato dal Comando dell’8° Armata per valutare la sua disponibilità ad assumere il comando della 156° Divisione di Fanteria Vicenza ancora in marcia di trasferimento verso Rossosch e largamente disseminata ad ovest di questa località, giacché il Generale di Divisione Enrico Broglia già Comandante della Divisione stessa doveva partire immediatamente per l’Italia per gravi problemi di famiglia.
Benché Ufficiale Generale del ruolo riassunti, ricordando tutta la sua vita militare passata specialmente nella grande guerra e in A.O.I. sempre e soltanto alla testa dei reparti operanti, il Generale Pascolini accolse con entusiasmo l’offerta ed il giorno 8 dicembre in Rossosch assunse il comando della Divisione Vicenza con il grado di Generale di Brigata I.G.S. (Incaricato al Grado Superiore) i cui reparti erano ancora in marcia verso le località di assestamento, mentre gli elementi del Comando proprio in quel giorno raggiungevano Rossoch.
L’incarico di comando venne perfezionato il 22 dicembre successivo.
8.12.1942 (martedì) – Dislocazione: giunge a Rossosh il Comando della D.f. Vicenza.
Si informano i Comandi d’arma e le direzioni dipendenti che è stata assegnata al C.A. Alpino la Divisione di Fanteria Vicenza che sta affluendo in zona.
In mattinata si presenta il Comandante della Div. Vicenza, Gen.Enrico Broglia il quale ha ottenuto una licenza per andare a visitare la madre morente a Milano. Alle ore 16 giunge al comando il Gen. Pascolini che lo sostituisce nel comando della Vicenza.
- (temperatura: massima +2°, minima -5,5°)
9.12.1942 (mercoledì) – Dislocazione: giungono a Rossosh i seguenti reparti del 277° Rgt.ftr., la Cp. Mortai, e Cp.Cannoni Controcarri 47/32 e la 12ᵃ Cp. - (temperatura: massima +2°, minima -5°)
10.12.1942 (giovedì) – Dislocazione reparti della Vicenza: giungono a Morosowka (Rossosh) il I Btg. del 278° Rgt., la 256ᵃ Cp. Cannoni 47/32; giunge a Natschla il II Btg. del 277° Rgt. (meno la 6ᵃ Compagnia); Giunge a Rossosh il Comando del 277° Rgt; si trasferiscono a Ssotnizkaje la Cp. Mortai e la 12ᵃ Cp. Del 277° Rgt.
Si dispone che il 277° Rgt. della D.f. Vicenza si raccolga temporaneamente in zona Rossosh per non intralciare i movimenti per l’inserimento del 14° Rgt Polizia germanico in linea.
Terminato detto inserimento il277° Rgt.ftr.asumerà la seguente dislocazione: Comando di Reggimento ed 1 Battaglione in zona Witebesk; 1 Battaglione a Ssergejewka; 1 Battaglione a Rossosh (I/277°). - (temperatura: massima -6°, minima -11°)
11.12.1942 (venerdì) – Dislocazione reparti della Vicenza: giungono a Rossosh (Put Lenina) il Comando del III Btg. del 277° Rgt. e le Cp 9ᵃ e 10ᵃ del 277° Rgt.
Varie: viene diramato l’Ordine del Giorno n°31 che comunica l’assegnazione ufficiale al C.A.Alpino della D.f. Vicenza. - (temperatura: massima -10°, minima -21,5°)
12.12.1942 (sabato) – Dislocazione reparti della Vicenza: giunge a Rossosh da Olichowatka il CLVI Brt. Mitraglieri. - (temperatura: massima -4°, minima -11°)
Dal giorno 11 dicembre la Divisione Vicenza entra in organico al Corpo d’Armata Alpino. Per un breve periodo l’unità è compatta e viene dislocata attorno a Rossosh prevalentemente lungo la linea ferroviaria a nord del Kalitwa e sulle vie di comunicazione minori sulla strada Lenina.
Dalla relazione del Generale Etenvoldo Pascolini
In pochi giorni il morale e l’efficienza della Divisione miglioravano notevolmente, tanto più che verso il 16 dicembre – centro Sergejewka – la Divisione poteva considerarsi per la prima volta dopo la partenza dall’Italia – abbastanza riunita come unità di 2° schiera del Corpo d’Armata Alpino.
CORPO D’ARMATA ALPINO
P.M. 108, 11 dicembre 1942 XXI
La Divisione “Vicenza” giunge in rinforzo al Corpo d’Armata per affiancarsi agli Alpini nella difesa del settore affidatoci.
Fiero di averli ai miei ordini e sicuro di poter fare pieno assegnamento sul loro coraggio e sulla loro tenacia, porgo ai Fanti della “Vicenza” il mio cordiale saluto di Comandante ed il cameratesco benvenuto di tutti i componenti del Corpo d’Armata Alpino.
Con questo messaggio il Generale di Corpo d’Armata Gabriele Nasci accoglie l’11 dicembre 1942 la Divisione di Fanteria Vicenza ed i suoi reparti nel Corpo d’Armata Alpino. Al suo arrivo la Divisione viene dispiegata nel territorio di competenza ed i suoi reparti come unità di 2° schiera del Corpo d’Armata Alpino prendendo posizione nelle località di seguito elencate, quasi tutte adiacenti la linea ferroviaria che attraversa Rossosh con un’ampiezza del settore divisionale circa 24 Km. Precisamente:
Comando Battaglione SSERGEJEWKA - Сергеевка
156ᵃ Compagnia artieri SSERGEJEWKA - Сергеевка
156ᵃ Compagnia telegrafisti marconisti SSERGEJEWKA - Сергеевка
277° REGGIMENTO FANTERIA
278° REGGIMENTO FANTERIA
Questa situazione ottimale per la Divisione Vicenza sarà purtroppo di breve durata.
La Divisione Vicenza appena rimessasi in sesto veniva nuovamente scombinata (come riporta il Col.Uberti)
Gli avvenimenti incalzavano per le azioni sempre più minacciose dei sovietici che, travolta l’armata rumena, attaccavano ora il centro ora l’ala destra dell’8° Armata.
” Alle prime luci dell’alba dell’11 dicembre 1942 le divisioni Ravenna e Pasubio e, il giorno successivo, anche la divisione Cosseria costituivano il settore centrale dell’8a Armata che veniva attaccato da consistenti formazioni sovietiche."
DAL DIARIO STORICO REDATTO DAL COMANDO DEL CORPO D’ARMATA ALPINO
13.12.1942 (domenica) – si dispone che la Divisione Julia si tenga pronta a spostare il Btg. Tolmezzo ed il Btg. Monte Cervino. - (temperatura: massima -0°, minima -8°)
14.12.1942 (lunedì) – Dislocazione reparti della Vicenza: giungono a Rossoh il I Btg. del 277° Rgt. e la Cp.Cannoni 47/32 del 277° Rgt.; la 11ᵃ Cp si ricongiunge con il III Btg. del 277° Rgt. a Put Lenina. - (temperatura: massima +2°, minima +0,5°)
16.12.1942 (mercoledì) - ore 15.30 il Comando dell’Armata comunica telefonicamente che la Div. Julia deve essere avviata al più presto nel settore del II Corpo di Armata. Il Generale Nasci telefona al Generale Pascolini comandante la D.f. Vicenza, comunicandogli che deve assumere il Comando del settore divisionale del centro ed indicargli i Battaglioni destinati a sostituire in linea quelli della Julia. Ordina che una Battaglione del 277° Rgt. Fanteria sostituisca il Btg. Gemona e che il CLVI Btg. Mitraglieri sia impegnato suddiviso per Compagnia sul fronte per aumentare l’efficienza di fuoco dei fucilieri. Alle ore 18 viene firmato l’ordine di operazioni n° 15 che viene diramato a mezzo ufficiale. - (temperatura: massima -5°, minima -18,5°)
17.12.1942 (giovedì) – Dislocazione reparti della Vicenza: il II Btg. del 277° Rgt. viene autotrasportato per raggiungere il settore della Julia per sostituire in linea il Btg. Gemona; Il CLVI Btg. Mitraglieri giunge a Rossosh da Olikowatka e viene autotrasportato per il settore di impiego.
La Div. Cuneense deve prolungare sulla destra le proprie posizioni fino a Golubaja Krimiza e dislocare a Staro Kalitwa il III Battaglione del 277° Rgt.f. avuto in rinforzo. - (temperatura: massima -17°, minima -25,5°)
18.12.1942 (venerdì) – Dislocazione reparti della Vicenza: il Comando della Divisione Vicenza si trasferisce a Kurenj. Il comando del Settore Nord a Witebski; il Comando del settore Sud a Saprina.
In corso la sostituzione in linea del Btg. Val Cismon (Julia) da parte del Btg. Vestone (Tridentina), del Btg. Vicenza (Julia) da parte del Btg. Morbegno (Tridentina), del Btg. Cividale (julia) da parte del Btg. Pieve di Teco (Cuneense), del Btg. Gemona (Julia) da parte del II Btg. del 277° Rgt. (D.f. Vicenza).
I Gruppi di Artiglieria da Montagna Udine e Conegliano (Julia) vengono sostituiti da parte dei Gruppi Artiglieria a Cavallo I e III, la 15ᵃ Batteria del Gruppo Conegliano (Julia) viene costituita con una Batteria di formazione (Villanova) costituita da tre pezzi tratti ognuno dalle Batterie del Gruppo Mondovì (Cuneense).
A parziale modifica dell’Ordine di Operazioni n°15 si dispone che il Comando del 278° Rgt.f. resta a disposizione della divisione Vicenza; Il Comando del 277° Rgt.f. con la Compagnia Cannoni e la Compagnia Mortaipassa temporaneamente alle dipendenze del comando di Corpo d’ Armata per la difesa di Rossosh.
Ordinamento divisionale delle Artiglierie nel settore della Div.f. Vicenza dispone che il Comandante del Reggimento Artiglieria a Cavallo (Col. Montella) assume il comando delle Artiglierie di Divisionali nel settore. Alle dipendenze sono: I e III Gruppo Artiglieria a Cavallo; 39 Batteria del Gruppo Val Piave da 105/11 (ex Julia); Batteria di formazione (Villanova) del Gr.a.mon. Mondovì su tre pezzi da 75/13. - (temperatura: massima -6°, minima -25°)
21.12.1942 (lunedì) - Ordine operativo: si assegna al Col. Salvi Comandante del 277° Rgt. ftr. Il comando del settore sud di Rossosh con sede ad Artemowka e lo si incarica di proseguire i lavori per la sistemazione del settore.
Perdite: 2 congelati di 2°grado. - (temperatura: massima -3°, minima -11°)
22.12..1942 (martedì) – Settore della Div.f. Vicenza: Tiri di mortai nemici su capisaldi. - (temperatura: massima -2°, minima -7°)
23.12.1942 (mercoledì) – Settore della Div.f. Vicenza: fugata piccola pattuglia russa, raffiche opposte con armi automatiche. Tiri di aggiustamento nostre batterie.
Giunge al Comando del C.A. Alpino il Maggiore Extrafallaces che coprirà la funzione di Ufficiale di Collegamento con il Comando della 8ᵃ Armata. - (temperatura: massima +5°, minima -2°)
24.12.1942 (giovedì) – Settore della Div.f. Vicenza: attività mortai nemici su vari capisaldi, una mitragliatrice fuori uso. Due aerei spezzonano in zona Ssaprina Perdite: 1 fante ed 1 mulo feriti - (temperatura: massima 0°, minima -6°)
26.12.1942 (sabato) – Settore della Div.f. Vicenza: azioni di spezzonamento e mitragliamento aereo nemico senza conseguenze. - (temperatura: massima -15°, minima -21°)
27.12.1942 (domenica) – Settore della Div.f. Vicenza: azioni di spezzonamento e mitragliamento aereo nemico su caposaldi e sgancio di bombe su Kurenj, senza conseguenze.
Perdite: Settore D.f. Vicenza feriti 1 ufficiale e 2 soldati, Congelati 7 soldati. - (temperatura: massima -15,5°, minima -23,5°)
28.12.1942 (lunedì) – 10 incursioni aeree su Rossosh. Attività operative: Settore D.f. Vicenza disperso un pattuglione nemico di circa 30 uomini con tiri dei mortai da ‘81;
Perdite 1 ferito e 3 congelati. - (temperatura: massima -14°, minima -22°)
29.12.1942 (martedì) – attività operative: Settore D.f. Vicenza, verso le ore 18 stroncato tentativo di infiltrazione pattuglione nemico (circa 40 uomini). Presentatisi 3 disertori. Perdite: 7 congelati. - (temperatura: massima -12°, minima -19°)
30.12.1942 (mercoledì) – Attività operative: Settore D.f. Vicenza, attivià di pattuglie della Vicenza, Tiri di morai ed artiglierie nemiche, presentatosi 1 disertore.
Perdite: 1 Caduto, 3 feriti e 1 congelato. - (temperatura: massima -3,5°, minima -16°)
31.12.1942 (giovedì) - Perdite: Settore D.f. Vicenza, 1 Caduto, 1 ferito e 1 congelato.
- (temperatura: massima -0,5°, minima -2,5°)
1.1.1943 (venerdì) - Attività operative: Settore D.f. Vicenza, presentatosi 2 disertori.
Perdite: 1 Caduto, 10 feriti di truppa.
Lo sfondamento del fronte a Sud del Kalitwa, ovvero alla destra dello schieramento del Corpo d’Armata Alpino, impone fin dal 19 dicembre ’42 una complessa manovra tattico-logistica per proteggere la destra del suo schieramento ormai scoperto, disimpegnando la Divisione Julia dalle sue posizioni per essere utilizzata ad arginare la pericolosa situazione creatasi inviandola tappare la falla apertasi sulla destra del Corpo d’Armata Alpino e passando di fatto al XXIV C.A. corazzato tedesco. Per cui:
· la Divisione Alpina. Julia lascia il suo schieramento sul Don per portarsi sul Kalitwa, alla destra della Divisione Alpina Cuneense;
· la responsabilità del settore Julia viene assunto dal Comando della Divisione di Fanteria. Vicenza che però doveva schierare in 1° scaglione da nord a sud i Battaglioni Vestone e Morbegno già della “Tridentina”, il II/277° fanteria., il Pieve di Teco già della Cuneense.
A causa della delicata situazione verificatasi sul fronte dell’Armata, i reparti della Vicenza vengono in parte trasferiti nel settore del Corpo d’Armata Alpino, a sud di Pavlovsk, prima occupato dalla Julia, tra le Divisioni Tridentina e Cuneense.
Dalla relazione del Colonnello Giulio Cesare Salvi:
L'ala destra del C.A.A. viene a trovarsi scoperta con grave pericolo di aggiramento da Sud, oltre il Kalitwa. D'urgenza la «Julia» riceve ordine di dislocarsi a protezione del fianco esposto e la «Vicenza», accolta quasi col broncio nella verde famiglia, - forse perchè di fanteria, - è destinata a sostituire in parte la «Julia» sul fiume Don, mentre il I / 277° rinforzato dalla Compagnia Cannoni Reggimentale, deve sostituire il battaglione sciatori Monte Cervino nella difesa Sud.-Est di Rossoch.
Per fare fronte alle nuove necessità organizzative per la tenuta del fronte di competenza del Corpo d’ Armata Alpino, la Divisione Vicenza viene nuovamente riorganizzata imponendo uno scambio di reparti tra le divisioni Tridentina e Cuneense, scelta dettata dalla necessità contingente ma che di fatto limiterà l’ordine di comando nel periodo successivo che sarà particolarmente critico, Nel dettaglio verranno apportate le seguenti modifiche organiche:
· Alla Divisione Cuneense viene ceduto il III Battaglione del 277° Reggimento (C.te 1°Cap. Gabriele Gherardini), assegnato in secondo scaglione (al posto del Battaglione Pieve di Teco), dispiegandosi in località Topilo Топило e poi sistemato a caposaldo nella zona del colcos Ciapajeva nei dintorni di Rossosc;
· Al Comando Piazza di Rossosh (C.te Col. S.p.e. Roberto Margiotta) viene assegnato il I Battaglione del 277° Reggimento (C.te Ten. Col. Antonio Natale), la Compagnia Cannoni da 47/32 reggimentale (Cap. Valentino Husu) e la Compagnia mortai da 81 reggimentale del 277° e sono destinati alla difesa di Rossoš’ sulla pista Kantermirovka - Ukrainec.in particolare lo impiegava in direzione di Ukrainez, dalle provenienze da Kantemirovka, per la difesa del campo di aviazione;
· Alla Divisione Tridentina in secondo scaglione due Battaglioni del 278° Reggimento, il II (C.te Magg. Emanuele Conforto ) ed il III (inizialmente C.te Magg. Attilio Aielli dopo il 19 gennaio C.te Magg. Italo Leoni) anello di congiunzione con la Divisione stessa.
Passano alle dipendenze della Divisione Vicenza:
· Battaglione Pieve di Teco del 1° Reggimento Alpini (C.te Magg..Carmelo Catanoso) della Divisione Cuneense rinforzato da una
· Batteria di formazione da montagna chiamata per l’occorrenza Villanova (C.te Ten. Ernesto Scatolero) La batteria con obici da 75/13 era organizzata inizialmente su tre pezzi, tratti ad ognuna delle tre batterie del Gruppo Artiglieria da Montagna Mondovi’ della Cuneense ai quali successivamente venne aggiunto un quarto pezzo inviato dal Gruppo Artiglieria da Montagna Conegliano della Julia.
(Il nome Villanova era quello dell’antica sede del Gruppo di Artiglieria Mondovi’);
· Battaglione Morbegno del 5° Reggimento Alpini (C.te Magg. Romualdo Sarti)
· Battaglione Vestone del 6° Reggimento Alpini (C,te Magg. Enrico Bracchi)
· Due Gruppi del 2° Reggimento Artiglieria a Cavallo (C.te. Col. Domenico Montella): il I (C.te Magg. Dino Brocani) ed il III (C.te Magg. Elio Turati) su un organico complessivo di 4 batterie con un totale di 16 cannoni da 75/27 (T.A.).
· La 39 ª Batteria da 105/11 (C.te. Cap Walter Zanon) del Gruppo Val Piave della Julia, organizzata su 4 pezzi.
Il Comandante del Reggimento Artiglieria a Cavallo Col. Domenico Montella assume inoltre la responsabilità delle artiglierie del settore (I e III Gruppo Artiglieria a Cavallo, 39 ª Batteria da 105/11 del Gruppo Val Piave e la Batteria di formazione Villanova).
(da sinista a destra sulla linea del Don: Vestone - Morbegno – II/277° - Pieve di Teco)
La responsabilità dei Battaglioni di 1° scaglione del Settore di operazioni della Divisione Vicenza, vengono affidati a due Sottosettori, a Nord nel Settore della Tridentina ed a Sud nel Settore della Cuneense:
· Sottosettore Nord denominato “Leonarduzzi” (dal cognome del Ten. Col. Ezio Leonarduzzi già Comandante del Battaglione Alpini Tolmezzo)) con schierati in primo scaglione da sinistra i Battaglioni Alpini Vestone e Morbegno;
· Sottosettore Sud denominato “Mulattieri” (dal cognome del Ten. Col. Giuseppe Mulattieri già Capo Sezione del Personale della Divisione Cuneense) con schierati in primo scaglione da sinistra il II del 277° Reggimento di Fanteria. ed il Battaglione Alpini Pieve di Teco.
Tutti i reparti Alpini e di Fanteria dei battaglioni di 1° scaglione vennero rinforzati con elementi dei seguenti reparti:
· CLVI Battaglione Mitraglieri divisionale
· 256ª Compagnia cannoni 47/32 divisionale
· Compagnia cannoni 47/32 reggimentale del 278°
· Compagnia mortai da 81 reggimentale del 278°
NB: Ogni Battaglione di 1° scaglione aveva la responsabilità di circa 6 km. di fronte ed il Don, in quella stagione, ovunque ghiacciato, non era un ostacolo.
Dal 21 dicembre il Comando della Divisione Vicenza si stabilisce a Kurenyj Куренное nella stessa località ove era dislocato il Comando della Divisione Julia.
NUOVA COMPOSIZIONE ORGANICA DELLA DIVISIONE VICENZA
DAL 19 DICEMBRE 1942
Dopo l’attuazione del nuovo piano di difesa tattico-logistico il Generale Pascolini poteva dunque disporre direttamente dei seguenti reparti che di fatto ricomponevano la Divisone Vicenza con un nuovo organico:
… in 1° scaglione (da sinistra)
· Battaglione Vestone del 6° Reggimento Alpini (C,te Magg. Enrico Bracchi)
· Battaglione Morbegno del 5° Reggimento Alpini (C.te Magg. Romualdo Sarti)
· II Battaglione del 277° (C.te Cap. Franco Monticelli).
· Battaglione Pieve di Teco del 1° Reggimento Alpini (C.te Magg..Carmelo Catanoso)
· I Gruppo Artiglieria a Cavallo (C.te Magg. Dino Brocani) rinforzato dalla 39 ª Batteria da 105/11, a supporto dei Battaglioni Alpini Vestone e Morbegno
· III Gruppo Artiglieria a Cavallo (C.te Magg. Elio Turati) rinforzato dalla Batteria Villanova, a supporto del II Battaglione del 277° e del Battaglione Alpini Pieve di Teco
….. in 2° Scaglione
· Comando del 278° Reggimento (Col. Gaetano Romeres)
· I Battaglione del 278° (C.te Magg. Michele Campanella)
· Comando del 277° Reggimento (Col. Giulio Cesare Salvi)
· CLVI Battaglione Misto Genio (T.Col. Luigi Lissoni)
· CLVI Battaglione Mitraglieri divisionale (Magg. Vasio)
· 256ª Compagnia Cannoni Controcarro someggiata da 47/32 su 8 pezzi (Cap. Giuseppe Lello)
· Comando del 2° Reggimento Artiglieria a Cavallo (C.te. Col. Domenico Montella
…. dei Servizi Divisionali:
· 156ᵃ Sezione Sanità (Magg. Medico Cesare Uberti)
· 161° Ospedale da Campo
· 162° Ospedale da Campo (Cap. Medico Gerolamo Lino Picchini)
· 156ª Sezione Sussistenza (personale e drappello automobilistico) (C.te Ten. Ferdinando Mancini)
· 256ª Squadra Panettieri con Forni rot. Mod. Weiss (Ten. Alcide Bolzoni)
· 1121* Autosezione mista
Va evidenziato, come accennato in precedenza, che pur appartenendo alla Divisione Vicenza i reparti di 1° Scaglione dei Sottosettori Nord (Battaglioni Alpini Vestone e Morbegno) e Sud (Battaglione Alpini Pieve di Teco ed il II del 277°) questi non rispondevano al Comando dei rispettivi Reggimenti ma ai Responsabili di Sottosettore (Ten. Col. Ezio Leonarduzzi e Ten. Col. Giuseppe Mulattieri)
A far data del 21 dicembre 1943 Comando Piazza di Rossosh viene assegnato al Colonnello Giulio Cesare Salvi (già comandante del 277° Reggimento) subentrando al Colonnello Roberto Margiotta.
Nello stesso periodo, e precisamente il 24 dicembre, il XXVI Battaglione mobilitato di Carabinieri Reali (C.te Magg.Vieri Papa) ed il Plotone Autoblindo del Nizza Cavalleria vennero scorporati dalla Divisione Vicenza passando alle dipendenze dirette al Comando dell’8ª Armata.
Dalla relazione del Generale Etenvoldo Pascolini
La soluzione adottata dal C.A. Alpino non era scevra di inconvenienti, sia perché frazionava i reparti della Divisione. In tre settori divisionali diversi sia perché non permetteva d’impiegare i due comandanti di reggimento (277° ftr colonnello Salvi Giulio Cesare e 278° ftr. Col. Romeres Gaetano), con tutti i loro organi di comando, che meglio avrebbero potuto assolvere alle necessità dei battaglioni. Di primo scaglione, per i quali invece, i due comandanti di sottosettore (tenenti col. Leonarduzzi e Mulattieri) potevano provvedere soltanto con ripieghi e a prezzo di continui interventi del comando di Divisione.
Voglio però ritenere che la soluzione sia stata imposta dalle necessità di far presto dato che volendo riunire tutti i reparti organici della Vicenza nel settore assegnatole sarebbero occorsi quasi tre giorni.
I complessi movimenti delle truppe della Vicenza e delle altre divisioni alpine per assumere il nuovo schieramento furono attuati il 21 dicembre con un tempo eccezionalmente rigido e sotto la continua offesa dell’aviazione sovietica non validamente contrastata dalla nostra caccia. Peraltro, l’accurata organizzazione del Comando del Corpo d’Armata e le mie predisposizioni valsero a far precedere cronometricamente tutti gli spostamenti ordinati e a contenere le perdite in misura minima.
Il mattino del 22 dicembre assunsi la responsabilità del settore affidatomi, mentre mi veniva anche comunicato che l’assunzione del Comando della Df.. Vicenza da parte mia doveva ritenersi completa a tutti gli effetti, anche in base ad un dispaccio ministeriale per cui dovevo assumerne l’incarico di Comandante della Divisione stessa.
Mio primo compito fu quello di assicurarsi personalmente sia dell’efficienza del settore affidatomi ed in particolare degli elementi più avanzati, sia del benessere e dei bisogni delle truppe. Sicché giornalmente mi recai presso i battaglioni di primo scaglione spingendomi sempre fino ai posti più avanzati che visitai tutti minuziosamente e ripetutamente per rendermi esatto conto del razionale impiego delle singole armi schierate a sbarramento del Don. Più volte visitai anche i posti isolati in mezzo al fiume (isolotto “Beltrame” ove era dislocato un nostro posto scoglio), sia non potendo tralasciare il lavoro organizzativo del Comando divisione, sia per rendermi esatto conto della topografia dei luoghi era necessario che io compissi le mie ricognizioni fino ai posti più avanzati sempre di giorno, ma ritengo che questi sia stato efficace incentivo a quadri e gregari perché compissero sempre meglio il loro dovere in una situazione che di giorno in giorno tutti sentivano come divenisse più precaria per la crescente attività nemica nell’ala destra dello schieramento.
Invero, il settore affidato al mio comando poteva considerarsi ben saldo sia per le truppe, fossero queste le veterane alpine oppure le più giovani ma non meno agguerrite della Vicenza, sia per i veramente solidi apprestamenti difensivi (era pressoché ultimato un fosso anticarro sulla fronte del settore divisionale oltre ai campi minati nei punti più delicati). Un fuoco di sbarramento continuo di armi di fanteria avrebbe arrestato il nemico ove avesse osato attaccare. Il fuoco di artiglieria, data la scarsezza dei pezzi disponibili era forzatamente limitato a cavallo delle più probabili linee di attacco avversarie. Peraltro, la presenza del mio settore e alle mie dipendenze di un reggimento di sì nobili e antiche tradizioni come il Reggimento Artiglieria a Cavallo non poteva non avere benefiche ripercussioni in tutta la sistemazione difensiva divisionale anche per merito e virtù del col. Mantella, comandante del Reggimento, che si mostrò sempre valido e valoroso mio collaboratore.
Nei giorni 15 e 16 gennaio, dall’alba alle ore inoltrate della notte imponenti forze di fanteria sovietiche tentarono, con tenace accanimento di travolgere gli apprestamenti difensivi dei due battaglioni Vestone e Morbegno. Appoggiati da imponente fuoco di artiglieria, non efficacemente controbattuto dalle batterie del Reggimento Artiglieria a cavallo stante la notevolmente minore gittata dei nostri pezzi, reparti di fanteria sovietica incuranti del fuoco di sbarramento dei fucili mitragliatori mitragliatrici e mortai, tentavano di superare i reticolati protettivi e conquistare le posizioni del saliente di fronte a Pawlowka Павловка
Portatomi in linea, specialmente nel settore del Battaglione Morbegno, più minacciato non appena pronunciatosi l’attacco nemico, provvidi immediatamente per la più opportuna dislocazione dei rincalzi dei battaglioni, per l’alimentazione della battaglia e per lo schieramento del battaglione di 2° scaglione (II/278° fanteria) pronto ad intervenire per ristabilire l’integrità della linea sul Don ove questa fosse stata intaccata.
Nelle prime ore del giorno 16 (avevo passato la notte al comando del sottosettore Leonarduzzi) gli attacchi sovietici diminuirono di intensità: nessun vantaggio materiale era stato raggiunto dall’avversario all’infuori di quello di polarizzare l’attenzione del Comando di Divisione verso est, mentre si sviluppava un imponente attacco di carri armati e di fanteria motorizzata alle spalle delle divisioni schierate sul Don.
Il 15 mattino – mentre si svolgeva l’attacco di cui sopra e mi portavo in linea – imponenti corazzate nemiche avevano attaccato di sorpresa e travolto le difese di Rossoch: il I btg. del 277° ftr. che era a difesa del caposaldo era stato rapidamente sommerso.
Le retrovie e le possibilità di ripiegamento si trovavano seriamente minacciate: mentre ero in linea col Morbegno, sbandati rifluivano da Rossosch verso la sede del comando di divisione.
Questo, senza perdersi d’animo, costituiva posto di blocco per la raccolta e il riordinamento degli sbandati e sistemava a caposaldo la località di Kurenyj Куренное e assicurava la libera disponibilità di tutte le piste di accesso alle postazioni avanzate e alle retrovie.
Intanto il 16 gennaio il Comando di Corpo d’Armata (Alpino) che in seguito agli avvenimenti del giorno 15 aveva ripiegato da Rossoch su Podgornoje – Olichowatcha – Mariovka.
Dalla relazione del Colonnello Giulio Cesare Salvi
Il giorno 17 il C.A.A. che ha ricevuto ordine di ripiegare verso Ovest, avverte le Divisioni che vedono considerarsi come operanti in alta montagna, distruggendo e abbandonando tutti gIi automezzi.
La «Vicenza» che aveva i suoi battaglioni dispersi lungo tutto il fronte del C.A.A. i quadrupedi in nuclei sparsi nell'ampio settore, quindi praticamente priva di mezzi, deve raccogliersi in valle Rossoch e costituire il fiancheggiamento prima, retroguardia poi, alla Divisione « Tridentina » che, fuori dalle piste, muove verso Podgornoje.
Dalle Memorie del Colonnello Uberti
Il giorno 16 il comando della Vicenza fa pervenire ai comandanti dei reparti per iscritto, come preavviso, disposizioni per una ordinata manovra di ripiegamento fino al solco di Rovenki – Valuiki. Tale manovra si sarebbe potuta iniziare solo previo ordine superiore.
Veniva anche disposto l’alleggerimento delle truppe schierate in linea verso centri arretrati già predisposti dal Corpo d’Armata Alpino, tutti ad est dell’allineamento Rovenki – Valuiki. Successivamente, sempre nella giornata del 16 gennaio, perveniva telefonicamente una sorta di contrordine in base al quale era da ritenersi che l’ipotizzato arretramento non si sarebbe più effettuato.
Alle sette del mattino, del 17 gennaio, veniva confermata la comunicazione in base alla quale la linea sul Don non doveva essere abbandonata. Quest’ordine era da mettere in correlazione a quello del Comando della 8° Armata, emanato alle ore 12.30 del 16 gennaio, quando ormai la 2° Armata ungherese era già in rotta.
In seguito, alle ore 11 del 17 gennaio, il Comando della Vicenza riceveva un nuovo contrordine con il quale si disponeva che il movimento di ripiegamento si doveva iniziare alle ore 17 dello stesso giorno per raggiungere il solco Popovka - Podgornoje entro l’alba del giorno dopo.
Il ripiegamento, forse perché all’inizio non fu contrastato dal nemico, avvenne nel più perfetto ordine e con una precisione da manuale, merito da ascrivere al comandante del sottosettore Tenete Colonnello Mulattieri ed ai collegamenti che, anche se scarsi ed aleatori, funzionarono senza intoppi.
ALCUNE CONSIDERAZIONI PER MEGLIO COMPRENDERE L’ORDINE DI RIPEGAMENTO DEL 17 GENNAIO 1943
Comprendere quello che è stato il ripiegamento della Divisione Vicenza presenta decisamente molte difficoltà.
Gli ostacoli da superare sono molteplici, il primo fra tutti la mancanza di documentazione e la scarsa memorialistica.
I reparti delle varie unità sono frammentati e disseminati su tutto il settore del Corpo d’Armata Alpino.
Altro ostacolo è relativo all’individuazione delle località e di conseguenza comprendere dove queste siano posizionate geograficamente.
Nella memorialistica, nei documenti e nella cartografia le località sono riportate in modo difforme.
Ad esempio nelle memorialistiche chi scrive spesso riporta il nome che percepisce (ad esempio in un diario era scritto … sono giunto a Chievo , mentre la località era Kiev), in relazioni viene riportato ad esempio, Valniki e Valmichi che dovrebbero essere Valujki, Podgotanoja, Podigornoia, Podgomere, Poccdornie che sono tutte varianti riconducibili a Podgornoe, Warvarwka, Varvaroca corrispondono a Varvarovka, Opin, Ogit sono Opyt, Dacha, Dascia, Daccia sono riconducibili a Krasnaja Dača, Popofca, Papouca è comprensibilmente Popovka, Crenovaia, è Hrenovoe, Sergaievca, Sengejewa sono varianti di Sergeevka, Cureni è Kurennoe, Cupianske è Kupjansk, Witerak potrebbe essere Vitebsk, poi Cherepo e Silotofca non si riesce a comprendere quali località possano essere. La più citata storpiatura però è la località Kriničnoe che dagli Alpini veniva soprannominata e spesso riportata come Kristchenaja (scherzosamente era semplicemente Cristo che naja).
Ogni documento o carta riporta il nome di una precisa località in modo diverso, es: Ssudiewka Iwanowka - Sud'evka Ivanovka - Ssudjewka Iwanowka – Ssudewka Iwanowka, ma questo è forse l’ esempio più semplice.
Ma anche i nomi sono oggetto di storpiature, ad esempio per il cognome del Colonnello Romeres è stato scritto Rameres, Ramones, Romeles e Romerca, il Capitano Vignati è divenuto Vignitti, il Battaglione Vestone è stato scritto in Vestona e Vertino, il Valchiese semplicemente Val Chiese. Ma di esempi ve ne sono moltissimi.
Dunque per quanto riguarda la cartografia, è comprensibile che in ogni caso bisogna considerare poi la difficoltà di individuare le località sulle mappe che, come sopra riportato, sono sovente scritti in modo impreciso e di conseguenza poi non rilevabili su una carta.
La cartografia poi, quella più attendibile o meglio più facilmente consultabile è di fonte tedesca, mentre quella russa, riportando le nomenclature in cirillico, intuitivamente rende più difficoltosa l’individuazione delle località. Però anche la cartografia tedesca presenta delle lacune e in particolari casi non permettono di individuare un sito, ad esempio nella carta 1/300000 a 51 non è segnata la località di Opyt che per la storia del ripiegamento è di particolare rilevanza.
La cartografia contemporanea, anche quella digitale, riporta i nomi delle località odierne, che spesso sono stati cambiati da allora, la più famosa Stalingrad ora è Volgograd.
Per questo motivo, essenziale è avere a disposizione una buona carta ma… di allora, del 1942, quelle di oggi come si è detto hanno nomi diversi, viabilità diverse sebbene l’orografia rimanga la stessa. I reparti italiani disponevano della cartografia Tedesca però in scala 1:300.000 centrale per la Vicenza è quella segnata A51 Ostrogoshsk che inquadra la zona del Don fino alla ferrovia di Nikolaewka.
Uno strumento di grande aiuto sull’individuazione delle località è senza dubbio il G.I.S. (Geographic Information System ) elaborato da Paolo Plini, ricercatore CNR, per lo studio del Fronte Russo. Si tratta di uno strumento informativo in grado di associare una coppia univoca di coordinate ad ogni località così da poterne rappresentare la posizione sulla superficie terrestre. Il database associato ad ogni record contiene i dati collegati alle località, consentendo di estrarre informazioni permettendo di fatto all’utente di geolocalizzare il dato studiato e di ricavarne informazioni accessorie. Oltre a ciò è stata elaborata analogicamente una tabella comparativa di tutti i nomi delle principali località associabili alle operazioni di CSIR e ARMIR e alla prigionia, rilevate nei documenti e dalla lettura dei testi e delle principali memorialistiche. La consultazione è unicamente digitale partendo dal sito http://www.campagnadirussia.info
Altro e non trascurabile elemento per comprendere la complessità di ricostruzione della storia della Divisione Vicenza, naturalmente è come si è anticipato la frammentazione dei reparti in oltre cinquanta unità grandi e piccole, ognuna animata di vita propria per così dire ed ognuna con il suo destino. In modo appropriato il Capo di Stato Maggiore della Divisione, Colonnello Agostino Uberti, riporta “bel coacervo difficoltoso da amalgamare e comandare” e dunque anche da descrivere.
Come premesso non ci sono molte documentazioni come ad esempio i Diari Storici, tutto perduto, pochi sono i documenti di reparto o unità, alcuni di questi recentemente sono fortunosamente emersi da archivi dell’ex Unione Sovietica.
Ciò che si è potuto fare è incrociare la documentazione ufficiale con le fonti memorialistiche e con le corrispondenze. Queste ultime, sebbene comprensibilmente si interrompano ai primi del gennaio 1943 ci hanno permesso di conoscere le località soprattutto quelle Venete, Friulane e Lombarde ove è stato fatto l’addestramento ma poi hanno fornito dati interessanti sul trasferimento in Russia e successivo dispiegamento dei reparti nel territorio di competenza. Ci sono casi di corrispondenze riprese da febbraio 1943 con dati interessanti sulle nuove assegnazioni e sui rimpatri.
I documenti certi per tracciare la mappatura della Divisione Vicenza nel Corpo d’Armata Alpino sono quelli che riportano l’esatta dislocazione dei reparti della Divisione all’11 dicembre 1942, l’ordine di ripiegamento predisposto già il 16 gennaio 1943 ed il documento di scioglimento dei reparti del 5 maggio 1943. Brevi ma pieni di notizie sono i verbali del fondo M9 (USSME) forniti dagli Ufficiali rientrati dalla prigionia nel 1946.
Fonti fotografiche, relative agli avvenimenti successivi il 17 gennaio non ci sono, almeno per il momento ma poche sono anche quelle del periodo precedente in Russia. Si cerca di individuare tuttavia qualche soggetto vicentino nelle immagini della Cuneense e della Tridentina ove si riesce ad intravvedere qualche soldato di Fanteria in mezzo agli Alpini.
Infine ci sono le relazioni del Generale Etelvoldo Pascolini, il Comandante della Divisione, quella del Colonnello Giulio Cesare Salvi comandante del 277° Reggimento e del Tenente Colonnello Agostino Uberti già Capo di Stato Maggiore della Divisione Vicenza riportato nella pubblicazione La Divisione Alpina Cuneense al Fronte Russo (Stabilimento Grafico Marino, Genova 1982).
Incrociando proprio queste fonti ufficiali e ufficiose di seguito si cercherà di ripercorrere le tappe del ripiegamento, riprendendone alcuni passaggi essenziali da relazioni e memorialistica.
Ci si è posti dunque l’obiettivo di comprendere la sorte dei reparti inquadrati nella Divisione Vicenza. Ma cos’è di fatto la Divisione Vicenza di cui si vuole trattare ? Sono i reparti che la componevano all’arrivo a Kupiansk nell’ottobre 1942 oppure è l’organico composto dal 19 dicembre 1942 ?
COS’È LA DIVISIONE VICENZA?
Per comprendere il concetto di cosa sia la Vicenza, è corretto chiarire che sicuramente viene identificata così la Grande Unità di Fanteria del Regio Esercito dal numero 156 “Divisione di Fanteria 156 Vicenza”. La sua ossatura era la composizione fatta aggregando al Comando di Divisione i suoi due Regimenti, 277° e 278° così al pervenimento a Bergamo e Brescia per la sua costituzione il 10 marzo 1942. Successivamente vennero destinati alla Divisione, tutta una serie di reparti ausiliari che di fatto come da regolamento avrebbero costituito la grande unità. Le mostrine cremisi con la striscia trasversale al centro (cremisi-bianco-cremisi) vengono usate solo dal Comando di Divisione e dai Reggimenti di Fanteria. Tutti gli altri reparti e specialità mantengono la propria mostrina, alamaro o pipa specifica (Carabinieri Reali, Autieri, Genieri, Mitraglieri, Corpo Sanitario, Amministrazione, Sussistenza).
Poi per il periodo dal 19 dicembre 1942 la Divisione Vicenza sarà la Grande Unità ricomposta sottraendole 3 Battaglioni di Fanteria ed aggiungendone altrettanti di Alpini assieme a Gruppi di Artiglieria o la Vicenza sarà quanto ricompattato dopo il 18 gennaio a Podgornoe ? In ogni caso si cercherà nel limite delle fonti a disposizione di dare una ricostruzione organica di momenti e accadimenti individuandone date e località nel rispetto di tutti i reparti coinvolti.
IL SENSO DI APPARTENENZA
e’ doveroso sottolineare che in tutte le relazioni e memorie di soldati di Battaglioni o Gruppi assegnati alla Divisione Vicenza successivamente il 19 dicembre, nessuno afferma di appartenere alla Divisione piuttosto che di operare a copertura o in collaborazione. Nemmeno le memorie del Reggimento Artiglieria a Cavallo e della 39ª Batteria riportano di essere inquadrati nella Vicenza, mentre discorso diverso è per il Pieve di Teco che orgogliosamente riporta di essere della Cuneense ma di fatto è stato l’unico Battaglione in organico che ha aperto la strada fino all’ultimo alla colonna di ciò che rimaneva della Vicenza.
Nelle storie generali e nelle cartine poi per quanto concerne il ripiegamento dal Don viene indicato un percorso per la Vicenza ma, i suoi reparti erano disseminati come si è detto su tutto il fronte di competenza del Corpo d’Armata Alpino, per cui alcuni suoi reggimenti seguirono le sorti della Tridentina ed altri della Cuneense ma come già riportato è da ribadire che il Battaglione Alpini Pieve di Teco assegnatole, rimase con essa in organico fino alla resa a Valuikj. Proprio a Valujki non giunse la Divisione Vicenza ma ciò che ne rimaneva, prevalentemente il Comando divisionale con pochi reduci dei Reggimenti ormai dissolti nelle sanguinose battaglie sulla strada per l’agognata salvezza. E’ doveroso ricordare che un quinto degli organici riuscì a varcare il sottopasso di Nicolaevka con il Comando del 277° ed il Colonnello Salvi ma di fatto il cuore della Divisione con il suo Comandante posero le armi a Valujkj.
LO SCHIERAMENTO DEI BATTAGLIONI ALPINI E DI FANTERIA SUL DON NEL SETTORE DI COMPETENZA DEL CORPO DI ARMATA ALPINO, DOPO IL TRASFERIMENTO DELLA JULIA
Divisione Alpina Tridentina (Generale Luigi Reverberi):
Il 5° Alpini (Colonnello Giuseppe Adami) originariamente era composto dai seguenti Battaglioni fucilieri:
Tirano – Morbegno – Edolo
Il 6° Alpini (Colonnello Paolo Signorini) originariamente era composto dai seguenti Battaglioni fucilieri:
Verona – Val Chiese – Vestone
il Morbegno (5°Alpini) ed il Vestone (6°alpini) originariamente nello schieramento della Tridentina erano in 2° scaglione, successivamente con la scopertura del fronte di competenza della Julia a seguito del suo trasferimento, si era valutato di assegnarli in 1° scaglione essendo soldati più preparati rispetto ai fanti della Divisione Vicenza, la quale in compensazione trasferiva il II ed il III Battaglione del 278° a copertura del 2° scaglione nel settore della Tridentina. Rispettivamente il III/ 278° al 6° Alpini (in cambio del Vestone) e il II/278° al 5° Alpini (in cambio del Morbegno)
Divisione Alpina Cuneense (Generale Emilio Battisti):
Il 1° Alpini (Colonnello Luigi Manfredi) originariamente era composto dai seguenti Battaglioni fucilieri:
Pieve di Teco – Ceva – Mondovì
Il 2° Alpini (Colonnello Luigi Scrimin) originariamente era composto dai seguenti Battaglioni fucilieri:
Borgo San Dalmazzo – Dronero – Saluzzo
La Divisione Cuneense modificò di poco il suo schieramento spostando in 1° scaglione nel settore della Vicenza un solo Battaglione, il Pieve di Teco dal 1° Alpini, ricevendo in compensazione il III Battaglione del 277° Fanteria che andrà in 2° scaglione a disposizione del Comando di Divisione.
Divisione di Fanteria Vicenza (Generale Etelvoldo Pascolini):
La Vicenza che originariamente era praticamente tutta dislocata attorno a Rossosh dunque, prendendo di fatto parte del settore di competenza della Julia, poté disporre in ogni caso in 1° scaglione del II Battaglione del 277° Reggimento, ma non è modo a sapersi con quale criterio venne fatta questa scelta rispetto agli altri Battaglioni fucilieri della Divisione. Il I Battaglione del 278° venne invece assegnato in 2°scaglione dietro il Morbegno e Vestone, mentre il Pieve di Teco passava n 1°scaglione.
Lo schieramento sul Don del Corpo di Armata Alpino venne di seguito rimodulato nel seguente modo:
SETTORE TRIDENTINA:
6° ALPINI: BTG.VERONA – (in 2° scaglione il BTG. III/278°) – BTG.VAL CHIESE
5° ALPINI: BTG.TIRANO – BTG.EDOLO – (in 2° scaglione il BTG.II/278°)
SETTORE VICENZA:
BTG.VESTONE – BTG.MORBEGNO – (in 2° scaglione il BTG. I/278°) – BTG. II/277° – BTG. PIEVE DI TECO
Nota: La responsabilità dei Battaglioni di 1° scaglione del Settore di operazioni della Divisione Vicenza, vengono affidati a due Sottosettori, a Nord denominato “Leonarduzzi” i Battaglioni Alpini Vestone e Morbegno ed a Sud denominato “Mulattieri” il II Battaglione del 277° ed il Battaglione Alpini Pieve di Teco.
SETTORE CUNEENSE:
1° ALPINI: BTG.CEVA – BTG.MONDOVI’
2° ALPINI: BTG.BORGO SAN DALMAZZO – BTG. DRONERO – BTG. SALUZZO – (in 2° scaglione il BTG. III/277°)
Lo schieramento più consistente era quello della Cuneense con sei battaglioni di cui, cinque Alpini in 1° scaglione ed uno di Fanteria in 2° scaglione.
Seguiva quello della Tridentina che contava sei battaglioni, di cui quattro Alpini in 1° scaglione e due di Fanteria in 2° scaglione.
Infine il settore Vicenza contava solo cinque battaglioni, di cui tre Alpini ed uno di Fanteria in 1° scaglione ed uno di Fanteria in 2° scaglione.
LE OPERAZIONI DI SGANCIAMENTO DEI REPARTI DELLA DIVISIONE VICEZA SCHIERATI SUL FRONTE DEL DON NEL SETTORE DEL CORPO DI ARMATA ALPINO “PREPARAZIONE DAL 16 GENNAIO 1943”
l’Ufficio Operazioni della Divisione Vicenza, come da prassi, aveva già predisposto un piano di evacuazione delle zone presidiate dai suoi reparti nei quali non erano più considerati i seguenti Battaglioni perché assegnati ad altri comandi:
· I/277° a disposizione del Comando Piazza di Rossosch
· III/277° a disposizione del Comando divisionale della Cuneense
· II/278° assegnato al 5° Alpini della Divisione Tridentina
· III/ 278° assegnato al 6° Alpini della Divisione Tridentina
Il piano venne inviato già il giorno 16 gennaio come PREAVVISO.
Tuttavia il documento non aveva ancora recepito il fatto che già dal giorno 15 la zona di Rossosh era stata attaccata e poi proprio il 16 occupata, con la dissoluzione del I/277°, delle Compagnie Cannoni da 47/32 e della Compagnia Mortai da 81 entrambe del 277° ed in conseguenza di ciò la zona sarebbe stata di fatto interdetta. A Rossosch inoltre era dislocato il Comando del Corpo di Armata Alpino con magazzini, depositi carburanti e munizioni, nonché quasi tutte le salmerie fattore di non poca rilevanza in quanto le quattro divisioni erano di fatto someggiate e disponevano di un limitato dispiegamento di mezzi ruotati (la Vicenza disponeva di 1101 muli, 12 autovetture e 54 camion di portata varia).
Il 17 gennaio 1943 alle 7 del mattino veniva confermata la comunicazione, per essere poi revocata alle ore 11 e successivamente essere definitivamente resa operativa dalle ore 17 (considerando che a tale ora era già buio): ordine-contrordine = disordine !
Di seguito la trascrizione dei principali documenti con gli ordini precisi e le località da raggiungere che la Divisione Vicenza impartì ai suoi reparti e di seguito anche gli ordini dei 5° e 6° Alpini e della Divisione Cuneense per i reparti in carico provenienti dalla Vicenza, il tutto finalizzato a comprendere che i reparti che di fatto originariamente erano appunto della Vicenza vennero avviati su numerose colonne principali per defluire dal Don e di seguito raggiungere Postojalyi Постоялый ove in effetti ciò che di essi rimaneva si riunirono gradualmente alla Divisione stessa nel percorso insidioso e doloroso dei primi e decisivi giorni di ripiegamento.
Tuttavia alcuni reparti ricevettero disposizioni di spostarsi dalle posizioni presidiate già dai giorni precedenti il preavviso del 16 gennaio giustificandoli come movimenti tattici. Per esempio la 156ª Sezione di Sanità inizia a spostarsi già il 14. La Tridentina già il 16 ha fatto già spostare la 19ª Batteria del Gruppo Vicenza a Podgornoje ove sarà seguita a breve dalla 20ª, segnali questi che qualcosa era già nell’aria.
16 GENNAIO 1943 – P.M. 156
Ordine si ripiegamento Vicenza: PREAVVISO
Documento Firmato dal GENERALE DI BRIGATA COMANDANTE (E.Pascolini)
P.C.C. IL TEN.COL. CAPO DI S.M. (A.Uberti)
(Nota, i nomi delle località sono riportati come dal documento originale)
I. la Divisione inquadrata, tra la Tridentina a Nord e Cuneense a Sud, deve ripiegare su posizioni arretrate in seguito ad ordini superiori.
II. 1ᵃ linea di ripiegamento: Valle di Rossosh appoggiandosi agli abitati. Riserva ordini per successivo movimento.
a) Primo ordine operazione rottura contatto:
· Allineamento sbocco Est Ssergejewka – Ssaprina – Stanowoj – Wakulin (località compresa) – Minaj (località esclusa).
III. Limiti settore ripiegamento assegnato alla Divisione:
· A Nord: Witebsk – Ssergejewka – Postojalyi (località esclusa) – Nowo Karajaschnik.
· A Sud: Minaj (località esclusa) – Nikolajewka (località compresa) – SsaloNOwka.
IV. Dispongo:
a) Settori ripiegamento:
· Battaglioni Morbegno e Vestone: fra limite Nord Settore e allineamento Saprina (località esclusa) – Smir Popowka (località esclusa).
· Battaglioni II/277° e Pieve di Teco: fra allineamento anzidetto e limite Sud Settore. Il II/277° dovrà muovere a cavallo delle piste Ss….ikj –Kurenyj – Beresnjagi – Ssudjewka Iwanowka.
· Artiglieria (meno il I Gruppo) e autocarreggio dei reparti, servizi, e della Divisione: rotabile Ssaprina–Ssergejewka–Podgornoje.
I Gruppo – qualora non sia percorribile l’itinerario di Beresnjagj–Popowka, che si sta riconoscendo, sgombri per l’itinerario rotabile di Ssaprina–Rossosh, riunendosi poi a Nikolayewka alla Divisione.
b) Protezione ripiegamento:
· Sarà effettuata dal I/278° più la Compagnia del II/278°, che avrà occupato la località di Witebsk–Ssaprina–Stanowoj–Wakulin. Faccia riconoscere immediatamente da Ufficiali della Compagnia la località che occupano.
Quando i reparti del I/278° saranno raggiunti dalle estreme pattuglie di retroguardia del grosso divisionale, ripiegheranno insieme a questo coprendo il ripiegamento. Il Battaglione avrà a disposizione 3 stazioni R.F.1 assegnate dal Comando del 278° Fanteria. Collegamento radiofonico.
c) Ripiegamento degli scaglioni avanzati:
· Sarà effettuato a scaglioni di Compagnia coordinati dai Comandanti di Settore. Ogni Compagnia lascerà una retroguardia di un plotone fucilieri rinforzato da una squadra mitraglieri e da un plotone cannoni controcarro (due pezzi). Inizio ripiegamento: solo dietro ordine dei questo Comando. La retroguardia dovrà muovere su ampio fronte coperto da forti pattuglie.
Le Compagnie mortai precedono il movimento e sostano sulla postazione intermedia (Witebsk–Ssaprina–Stanowoj–Wakulin) per proteggere il ripiegamento, sino a quando saranno raggiunte dalle Compagnie avanzate. Si dislocheranno rispettivamente:
¨ 277° Rgt.Ftr. : zona Stanowoj; riorganizzazione postazioni
¨ 278° Rgt. Ftr. : zona Ssaprina, a cura dei Comandanti di Settore.
Con le Compagnie che ripiegano muovano, scaglionati verso la coda, i cannono controcarro, per poter effettuare sia tiri di arresto che controcarro.
d) Retroguardie: come Comandanti delle retroguardie – i singoli Comandanti di Settore.
e) Artiglieria:
· Una Batteria del I Gruppo a Cavallo, zona Nord–Ovest di Ssaprina a protezione del ripiegamento.
· Una Batteria del III Gruppo a Cavallo, sino ad Alexandrowka.
Dislocazione da assumere dietro ordine di questo Comando.
Collegamento diretto con Comando Artiglieria Divisionale (a mezzo R.F.2).
Ripiegamento: dietro ordine prodotto dal Comando.
V. Ripiegamento: dietro ordine prodotto da questo Comando che invierà la seguente comunicazione: “AVANZARE SULLE NOTE POSIZIONI DALLE ORE …….. “
Coordinamento ripiegamento, sulle linee:
1°) Posizione intermedia Ssergenjowka – Ssaprina – Stanowoj – Minaj.
2°) Korronoj – Smirnhoff – Berodnjagi – Alexandrowka – Tschapajewka.
3°) Valle di Rossosh.
I Comandanti di settore provvederanno a comunicare a mezzo radio a questo Comando le eventuali notizie.
Punti di saldatura con le unità laterali:
1°) Vitebsk – Minaj.
2°) Sergejewka – Minaj;
3°) KulesKowOka – Nikolajewka.
VI. Comando di Divisione – CC.RR. – Quartier Generale – CLVI Battaglione Misto Genio, muoveranno sull’ itinerario : Kureny – Samoilernhoff – Pobedinskaja – Mars – Ssudjewka Iwanowka.
Il Comando sarà inizialmente a Smirnoff; successivamente si sposterà a Pobedinskaja o a Ssudjewka Nokolajewka.
VII. Collegamenti:
a) Con i reparti laterali di destra e di sinistra: mantenuti in modo più assoluto per evitare vuoti o infiltrazioni.
b) Le assegnazioni mezzi di collegamento ai settori rimangono invariate. Indici collegamento invariati.
VIII. SERVIZI - Funzionamento:
1°) Durante il movimento:
a) I Servizi di Corpo d’Armata funzioneranno in un primo tempo sulla linea Olichowatka – Marinowka – Jurassewka.
b) Sgombero feriti:
Su Olichowatka a mezzo ambulanze già asssegnate dal Capo Ufficio Sanità.
c) Vettovagliamento: a Rossosh – Olichowatka – Scheljakino .
d) Rifornimento munizioni: Rossosh.
e) Carburanti: Ssotnizakaja – Olichowatka.
2°) Sgombero dei Settori:
Gradualmente attuato con i mezzi disponibili, a sbalzi successivi, in modo da lasciare sul posto il minimo materiale possibile. Il rimanente sia distrutto in maniera non appariscente, ma appena i reparti riceveranno l’ordine di ripiegamento.
L seguito dei reparti: armi – dotazione di munizioni di reparto – coperte – 4 giornate di viveri di riserva, delle quali 2 in distribuzione ai militari.
Località sgombero materiali:
1° tempo: sull’ allineamento Valle di Rossosh;
2° tempo: seguiranno disposizioni
Firmato il Generale di Brigata E. Pascolini
Come per la Divisione Vicenza analoghi ordini vennero diramati dagli altri Comandi ai battaglioni vicentini loro assegnati:
· COMANDO TERRITORIALE DI ROSSOSH: Non vengono date disposizioni dal Comando Territoriale di Rossosh ove stanziava il I/277°, le Compagnie Reggimentali Cannoni da 47/32 e Mortai da 81, ormai già sopraffatti dopo l’attacco Sovietico del 15 gennaio e giorni seguenti nella difesa del campo di aviazione.
· DIVISIONE TRIDENTINA, vengono emanate disposizioni a livello di Reggimento, per il 5° ed il 6° da attuarsi solo dopo l’ordine del Comando di Divisione (Tridentina) che verrà diramato poi il 17 gennaio alle ore 11 con inizio operazioni previste per tutte le Divisioni dalle ore 17:
§ 6° Alpini, il Colonnello Signorini dispone che il III Battaglione del 278° già dislocato a Dascha a caposaldo del colcos Ciapajeva, dovrà seguire dietro al Battaglione Verona e schierarsi in località Andrejewka;
§ 5° Alpini, il Colonnello Adami dispone che il II Battaglione del 278° dovrà seguire dietro il Battaglione Tirano e ripiegare su Podgornoje.
· DIVISIONE CUNEENSE, vennero emanate disposizioni per i reparti del Comando di Divisione tra i quali anche per il III Battaglione 277°:
§ Il Comando di Divisione doveva seguire la pista del 2° Alpini (colonnello Scrimin) in direzione Popovka (con l’itinerario Lotschina – Topilo – Solonzj – Annovka -Ciapajewa – Popovka)
Le 9 colonne principali dunque componevano reparti della Divisione Vicenza nei primi giorni di sganciamento dal fronte del Don:
1. Tridentina -> 5° Alpini – II/278° dispone che il battaglione vicentino ripieghi su Podgornoje dietro il Battaglione Tirano
2. Tridentina -> 6° Alpini - III/278° dispone che il battaglione vicentino ripieghi su Podgornoe - Opit dietro al Battaglione Verona
3. Vicenza -> Battaglioni Morbegno e Vestone con la colonna “Leonarduzzi”: fra limite Nord Settore e allineamento Saprina (località esclusa) – Smir Popowka (località esclusa).
4. Vicenza -> Battaglioni II/277° e Pieve di Teco con la colonna “Mulattieri”: muove a cavallo delle piste Ss….ikj –Kurenyj – Beresnjagi – Ssudjewka Iwanowka.
5. Vicenza -> Artiglieria II Gruppo e autocarreggio dei reparti, servizi e della Divisione: rotabile Ssaprina–Ssergejewka–Podgornoje
6. Vicenza -> Artiglieria I Gruppo per l’itinerario rotabile di Ssaprina–Rossosh, riunendosi poi a Nikolayewka alla Divisione.
7. Vicenza -> Battaglione I/278° a Protezione ripiegamento per l’itinerario in località di Witebsk–Ssaprina–Stanowoj–Wakulin.
8. Vicenza: Comando di Divisione – CC.RR. – Quartier Generale – CLVI Battaglione Misto Genio, muoveranno sull’ itinerario : Kureny – Smirnhoff – Pobedinskaja – Mars – Ssudjewka Iwanowka. Il Comando sarà inizialmente a Smirnoff; successivamente si sposterà a Pobedinskaja o a Ssudjewka Nokolajewka.
9. Cuneense -> III/277° a disposizione del Comando della Cuneense come battaglione del 2° scaglione deve raggiungere Popowka
Dal primo mattino del 18 gennaio si era iniziato a ricostituire nella sua formazione organica la divisione Vicenza in località Podgornoe restituendo il Vestone alla Tridentina e riacquisendo inizialmente il III/278°, il CLVI Battaglione Mitraglieri (meno due Plotoni rimasti con il 1°Alpini) ed i reparti reggimentali e divisionali (256ª Compagnia cannoni 47/32 divisionale, Compagnia cannoni 47/32 reggimentale del 278° , Compagnia mortai da 81 reggimentale del 278°) che erano stati messi a diposizione, scomponendone l’organico, ai Battaglioni Alpini di 1° scaglione.
il 20 gennaio anche il Morbegno viene restituito alla Tridentina e viene riacquistato il II/278° dal 5° Alpini, ricomponendo in questo modo tutto il 278° Reggimento f..
Rimarranno tuttavia in organico nella formazione vicentina il Pieve di Teco, già della Cuneense ed i Gruppi I e III di Artiglieria a Cavallo con le batterie aggregate (Villanova e 39ᵃ del Gruppo Val Piave)
Dalla Relazione del Generale Etelvoldo Pascolini, Comandate della Divisone Vicenza
Il 15 mattino – mentre si svolgeva un attacco e mi portavo in linea – imponenti corazzate nemiche avevano attaccato di sorpresa e travolto le difese di Rossoch: il I btg. del 277 ftr. che era a difesa del caposaldo era stato rapidamente sommerso e i pochi prigionieri superstiti barbaramente fucilati.
Le retrovie e le possibilità di ripiegamento si trovavano seriamente minacciate: mentre ero in linea col “Morbegno”, sbandati rifluivano da Rossosch verso la sede del Comando di Divisione.
Questo, senza perdersi d’animo, costituiva posto di blocco per la raccolta e il riordinamento degli sbandati e sistemava a caposaldo la località di Kureny e assicurava la libera disponibilità di tutte le piste di accesso alle postazioni avanzate e alle retrovie.
Intanto il 16 gennaio il comando di Corpo d’Armata che in seguito agli avvenimenti del giorno 15 aveva ripiegato da Rossoch su Podgornoje – Olichowatcha – Mariovka.
Il mattino del 17 gennaio alle ore 11 invece ricevevo il seguente ordine: Quest’oggi alle ore 12 iniziare il ripiegamento di tutte le truppe ai miei ordini nel settore “Vicenza” in collegamento con le divisioni “Tridentina” e “Cuneense”.
Primo sbalzo l’allineamento Rossoch – Podgornoje da raggiungere nella notte sul 18. I battaglioni della “Vicenza”, tuttora dislocati presso la “Tridentina” e la “Cuneense” ripiegavano con le anzidette “G.U.”.
Il ripiegamento aveva inizio con le modalità e nei tempi prescritti e si svolgeva in maniera veramente superiore ad ogni elogio si che il nemico non si accorgeva subito del distacco.
Peraltro, il clima rigidissimo oltre 30° sotto zero con una tormenta di vento e le notevoli distanze da sperare in formazioni di combattimento, facevano si che le truppe di retroguardia raggiungevano gli obiettivi fissati sull’allineamento di Podgornoje nella mattinata del 10 dopo 18-20 ore di marcia.
Il clima e la notte facevano subito le prime vittime: scomparivano nella tormenta il magg. Aielli comandante del II/278 ed il magg. Degli alpini Zambelli cui proprio in quei giorni era stato affidato per ordine del comando di C.A. il comando del II/277 fino ad allora egregiamente tenuto dal capitano di complemento Monticelli che, pertanto, riprendeva a Podgornoje il comando che così bene aveva tenuto in linea.
A Podgoroje affidavo il comando del btg.mitraglieri divisionale al magg.Vasio che, insieme ad altri 5 ufficiali in s.p. trovai quali nuovi assegnati alla divisione per migliorarne l’inquadramento.
Dalla Relazione del Tenente Colonnello Agostino Uberti Capo di Stato Maggiore della Divisione Vicenza
Il 16 gennaio il comando della Vicenza fa pervenire ai comandanti dei reparti per iscritto, come preavviso, disposizioni per una ordinata manovra di ripiegamento fino al solco di Rovenki – Valuiki. Tale manovra si sarebbe potuta iniziare solo previo ordine superiore.
Veniva anche disposto l’alleggerimento delle truppe schierate in linea verso centri arretrati già predisposti dal C.A., tutti ad est dell’ allineamento Rovenki – Valuiki. Successivamente, sempre nella giornata del 16 gennaio, perveniva telefonicamente una sorta di contrordine in base al quale era da ritenersi che l’ipotizzato arretramento non si sarebbe più effettuato.
Alle sette del mattino, del 17 gennaio, veniva confermata la comunicazione in base alla quale la linea sul Don non doveva essere abbandonata. Quest’ordine era da mettere in correlazione a quello del Comando della 8° Armata, emanato alle ore 12.30 del 16 gennaio, quando ormai la 2° Armata ungherese era già in rotta.
In seguito, alle ore 11, il comando della Vicenza riceveva un nuovo contrordine con il quale si disponeva che il movimento di ripiegamento si doveva iniziare alle ore 17 dello stesso giorno per raggiungere il solco Popovka - Podgornoje entro l’alba del giorno dopo.
Il ripiegamento, forse perché all’inizio non fu contrastato dal nemico, avvenne nel più perfetto ordine e con una precisione da manuale, merito da ascrivere al comandante del sottosettore ten. col. Mulattieri e ai collegamenti che, anche se scarsi e aleatori, funzionarono senza intoppi.
Dalla Relazione del Colonnello Giulio Cesare Salvi, Comandante del 277° Reggimento di Fanteria
La «Vicenza» che aveva i suoi battaglioni dispersi lungo tutto il fronte del C.A.A. i quadrupedi in nuclei sparsi nell'ampio settore, quindi praticamente priva di mezzi, deve raccogliersi in valle Rossoch e costituire il fiancheggiamento prima, retroguardia poi, alla Divisione « Tridentina » che, fuori dalle piste, muove verso Podgornoje.
Dalla Relazione del Tenete G.G. Piccolomini della 39ᵃ Batteria, redatta il 7 febbraio 1943
39ᵃ Batteria del Gruppo Val Piave del 3° Artiglieria Alpina della Julia
17.1.1943 – ore 17. La 39ᵃ Batteria ha avuto l’ordine di ripiegamento insieme al I Gruppo Art.a cavallo
18.1.1943 – ore 8 arrivo della 39ᵃ Batteria a Podgornojie
19.1.1943 – ore 6,30 Partenza della 39ᵃ Batteria che si è fermata alle ore 13 circa in un paese situato a circa 15 Km. Da Podgornojie e di cui ignoro il nome. Ore 20, il Capitano Zanon comandante la 39ᵃ Batteria ha avuto l’ordine di alloggiare la Batteria e siamo perciò ripartiti alle ore 21 circa con due soli pezzi, sempre agganciati al I Gruppo Art.a cavallo , il quale era a sua volta aggregato alla Divisione Vicenza
Reggimento di Artiglieria a cavallo, memorie del I e III Gruppo: Stralcio della Relazione inviata al Ministero della Guerra, pubblicata nel libro di Ottobono Terzi, Warwarovka Alzo Zero. Diario Di Un Ufficiale Italiano In Russia (Edizione Longanesi, Pocke, Milano, 1974)
Il Comando Tattico del Reggimento si trovava presso quello della Divisione Vicenza a Kureny.
Il I Gruppo era in specifico appoggio al Battaglione Morbegno e ad alcuni reparti della Divisione Vicenza. Il Gruppo era schierato a nella zona di Vitebsk di fronte a Russbuilowa.
Il III Gruppo era dislocato a Ssaprina in appoggio alla Divisione Vicenza. La base Reggimentale era dislocata a Shaposnikowka.
Il Comando di Reggimento ha iniziato il ripiegamento il giorno 16 gennai insieme al Comado della Divisione Vicenza.
Il I Gruppo dopo aver appoggiato con azioni di fuoco intenso nei giorni 14-15-16 il Battaglioni Vestone e Morbegno, ne aiutava lo sganciamento con tiri di sbarramento. Il giorno 17 il Gruppo al completo iniziava il disimpegno con la 1ᵃ Batteria in avanguardia e la 2ᵃ Batteria in retroguardia alla colonna formata dai resi del Battaglione Morbegno.
Il III Gruppo dopo aver fatto tiri di sbarramento tutto il giorno 14-15-16 gennai, ripiegava con i pochi superstiti ella Divisione Vicenza
Memorie dal diario d Gino Piccolino Fante conducente di mulo del II Battaglione del 277 ° Reggimento, tratte dal suo libro, LA GUERRA DI GINO (Arti Grafiche Caramanica S.r.l., Marina di Minturno - LT)
Poi, a gennaio del 1943, un bel giorno, tra il 13 ed il 14, in una bella sera, una di quelle che a guardare il cielo ti toglie il fiato, per quanto appaia immenso in quelle terre sconfinate, arriva l'ordine di ritirata. Bisogna tornare indietro!
E' il disastro. Gli ordini arrivano confusi, bisogna lasciare tutto e scappare, abbandonare tutto e lasciare il fronte del Don, che, poiché era come un ferro di cavallo, incuneato nel territorio controllato dai Russi, avendo questi rotto il fronte di Stalingrado, noi si rischiava di rimanere lì, accerchiati, inchiodati. Non c'è tempo! Bisogna andar via, presto!
Scappare! Ed allora è un fuggi-fuggi generale, disorganizzato. Il primo paese da raggiungere era "Cupianske". In questa città vi erano i depositi dell'Armata, viveri, munizioni, vettovaglie, carburante, tutto quanto è necessario al nostro sostentamento.
Ma tutto avviene in maniera confusa e caotica, disorganizzata. Infatti, anche Il Comando era nella nostra medesima situazione. Difatti, dopo la rottura del fronte, a un certo punto non si vide più nessuno. A un certo punto, fu per tutti un si salvi chi può! A tutti i livelli, dai vertici, fino alla truppa.
Regnava il caos, non c'era nulla di preciso, era tutta una massa di confusione, non si capiva più niente, ognuno cercava la via e la strada per uscire fuori dall'accerchiamento, bisognava fuggire via prima che il cappio si chiudesse. Solo a "Cupianske" ci dissero di caricare la slitta, poi non si è visto più nessuno, né saputo più niente. Fu quello l'ultimo
ordine che ricevetti! E' notte. L'ordine generale è caricare le cose più importanti che c'erano. Io avevo l'ordine di caricare delle coperte sulla mia slitta.
Ho caricato ottocento rotoli di coperte, così-lunghi che sporgevano a destra e sinistra, su una grossa slitta, trainata da due muli, una era la mia lrola. La situazione era disastrosa, e peggiorava di ora in ora. Non c'era tempo da perdere.
Memorie dal diario del Fante Giovanni Falconi del 277° Reggimento Fanteria - II Battaglione - Compagnia Comando- dal libro curato da Giorgio Paolucci, DIARIO DELLA VITA MITARE (Modulitalia s.r.l, Tavoleto -PU, 2022)
Il giorno 17 Gennaio 1943 Incominciava il calvario di tutte le divisioni accerchiate, camminando, era verso l’una, siamo arrivati in un paesetto e li ci siamo fermati perché non si poteva resistere dal freddo eravamo due compagnie. La Compagnia Comando, la Compagnia Cannoni e con alcuni altri ufficiali del 277° reggimento. Verso le due ci eravamo fermati 10 o 15 per ogni isba, ossia casa. La prima pattuglia del I° Battaglione, dove ero Io, venne attaccata da destra da un gruppo di partigiani russi che ci avevano accerchiati e incominciò un grande combattimento fra mortai, mitragliatrici e fucileria ma dopo un paio di ore i partigiani furono annientati, ci furono molti morti tra i partigiani ma anche noi abbiamo avuto dei morti e feriti, 10 morti, ci furono dei congelati Si fece il giorno e si incominciò il cammino. I feriti e i congelati restarono lì con un Tenente medico in quelle Isbe non avevamo più il carburante e nemmeno i camion. Ma la marcia fu invertita, non più per Poddornie (Podgornoye), perché i Russi l’avevano occupata, e la rotta era deviata per Papouca (Popovka) dove c’era un punto di concentramento del corpo d’armata Alpini.
Memorie del 1° Capitano Gabriele Gherardini Comandante del III Battaglione del 277° Reggimento tratte dal suo libro, MORIRE GIORNO PER GIORNO (Mursia, Milano, 1968)
Tutti si affrettano a prepararsi per la marcia.
Diedi ordine di distribuire tutte le riserve di grasso anticongelante e di vestiario.
Finisco il giro di ispezione e torno al comando. L’ aiutante maggiore mi informa che tra mezz’ora partirà la posta. Ho già avvertito i reparti … se vogliono scrivere! Forse per qualche giorno non se ne potrà fare ameno.
Preparo alcune cartoline in franchigia con date progressive, 15, 16 , 18 ,21 gennaio. Così a casa per un po’ di tempo non si impressioneranno.
L’aiutante batte a macchina l’ordine di movimento. Lo invito a sospendere, scriva anche lui a casa, per l’ordine avrà tempo dopo.
Le linee telefoniche, mi avvertono dovranno essere spiantate alle sei di domani mattina. Fino allora ogni due ore, trasmettere le novità. Comunque tenersi pronti.
Memorie del Fante Giuseppe Sorgente, del III Battaglione del 278° Reggimento - Compagnia Comando tratte dal suo libro UN FANTE IN RUSSIA la tragedia della Divisione Vicenza 1942-1943 (MURSIA, Milano 2016)
Il 17 gennaio la mia compagnia lasciò il bunker al fronte e raggiunse un paese vicino.
Ad alcuni chilometri d distanza vedemmo svilupparsi un incendio di grosse proporzioni: venivano volutamente distrutti i nostri depositi militari.
La sera stessa partimmo per ignota destinazione.
La mattina seguente giungemmo in una grande vallata circondata da basse colline, la vallata di Podgornoje. A dire il vero la vallata la chiamavamo Daccia; non so se fosse la stessa. In poco tempo eravamo concentrati in reparti militari di varie nazionalità.
La mia compagnia era ben ordinata ed in pieno assetto di guerra.
Memorie del Tenente Medico dr. Franco Fabietti della 156 ª Sezione di Sanità della Divisione Vicenza tratte dal suo libro REDIVIVO quattro anni di prigionia in Russia (Garzanti, Cernusco sul Naviglio MI, 1969)
Il 15 gennaio un ordine improvviso trasferiva la nostra Sezione di Sanità al completo da Ssergejewka in un altro paese – Annowka – a circa 150 chilometri ad Ovest. Perché ?
Caricammo i materiali il 16 e partimmo all’alba ansiosi di sottrarci in tempo a qualche pericolo imminente.
A mezzogiorno, dopo 25 chilometri di percorso giungiamo a Podgornoje, dove ci accorgiamo infine di qualcosa di anormale: disordine, confusione, magazzini e depositi che ardono, i comandi che se ne sono andati, mancanza di ordini. Perdiamo tempo prezioso e possiamo lasciare Podgornoje soltanto all’imbrunire. Se avessimo ricevuto ordine di spostarci rapidamente, abbandonando o distruggendo i materiali, avremmo potuto metterci in salvo, poiché il 16 -come poi sapemmo -la strada era ancora aperta, mentre il 17 non c’era più via d scampo. Non sapevamo affatto che si trattasse di una ritirata a credevamo ad un semplice movimento tattico.
Alle due e mezzo del mattino seguente (il 17 gennaio) semicongelati e stanchi morti fummo costretti a sostare in un paesello, Opyt. Sistemati alla meglio gli uomini nelle case riposammo fino all’alba.
Al mattino ripartimmo distaccandoci dagli uomini della Sezione che ci seguivano a piedi. Li avremmo attesi sulla sera ad un punto determinato del percorso.
Verso mezzogiorno giungemmo a Postojali, un villaggio attraversato da una strada affollata da centinaia di nostri automezzi in colona quasi tutti con il motore in azione. La situazione si complicava. Erano gli automezzi del Comando di Corpo di Armata che impedivano di proseguire perché la strada era ingombra
Relazione del Maggiore Medico dr. Cesare Uberti, Comandante della 156ª Sezione Sanità - (USSUME- riferimento Fondo M-9)
Ricevuto ordine dal Comando di Divisione, nella notte tra il 14 e 15 gennaio 1943 mentre ero nella Sezione posizionata a Ssergejewka, ho raggiunto la zona indicata per il ripiegamento senza inconvenienti fino al 17 gennaio alle ore 11, a tale ora ho sopravanzato la Sezione lasciandola al Capitano Mainardi per recarmi a prendere informazioni circa l’itinerario da seguire presso il Comando di Corpo d’Armata Alpino che si trovava a Postojalyi. Giunto nell’ Isba del Comando vengo a conoscenza che da pochi minuti il Comando stesso era partito. Poco dopo comparvero i carri armai russi che circondarono il paese, per cui fu vano ogni tentativo per ritornare a raggiungere il mio reparto.
Memorie del Fante Sirio Sintoni, del 278° Reggimento - Compagnia Cannoni 47/32 – IV Plotone tratte dal suo libro , I TOPI DELLA STEPPA - Fronte russo 1943-’43 (Grafiche GMP S.n.c., Forlì, 2009)
Mancava poco all’ora stabilita, non uno sparo echeggiava sul fiume, mentre sotto la coltre gelata di neve che nascondeva le trincee, gli uomini del fronte si preparavano ad abbandonare per sempre le postazioni poste sulla riva occidentale del Don.
Il Tenente guardò ancora una volta l’orologio, poi si voltò e aprì la porta, fece uscire i due Sergenti seguiti dal resto del plotone: ognuno col proprio destino. L’orologio segnava le 17 precise del 17 gennaio 1943: festa d Sant’Antonio Abate.
Il Tenente che mi camminava davanti ad un tratto si fermò dalla cintura estrasse la pistola lanciarazzi, sparò un colpo verso il fiume: il razzo solcò il buio della notte e cadde lontano. Mi passò il suo moschetto ordinandomi di sparare. Avevo tanta rabbia in corpo che scaricai l’intero caricatore.
Giù verso il fiume un Alpino del Vestone rispose con una raffica di mitragliatore.
Sembrava una notte come tante altre, vissute al fronte del Placido Don.
NOTE IN APPENDICE:
DISTANZE PERCORSE
17 01 1943
Duchovoe – Popovka
km 25.75
17 01 1943
Kuvshin - Podgornoe
km 26.83
18 01 1943
Popovka – Samojlenkov
km 8.75
18 01 1943
Podgornoe – Samojlenkov
km 8.93
19 01 1943
Samojlenkov – Lesnishankij
km 6.56
LOCALITA’ PRINCIPALI RILEVATE ED IDENTIFICATE NELLA DOCUMENTAZIONE:
Alexandrowka Александровка
Bistriaghi Быстряги
Datscha Красная Дача
Krasnojarski Красноярский
Kuleskowka Кулешовка
Kurenyj (Kurennoye ) Купянск sulla carte Korepnoj
Korennoi Коренной
Marinowka Мариновка
Minaj Минай
Kurenyj Куренное
Olchowatka Ольховатка
Opyt Опыт
Popowka Поповка
Pobedinskaja Побединская
Podgornoje - (Podgorenskij) Подгоренский
Podgornoje – (Podgornoe) --- Подгорное
Popowka Поповка
Postojalyi Постоялый
Scheljakino Селякино
Slonowka Слоновка
Ssaprina Саприно
Ssergejewka Сергеевка
Ssotnizkaja Сотничкая
Ssudiewka ‐ Iwanowka Судьевка ‐ Ивановка
Ssudjewka Nikolaevka Цудьевка Николаевка
Stanowoj Становои
Tschapajewa Чапаева
Witebsk Витебск
Il giorno 17 gennaio 1943 il C.A.A. che ha ricevuto ordine di ripiegare verso Ovest, avverte le Divisioni di competenza che dalle ore 17 potranno iniziare le operazioni di sganciamento dalla linea del Don.
Vi furono tre ordini di ripiegamento, da Nord:
NORD: la Divisione Tridentina e parte della Vicenza per Podgornoje a seguire Opyt;
CENTRO: la Divisione Cuneense e parte della Vicenza per Popowka a seguire eventualmente Oljchowatka;
SUD: la Divisione Julia ed il XXIV Corpo d’ Armata Corazzato germanico per Rossosh a seguire Popowka.
Gli eventi già dal giorno 18 poi fecero modificare di continuo le vie per raggiungere Postojalij.
La «Vicenza» che aveva i suoi reparti frammentati ed i battaglioni dispersi lungo tutto il fronte del C.A.A. i quadrupedi in nuclei sparsi nell'ampio settore, quindi praticamente priva di mezzi, deve raccogliersi in valle Rossoch e costituire il fiancheggiamento prima, retroguardia poi, alla Divisione Tridentina che, fuori dalle piste, muove verso Podgornoje ed alla Divisione Cuneense che si dirige a Popowka.
I reparti devono raccogliersi inizialmente su due località, Popowka e Podgornoje e da li indirizzarsi verso Postojalij che raggiungeranno il giorno 20. Tre giorni di pesanti combattimenti che ridussero in modo irreparabile le potenzialità operative dei raparti i quali dovettero abbandonare mezzi e dotazioni e spesso anche gli uomini feriti ed ammalati per poter cercare di proseguire la lunga marcia nel tentativo di rompere l’accerchiamento.
È doveroso ricordare che il giorno 19 la colonna della Julia dell’8° Alpini partita da Popowka al mattino, mentre era in transito per Solowjew, venne fatto segno da fuoco nemico proveniente dalla vicina Nowo Postojalowka. Inizia in quel momento la più lunga e dura battaglia sostenuta sulla via del ripiegamento dal Corpo d’Armata Alpino, durata ben 30 ore dalla quale venne irreparabilmente compromessa la forza della Julia già provata e della Cuneense. Furono distrutti i Battaglioni Gemona e Cividale dell’8° Alpini, il Gruppo di Artiglieria Conegliano del 3° Da montagna, i Battaglioni Ceva e Mondovì del 1°Alpini, il Saluzzo ed il Borgo San Dalmazzo del 2° Alpini, i Gruppi di artiglieria Mondovì e Pinerolo del 4° da Montagna.
La battaglia di Nowo Postojalowka alla quale non parteciparono unità della Vicenza che ha impegnato le unità sovietiche provenienti da Rossosh ha dato senz’altro modo alla Tridentina di proseguire con reparti efficienti verso Postojalij e poi per via della salvezza.
A Postojalij la Divisione Vicenza è quasi completamente ricomposta e da quella località poi proseguirà seguendo la valle del fiume Kalitva in cerca del suo incerto destino assieme alle Divisioni Alpine.
Nel capitolo sono ricostruite le principali vicende che videro le unità della Vicenza impegnarsi nei primi tre giorni dei movimenti di ripiegamento sganciandosi dalla linea del Don assieme alle Divisioni Tridentina e Cuneense con le quali aveva condiviso molti reparti e con loro affrontare duri scontri che non risparmiarono nessuna unità militare nelle colonne che dovevano tutte convergere a Postojalij.
I BATTAGLIONI II e III 278° CON LA DIVISIONE ALPINA TRIDENTINA
(Con la Divisione Tridentina la Vicenza condivide i Battaglioni II / 278° con il Morbegno del 6° Alpini ed III / 278° con il Vestone del 5° Alpini).
6° ALPINI: il Colonnello Paolo Signorini dispone che il III Battaglione del 278° già dislocato a Dascha a caposaldo del colcos Ciapajeva, dovrà seguire dietro al Battaglione Verona e schierarsi in località Andrejewka.
17 gennaio 1943: nel Settore nord Tridentina il Comando del 6° Alpini dispone che il Battaglione vicentino III/278° ripieghi su Podgornoje dietro al Battaglione Verona.
18 gennaio 1943: In località Podgornoje dal primo mattino si era iniziato a ricostituire nella sua formazione organica la Divisione Vicenza restituendo il Vestone alla Tridentina e riacquisendo il III/278°, il CLVI Battaglione Mitraglieri (meno due Plotoni rimasti con il 1° Alpini) ed i reparti reggimentali e divisionali (256ª Compagnia cannoni 47/32 divisionale, Compagnia cannoni 47/32 reggimentale del 278°, Compagnia mortai da 81 reggimentale del 278°) che, scomponendone l’organico, erano stati messi a disposizione ai Battaglioni Alpini di 1° scaglione.
19 gennaio 1943: Alle prime ore la Tridentina muove da Podgornoje verso Postojalij.
La colonna del 6°, al comando dello stesso Comandante Paolo Signorini, muove su Opyt e Rapyewka. La località era stata occupata da una colonna di formazione. Ad Opyt pesantemente attaccata da forze russe muove il II Battaglione Genio della Tridentina con il supporto del III Battaglione del 278° al comando del Maggione Michele Campanella che assieme sgominano le forze avversarie. Superata la località il battaglione muove per Postojalij
5° ALPINI: il Colonnello Giuseppe Adami dispone che il II battaglione del 278° vicentino ripieghi su Podgornoje dietro il Battaglione Tirano
18 gennaio 1943: La colonna del 5° Alpini preceduta dal Tirano ed al seguito dell’Edolo con il II / 278° a retroguardia parte per Skorobig ove dopo una cruenta battaglia la località viene occupata dai contingenti italiani. Successivamente viene apprestato il piano per dirigersi al colcoz di Lessnitscanskj e successivamente a Postojalj.
19 gennaio 1943: la colonna del 5° si divide in due, quella di sinistra al comando del Colonnello Guglielmo Maj ingloba il II 278° e dirige a Lessnitschanskij.
20 gennaio 1943: alle ore 12 la colonna del Colonnello Maj con il II / 278° raggiunge Postojalji.
Nella giornata il II / 278° viene restituito alla Divisione Vicenza che in cambio restituisce il Morbegno.
Con questa operazione il 278° Reggimento al comando del Colonnello Gaetano Romeres è ricomposto con tutti i tre suoi Battaglioni di Fanteria, la Compagnia Cannoni da 47/32 e la Compagnia Mortai da 81.
IL BATTAGLIONE III / 277° CON LA DIVISIONE ALPINA CUNEENSE
(Con la Divisione Cuneense la Vicenza condivide il Battaglione III / 277° con il Pieve di Teco del 1° Alpini).
17 gennaio 1943: Alle ore 17 il 1° Alpini incolonnandosi a Topilo si mette in marcia . Anche il 2° Alpini lascia le posizioni e si mette in marcia, per entrambi i reggimenti la destinazione è per Popowka.
Vengono emanate inoltre disposizioni per i reparti del Comando di Divisione tra i quali venne compreso anche per il III Battaglione 277°:
Il COMANDO DI DIVISIONE doveva seguire la pista del 2° Alpini (Colonnello Luigi Scrimin) con la colonna più a sud (o sulla sinistra) in direzione Popovka (con l’itinerario Lotschina – Topilo – Solonzj – Annovka -Ciapajewa – Popovka (era la pista più esposta alle provenienze nemiche dalla piana del Kalitwa da Rossoš’
Il Battaglione III/277°, in 2° scaglione al Battaglione Saluzzo del 2° Alpini, inizia dunque le operazioni per retrocedere. In località Annovka si unisce con i reparti del Comando di Divisione e dal colcoz di Ciapajewa il distaccamento del III 277° raggiunge Popowka nella mattinata del 18 gennaio
18 gennaio 1943: Lo stesso Generale Battisti, Comandante della Divisione Cuneense, dispose che il III 277°, già a Popowka , provvedesse alla protezione dell’abitato da più che probabili provenienze da Rossoš’ per assicurare l’incolonnamento della Divisione per poi muovere in retroguardia dell’ultimo scaglione.
19 gennaio 1943: Il III Battaglione del 277° che avrebbe dovuto muoversi in retroguardia, alle ore 24.00 venne sopraffatto dalla fanteria russa e da partigiani locali.
Solo il Capitano Gabriele Gherardini, Comandante del Battaglione, e pochi soldati riuscirono a salvarsi e a raggiungere, successivamente, il 2° Alpini per poi ricongiungersi successivamente con la Divisione Vicenza.
Con questo evento ormai i due Battaglioni I ed il III del 277° Reggimento cessarono di esistere,
LA DIVISIONE VICENZA ED I SUOI REPARTI
SETTORE VICENZA:
(sulla linea del Don erano dispiegati i Battaglioni Vestone e Morbegno ceduti dalla Divisione Tridentina, – (in 2° scaglione il I/278°), il II/277° ed il Pieve di Teco ceduto dalla Divisione Cuneense).
Nota: La responsabilità dei Battaglioni di 1° scaglione del Settore di operazioni della Divisione Vicenza, vengono affidati a due Sottosettori, a Nord denominato “Leonarduzzi” i Battaglioni Alpini Vestone e Morbegno ed a Sud denominato “Mulattieri” il II Battaglione del 277° ed il Battaglione Alpini Pieve di Teco.
Inoltre nel settore di competenza si trovavano il Comando di Divisione, il Quartier Generale con le Sezioni 136ᵃ e 137ᵃ di CC.RR., il CLVI Battaglione Misto Genio, l’Artiglieria a Cavallo con i Gruppi I e II, l’autocarreggio dei reparti ed i Servizi della Divisione.
17 Gennaio 1943: vengono lasciate le linee del Don alle ore 17.
· Il Comando di Divisione, il Quartier Generale con le Sezioni 136ᵃ e 137ᵃ di CC.RR. ed il CLVI Battaglione Misto Genio si muovono sull’ itinerario Kureny – Smirnhoff – Pobedinskaja – Mars – Ssudjewka Iwanowka.
Il Comando da Kureny sarà inizialmente a Smirnoff e successivamente si sposterà a Ssudjewka Nokolajewka;
· Il Sottosettore Nord la colonna “Leonarduzzi” con i Battaglioni Morbegno e Vestone muove verso Podgornoje;
· Il Sottosettore Sud con la colonna “Mulattieri” con il II/277° ed il Pieve di Teco si dirigono verso Popowka;
· L’Artiglieria a Cavallo con il II Gruppo, l’autocarreggio dei reparti, servizi e della Divisione muovono sulla rotabile Ssaprina–Ssergejewka– per dirigersi a Podgornoje;
· L’Artiglieria a Cavallo con il I Gruppo muove per l’itinerario rotabile di Ssaprina–Rossosh, riunendosi poi a Ssudjewka Nikolayewka al Comando di Divisione;
· Il Battaglione I/278° sarà a protezione del ripiegamento seguendo l’itinerario Witebsk–Ssaprina–Stanowoj–Wakulin per dirigersi a Podgornoje.
18 gennaio 1943: Nella stessa mattinata la Vicenza, il Battaglione Pieve di Teco ed i reggimenti della Divisione sono parte a Popowka e parte a Podgornoje ove sostano.
In località Podgornoje dal primo mattino si era iniziato a ricostituire nella sua formazione organica la Divisione Vicenza restituendo il Vestone alla Tridentina e riacquisendo il III/278°,
inoltre rientrano alla Vicenza il CLVI Battaglione Mitraglieri (meno due Plotoni rimasti con il 1° Alpini) ed i reparti reggimentali e divisionali (256ª Compagnia cannoni 47/32 divisionale, Compagnia cannoni 47/32 reggimentale del 278° e la Compagnia mortai da 81 reggimentale del 278°) che erano stati messi a disposizione ai Battaglioni Alpini di 1° scaglione.
A Popowka si ricongiungono anche i resti del I/277° già distrutto a Rossoš’ compresi quei plotoni della Compagnia Cannoni 47/32 del 277° che erano riusciti a defilarsi.
Alla Divisione perviene l’ordine di trasferirsi a Samoilenkov da Popovka prima che giunga la seconda colonna Alpini della Cuneense con il III/277° che arriveranno attorno alle 8 del giorno successivo.
19 gennaio 1943: la Divisione ed i suoi reparti da Popowka e da Podgornoje si trasferiscono a Samoeliakoff dove giungono verso le ore 12.
In direzione Samojlenkov, il 2° Plotone della 3ᵃ Compagnia del Battaglione Pieve di Teco in avanguardia alla Divisione Vicenza sbagliò direzione dirigendosi verso Opyt, inserendosi poi nella colonna della Tridentina.
Alle ore 19 su ordine del Comando di Corpo d’Armata la Vicenza muove verso l’abitato del colcos di Lessnitschanskij con in avanguardia il Battaglione Pieve di Teco per sostenere la conquista di Postojalij in concorso con la Tridentina ed il 5° Alpini. Per questo motivo il Comando della Vicenza decide li di costituire una forte avanguardia con circa 1/3 della forza disponibile, il Pieve di Teco in testa, con la Batteria Villanova, seguite ad un chilometro dal CLVI Battaglione mitraglieri e da un Gruppo di Artiglieria a Cavallo.
Il Maggiore Agostino Uberti, Capo di Stato Maggiore della Vicenza prende il Comando dell’intero corpo di avanguardia. Verso l’una il comandate delle avanguardie che aveva perso il collegamento con il Pieve di Teco che nel frattempo aveva preso contatto con il nemico. L’avanguardia riesce a collegarsi con le altre Divisioni concorrendo alla conquista di Lessnitschanskij e favorendo la successiva conquista di Postojalij nella mattinata del 20 gennaio.
20 gennaio 1943: giunto in vista di Lessnitschanskij poco prima dell’alba, il Battaglione Pieve di Teco in avanguardia della Divisione, attacca e conquista il villaggio dove poi sosta con gli altri reparti della Divisione.
Nella giornata il II / 278° viene restituito alla Divisione Vicenza dalla Tridentina che in cambio restituisce il Morbegno.
Alle 15 giunge il Generale Giulio Martinat Capo di Stato Maggiore del Corpo d’ Armata Alpino con gli ordini per i movimenti dei giorni successivi. Il Generale Gabriele Nasci, non potendo comunicare via radio in quanto il C.A.A. aveva perso i mezzi radio a Opyt, inviò il suo a C.S.M. con un mezzo cingolato per incontrare il Generale Pascolini a Lessnitschanskij e comunicare l’ordine per i giorni successivi sollecitando inoltre il movimento della Divisione Vicenza su Novohar’kovka, prima tappa dell’l’itinerario assegnato la cui meta finale sarebbe stata Valujki.
L’ordine di movimento per le date e tappe successive per tutte le divisioni, prevedeva che venissero raggiunte le località in date precise:
● 21 gennaio - Novohar'kovka
● 22 gennaio – Limarew
● 23 gennaio – Scheljakino
● 24 gennaio – Warwarowka
● 25 gennaio – Bolschije Lipjagj – Malakejevka
● 26 gennaio – Waluiki
Il Generale Martinat non potendo proseguire e non conoscendo dove si potessero trovare la Julia e la Cuneense, invitava il capo di S.M. della Vicenza di far pervenire gli ordini di movimento alle due divisioni alpine, ordine che non poteva venir effettuato via radio in quanto le poche R2 e R3 della Divisione Vicenza per portata e frequenza non erano in grado di sintonizzarsi con quelle alpine.
(Soltanto nella notte sul 23 gennaio, a Novo Dimitrovka, il Generale Pascolini poté comunicare al Generale Battisti gli ordini ricevuti il giorno 20).
Alle ore 15 di quel 20 gennaio il Generale Pascolini chiama a rapporto i comandanti di reggimento e del Pieve di Teco ai quali il suo capo di S.M. comunicava gli ordini e le modalità di movimento per i giorni successivi.
All’imbrunire la colonna divisionale riprende la marcia verso Novohar'kovka subendo attacchi di reparti partigiani, respinti dal Pieve di Teco. La marcia continua per tutta la notte.
PRINCIPALI LOCALITA’ E DISTANZE PERCORSE
DATA Da-A Km
17 01 1943 Duchovoe – Popovka 25.75
17 01 1943 Kuvshin - Podgornoe 26.83
18 01 1943 Popovka – Samojlenkov 8.75
18 01 1943 Podgornoe – Samojlenkov 8.93
19 01 1943 Samojlenkov – Lesnishankij 6.56
20 01 1943 Lesnishankij – Novoharkovka 15.16
18 GENNAIO 1943 NELLA RELAZIONE DEL GENERALE E. PASCOLINI:
Sempre a Podgornoje, il mattino del 18 gennaio il magg. Tessitore, del Comando del Corpo d’Armata alpino, chiese al mio Capo di S.M. di assumersi l’organizzazione del regolare deflusso dei vari reparti, non indi visionati (anche germanici), che ripiegavano confusamente nella zona, ma benché il quartier generale della divisione e le mie due sezioni CC. Fossero in perfetto ordine ben poco si potette fare.
Intanto, unitamente agli altri comandanti di divisione, ricevevo ordini dal Generale di C.A. Nasci per la prosecuzione della manovra di ripiegamento che avrebbe dovuto far convergere le divisioni dipendenti tuttora largamente intervallate a cavallo della ferrovia Podgornoje, sì che potessero portarsi reciproco appoggio fino a raggiungere l’allineamento Waluiki-fiume Now-Oskol. Il movimento della Df. “Vicenza” era stato particolarmente congegnato, sì che la mia divisione, in ogni momento, avrebbe dovuto trovare sempre l’appoggio della “Tridentina” e della “Cuneense”.
Intanto, venivano restituiti alle mie dipendenze due btg. del 278° ftr., il che mi permetteva di ricostruire organicamente tale reggimento agli ordini del suo comandante colonnello Romers Gaetano, mentre restituivo alla “Tridentina” i battaglioni alpini “Morbegno” e “Vestone”.
Sicché a Podgornoje, la Df poteva dirsi completamente ricostituita nella sua figura organica, salvo che per il I battaglione del 277° ftr. Che, impiegato nella difesa del caposaldo di Rossoch, era stato completamente distrutto dai carri armati sovietici. Inoltre il II/277° (magg. Gherardini Gabriele) restava tuttora alle dipendenze della “Cuneense”, mentre ai miei ordini rimaneva il btg. alpino “Pieve di Teco” (Magg. Catanoso).
Conviene qui subito dire che nella difesa di Rossoch era pure caduto il colonnello di ftr. In s.p. Margiotta Roberto che, assegnato di recente alla divisione, era stato destinato, per ordine del comando di Corpo d’Armata, quale comandante di quella piazza che, come già detto, fino al 15 gennaio era stata attaccata da soverchianti forze sovietiche.
Alle ore 17 del pomeriggio del giorno 18, infine, mi venivano assegnati per tutto il periodo del ripiegamento oltre 3000 u., male inquadrati, scarsamente armati, e non vettovagliati, appartenenti a vari enti dipendenti direttamente dal Comando di C.A. (batterie da posizione autoreparto, presidiari ecc.).Tale assegnazione creò, per il mio comando, non pochi inconvenienti, tenuto conto che, sostanzialmente, non era ormai possibile provvedere a vettovagliare per 10 giorni, com’era stato prescritto, il personale di cui sopra (alle ore 15 erano stati incendiati i Magazzini di Podgornoje), mentre la divisione, che non era dotata, come lo erano le Div.alpine, di buoni mezzi do collegamento (avevano in tutto 10 stazioni R. 2-3, di portata assai limitata in quegli spazi), aveva notevoli difficoltà per impiegare tempestivamente i 3000 u. di cui sopra che, praticamente, nel ripiegamento, si mostrarono ome peso morto, e, mentre furono i primi a “naufragare” nella steppa sterminata, in ogni azione bellica svolta in quei giorni, costituirono un preoccupante peso morto.
Infine, sempre il giorno 18 ricevei l’ordine di rendere inservibili tutti i miei automezzo e di continuare il ripiegamento a piedi: “le truppe in movimento devono considerarsi tutte come in montagna”.
18 GENNAIO 1943 NELLA RELAZIONE DEL COL. G.C. SALVI:
Nella notte del 18 i reparti della «Vicenza» largamente intervallati, spezzettati da mille contrarietà, iniziano il loro movimento verso Ovest. Il reggimento di artiglieria a cavallo cede al 278° il I gruppo, al 277° il III gruppo, temperatura e tormenta siberiana. La tragedia si inizia. Le bombe a mano disseminate sulla neve senza sicura, provocano i primi feriti che devono per forza essere abbandonati nelle isbe, dopo sommaria medicazione. Marcia lenta, penosa, col fardello minimo indispensabile di qualche galletta e scatoletta. L'ordine parlava di viveri per 4 giorni, ma non fu possibile eseguirlo. Si lascia con tristezza l'orrida valle tutta devastazione incendi e scoppi; si attraversa il fiume Rossoch gelato e si punta su Semejlenkoff. A sinistra e a destra il concerto sinistro e continuo delle armi automatiche e delle bombe ci accompagna. La ferma volontà di uscire dalla tenaglia che si è chiusa a Sud e a Nord ci sostiene e ci dà forza. La colonna di uomini, “imbaccuccata” sino all'irriconoscibile, raggiunge il villaggio verso mezzogiorno.
Località deserta, isbe semibruciate, con alcuni morti siberiani abbandonati nel centro del piazzale. Si accatastano gli uomini nei pochi locali abitabili, si schierano le artiglierie e i pezzi anticarro per la difesa esterna. cercando un angolo ove difendersi dal freddo e riposare. Nella notte si riparte per Postojali. Faticosamente si costituiscono e si incolonnano i reparti.
19 GENNAIO 1943 NELLA RELAZIONE DEL GENERALE E. PASCOLINI:
Nella notte del 19, la Divisione muoveva dalla linea di attestamento Podgornoje – Popovka su Samoilenkoff (Sematoenoka). Le predisposizioni prese, i collegamenti attuati, facevano sì che la marcia, sempre con clima molto rigido e con temperatura sui 30 gradi sottozero, si svolgesse in maniera simile che in un a manovra di pace. In avanguardia il 278° ftr.
Segnalati movimenti di carri armati sovietici (effettivamente il 18, i sovietici avevano occupato Samoilenkoff) mi portai sulle punte all’avanguardia per meglio coordinare l’azione, lasciando il Comando della divisione col mio Capo di S.M., ma pochi colpi di artiglieria bastarono a fugare i carri armati sovietici che fino ad allora controllavano le piste provenienti dalla zona Rossoch – Rovenchi.
L’imponente spiegamento della divisione, in movimento su Samoilenkoff anche ad un occhio profano poteva apparire veramente superbo!
Raggiunta la località, dove trovai anche numerosi feriti sovietici lasciati dalle unità corazzate russe che ivi avevano combattuto nei giorni precedenti, sostai in fermata protetta in attesa di riprendere il movimento su Olichowatcka come mi era stato fissato dal Comando del C.A. alpino. Fermata spesso all’addiaccio, in quel clima gelido, o con intasamenti nelle isbe dove alla meno peggio si installavano interi plotoni.
Alle ore 17 del giorno 19 mi perveniva un ordine radio dal Opyt, dove era installato il Comando tattico del C.A. di concorrere immediatamente con l’intera divisione in direzione S.E. –N.W. all’attacco di Postoyalay che sarebbe stato condotto da una colonna della “Tridentina” (il 5° alpini).
Mancava ogni riferimento più preciso ed ogni accenno al coordinamento dell’azione. Pure era mio intendimento preciso di soccorrere al più presto alla voce del cannone che, sull’imbrunire, si udiva violento appunto in direzione Postjalay. Si seppe poi che in zona si saldava il primo ferreo anello nel quale i sovietici avevano già racchiuso il Corpo d’Armata alpino.
A malgrado che Samoleinkoff fosse in quel momento il punto di convergenza di migliaia di sbandati e di ritardatari, in poco meno di un’ora, nella notte ormai avanzata, rischiarata in lontananza solo da bagliori di incendio riuscii a rimettere in moto tutto il complesso organismo della divisione che, anche questa volta, si presentò ai punti di incolonnamento fissati dal mio Comando, con una precisione degna di una manovra di pace.
Era in avanguardia – agli ordini del ten.col. Mulattieri il btg. “Pieve di Teco” con un gruppo di artiglieri del rgt. a cavallo.
Peraltro, dopo qualche ora di marcia mi avvidi che l’avanguardia a malgrado fosse fornita di guida e di interprete anziché puntare su Postjalay era ormai indirizzata verso Opyt.
Senza por tempo in mezzo ordinai la costituzione di una nuova avanguardia con il btg..mitraglieri divisionale e con un secondo gruppo di artiglieria che doveva: riagganciare comunque l’avanguardia del ten.col. Mulattieri e con essa convergeva decisamente a sud di Postoyalay per sfondare l’accerchiamento sovietico e permettere alla “Tridentina” di avanzare.
Il capo di S.M. della divisione – Ten.Col. Uberti – assumeva volontariamente il comando della nuova avanguardia e la conduceva in modo deciso, nella steppa gelata e nella notte fonda, orientandosi unicamente sui combattimenti lontani, sugli incendi che arrossavano il cielo e sui proietti traccianti dei sovietici schierati tra Postoyalay ed un colcos a circa 2 km. a sud dell’abitato.
20 GENNAIO 1943 NELLA RELAZIONE DEL GENERALE E. PASCOLINI:
Verso le ore 2 del giorno 20 il ten.col. UBERTI era di nuovo in collegamento tattico con il Col. Mulattieri che, accortosi del precedente errato movimento, cercava di riprendere la giusta Direzione.
Senza indugio, il ten.col. Uberti assumeva il comando dei due btg. e dei due gruppi di artiglieria costituendo un unico raggruppamento che spingeva decisamente verso le posizioni di Postoyalay: l’orientamento era sempre più facilitato dai predetti traccianti sovietici: la presenza di carri armati nel colcos sopracitato e l’azione dei mortai rendeva particolarmente difficile e lenta l’azione del raggruppamento, ma lo spostamento d’iniziativa del suo comandante del btg. “Pieve di Teco” (magg. Catanoso) interpostosi tra il colcos e l’abitato di Postoyalay, e sistemando così le sistemazioni campali avversarie, decidevano i sovietici verso l’alba ad abbandonare la lotta lasciando sul terreno numerosi morti, tre carri armati immobilizzati qualche prigioniero. Nel frattempo, raggiungevo in testa al grosso della colonna, la località conquistata e spingevo decisamente un btg. del 278° ftr. Su Postoyalay dove notavo ancora qualche resistenza, per cui l’azione della “Tridentina” era notevolmente agevolata.
Si può dire che la decisa azione della notte sul 20 gennaio della “Vicenza” nella zona di Postoyalay abbia avuto un’importanza fondamentale per lo sfondamento del primo accerchiamento sovietico. La truppa ai miei ordini, per capacità dei comandanti, resistenza alle fatiche e ai disagi, rispose egregiamente ai miei intendimenti e alle richieste del Comando Superiore. Il combattimento notturno condotto energicamente dalle mie avanguardie disorientò i sovietici e ridusse notevolmente le nostre perdite, mentre imbandalzì tutti i gregari che, sebbene sottoposti da qualche giorno ad uno sforzo continuo, in un clima eccezionalmente rigido, s’erano convinti purtroppo erroneamente, d’aver compiuto ormai lo sforzo maggiore.
Decidevo di sostare il giorno 20 sulle posizioni raggiunte: del resto, il generale Martinat, Capo di S.M. del C.A. alpino che verso le 12 dello stesso giorno era giunto nella località di sosta, dettava al mio Capo di S.M. gli ordini per la tappa successiva e per i movimenti della divisione del C.A.
In particolare, la “Vicenza” che nel movimento del giorno 21 verso Nowo Karkowka sarebbe stata affiancata alla “Tridentina”, avrebbe poi dovuto costituire quasi divisione di 2° schiera, sì da raggiungere il 23 Sceliakino, il 24 Warwarowka, il 25 Lipyay ed il 26 gennaio Waluichi.
Il Generale Martinat, in relazione al fatto che il Comando del Corpo d’Armata Alpino che muoveva con la “Tridentina”, per aver perduto ad Opyt le sue radio, non era più in grado di collegarsi con le altre divisioni, insisté col mio Capo di S.M. perché il mio comando cercasse il collegamento radio con “Julia” e “Cuneense” per dettar loro gli ordini di movimento. Peraltro le mie stazioni R 2/3, di modesta portata, non mi consentirono di prendere contatto con i comandi delle due gloriose divisioni alpine che, per aprirsi un varco verso ovest si erano logorate contro la muraglia di ferro e di fuoco sovietica.
Il movimento vero ovest veniva ripreso nella giornata del 20 ma la “Tridentina” aveva inspiegabilmente puntato su Nowo Karkowa, obiettivo che invece era stato fissato alla “Vicenza per il giorno 20 come sopra si è detto.
Sicché il mio movimento legato alle piste gelate esistenti invase dalla Tridentina e da uno sciame di reparti germanici in fuga, veniva ritardato di quasi 24 ore mentre partigiani e carri armati sovietici interposti tra la “Vicenza” e la “Cuneense” puntavano ripetutamente sul fianco destro della mia colonna divisionale cercando di scompigliarla e di arrestarne il movimento.
Raggiunto dopo una marcia lenta e faticosa l’obiettivo fissatomi, a malgrado della stanchezza delle truppe che peraltro rispondevano ancora egregiamente ai miei ordini, riprendevo la marcia di notte in direzione di Linares col 278° fanteria in avanguardia. A Linares però era impossibile sostare nelle isbe, occupate dalla retroguardia della “Tridentina”. Fu giuocoforza sostare alcune ore all’aperto, mentre il 278° ftr. Si spingeva in un colcos 7-8 km più ad ovest della località di tappa perdendo così temporaneamente il collegamento con la colonna. La necessità di dar riposo alla truppa ormai esausta e di addivenire, mio malgrado, ad un ricovero terra straniera di tutti i feriti e congelati della divisione, che ormai costituivano un notevole peso, mi consigliarono di sostare fino alla sera.
NELLO BERTONCINI CHE ERA ATTENDENTE DEL CAPITANO FERRUCCIO DODI COMANDANTE LA 1ᵃ COMPAGNIA DEL I BATTAGLIONE DEL 277°, DOPO ESSERE RIUSCITO A SOTTRARSI DALL’ ACCERCHIAMENTO A ROSSOSH. RIPORTA IL RESOCONTO DI QUELLE DRAMMATICHE ORE.
“Il 16 gennaio ’43 verso le 21 lasciammo le posizioni per ordini superiori; ci servimmo di alcune slitte portando con noi il materiale che avevamo in carico. Dovevamo riunirci con le altre divisioni dell’Armata per combattere e aprirci un varco perché ormai eravamo accerchiati. Il posto di concentramento era lontano, il percorso era brutto per la neve e il freddo. Camminammo così a fianco di una colonna di alpini e rumeni per due giorni e due notti riposando solo qualche ora per mangiare e chiudere un occhio. L’ammassamento di slitte, di macchine e di uomini ormai già dispersi dal loro reparto, portò la confusione anche nella nostra compagnia e così nella notte tra il 18 e il 19 gennaio ’43 eravamo rimasti in pochi ancora compatti: il signor capitano, il sottotenente Scarparo e cinquanta uomini. Era l’una di notte; decidemmo di dormire un po’; eravamo arrivati in un grosso paese. Io e l’attendente del s.t. Scarparo eravamo incaricati di trovare alloggio; entravamo nelle case ormai tutte piene di militari italiani, rumeni, germanici e così camminammo per una strada larga fiancheggiata da case con in mezzo una folta colonna di uomini e di mezzi di trasporto di ogni specie. Ad un certo punto (uscivo da una casa) trovai una delle nostre slitte rovesciata; aiutai il conducente a scaricarla; questi mi disse che il signor capitano era poco avanti con gli uomini e le altre slitte. Camminai svelto e non lo trovai, cercai un’ora intera e non vidi più nessuno. Mi sentii solo e stanco. E da quella notte il signor Capitano non lo vidi più”.
Dal diario del Fante Giovanni FALCONI, rientrato vivo dalla ritirata dalle vicende del 277° Reggimento Fanteria - II Battaglione - Compagnia Comando
Passi tratti dalla pubblicazione curata da Gorgio Paolucci, DIARIO DELLA VITA MITARE, Modulitalia s.r.l, Tavoleto (PU), 2022.
Giorno 18 gennaio 1943
Mentre si camminava per la strada, guardando di dietro alla mia compagnia molti dei miei compagni non c’erano più, rimasti sulla neve congelati o feriti, si fermavano a quelle case. Camminando, verso le ore 6 ci raggiungevano no 4 camion e quando sono giunti vicini si fermarono e siamo saliti per poter raggiungere Popovka. Difatti verso le 9 giunti alla periferia di Popovka ci fecero scendere dai camion e raggiungere Popovka a piedi. Camminando c’era da fare un chilometro e mezzo. C’era una strada in pendenza fatta con delle pietre conciate e bella, ma si scivolava, li arrivavano da tutte le parti, molti reparti, soldati alpini, della Divisione Vicenza, Pasubio, Cosseria, Celere e molti altri reparti tedeschi e romeni, ungheresi. Io trovai un paio di sci, ero capace di sciare, li ho presi e me li sono montati agli scarponi agganciandoli.
Avevo lo zaino e le coperte, li ho lasciati lì, ho preso solo il fucile, munizioni, rivoltella e poi sono partito con gli sci e ho raggiunto il centro di Popovka.
Giorno 19 gennaio 1943
Siamo stati un giorno fermi a Popovka, era piena di soldati fermi che mangiavano un po’ di pane e gallette trovate nei magazzini o dai civili.
In quella confusione domandando a dei soldati del mio battaglione se c’erano dei soldati miei paesani.
Era verso le ore 10 mentre si mangiava quel poco di parmigiano congelato, era come un sasso duro. In un tratto cominciavano ad arrivare delle cannonate, poi dei carri armati russi mitragliando all’improvviso su di noi: risposero immediatamente anche i nostri cannoni anticarro e con noi c’erano anche 2 semoventi tedeschi con cannoni anticarro, anche loro spararono molto sui carri armati russi, 3 dei carri armati russi e 2 cingolati furono incendiati, giravano rotondo come una macina di un mulino e sparavano continuamente e gli altri carri armati russi riuscirono ad entrare a Popovka, passavano sopra i feriti, sopra le slitte dei congelati, sopra i soldati che non facevano in tempo a spostarsi perché avevano una mitragliatrice oppure un mortaio, lì fu un massacro di morti soldati Italiani. Quel poco di neve che ce n’era 20 centimetri, era tutta rossa di sangue.
Ricordo degli eroi, i soldati del 277o fanteria del 2° Battaglione, dalla rabbia vedendo dei massacri così, con delle bombe a mano e una bottiglia di benzina si agganciavano dietro a carri armati rompendo la bottiglia di benzina sopra la torretta dei carri armati e lanciavano una bomba a mano.
In quel frattempo vidi dei reparti Alpini che erano partiti attraversando un tratto in pianura circa un chilometro, stepposa con cannegge e sgarzoni.
Io partii subito, vidi che gli alpini già erano arrivati alla metà della collina, in un tratto mentre camminavo un po’ forte, sempre sotto il fuoco dei mortai e mitragliatrici, molti soldati percorrevano per quella direzione, c’erano dei soldati feriti e morti per terra. In un tratto vidi un soldato tutto insanguinato in faccia. Mi avvicinai gli chiesi: “Sei ferito?”, lui mi ripose: “È successo per buttarmi in terra mentre sparavano, è un graffio dentro il naso ma non è niente” mi disse. Io l’ho riconosciuto era De Luca il mio paesano di Ripamassana. Eravamo tutti sporchi con la barba lunga gli dissi: “Camminiamo forte di poter avvicinarci agli Alpini”, era la Divisione Tridentina, “altrimenti se andiamo piano o ci fermiamo, i Russi ci fanno prigionieri” e lui mi disse: “Davvero!”.
Era verso mezzogiorno, camminando a un passo accelerato, sempre alcuni colpi di mortai e mitragliatrici, ogni tanto sdraiati per terra e si ripartiva. Verso le tre arriviamo sopra quella collinetta guardando in avanti alla distanza di 5 o 6 chilometri si vedeva una colonna di soldati, la strada scendeva un pochetto, allora accelerando il passo fra tutti i soldati nella colonna, perché incominciava a farsi un po’ buio, pensando di poter arrivare in paese ove lì di poter trovare un isba, di poter scaldarsi un po’, il freddo era sui meno 30 gradi [sotto lo zero N.d.C.]. Difatti dopo un po’ si raggiungono le ultime slitte che trasportavano i feriti munizioni e viveri, erano gli Alpini della Tridentina. Camminando ancora alcune ore, mentre in testa della colonna sparavano con mitragliatrici e mortai gli alpini, ma verso le 9 arrivammo in un paese che si chiamava Postoialowko [Postoyalyy Постоялый N.d.C.] dove gli Alpini si erano già schierati attorno il paese per proteggere la colonna e per permettere di fermarsi e di passare la nottata nelle case ai feriti e soldati. I Russi si erano ritirati alcuni chilometri.
Giorno 20 gennaio 1943
Alla mattina partendo tutta la colonna di sorpresa i Russi ci attaccano, schierata la Tridentina in testa e alcuni reparti della Vicenza incominciò un combattimento molto forte, avvicinando Postojali sulla terra gremita di morti e feriti, mentre i soldati russi replicavano avanzando sotto il tiro dei cannoni e mitraglie, e si puntava diritto su Nova KarkowKa [Novakhar’kovka Новохарьковка N.d.C.] combattendo sotto il terribile freddo, la tormenta, superando nuovi sbarramenti di artiglieria e carri armati. La Tridentina e la Vicenza oltrepassarono i campi di battaglia di Postojali e Novakhar’kovka.
Dalle memorie del Capitano Gabriele Gherardini Comandante del III Battaglione del 277° Reggimento in un passo tratto dal suo libro, MORIRE GIORNO PER GIORNO ed. Mursia, Milano, 1968
“ …. Fu li che mi raggiunsero a spizzico i resti sparuti del Battaglione. Ne giungevano di quando in quando, a due, a cinque, a dieci, aiutandosi vicendevolmente, facce stravolte. Un caporalmaggiore che si spingeva avanti con cinque uomini fu lui a darmi le prime notizie: - Un macello signor Capitano, Un macello ! Ce li siamo visti alle spalle all’improvviso con quella oscurità maledetta ! …. A noi è andata bene signor Capitano e quando si torna a casa dieci ceri voglio accendere alla Madonna !
- E gli ufficiali?
- E chi lo sa !
- Ma sei proprio sicuro che non si sia salvato nessuno ?
- E come avrebbero potuto alvarsi ? li ho visti io, erano tutti li distesi, ancora con il fucile in mano. I feriti sono stati fatti fuori sul posto: una scarica e via! No signor Capitano, sono morti tutti ! “
Sirio Sintoni, I TOPI DELLA STEPPA - Fronte russo 1943-’43, Grafiche GMP S.n.c., Forlì, 2009
Il fante Fante Sirio SINTONI apparteneva al 278° Rgt. - Compagnia Cannoni 47/32 – IV Plotone
Rientrato vivo dopo la ritirata
Bloccati all’ingresso di Podgornoje e non potendo più proseguire, capii che questo non era più un ripiegamento organizzato per raggiungere le nuove linee di difesa, non si dava precedenza ai feriti e nemmeno ai reparti che arrivavano dal fronte. Era facile capire che si trattava già di una immensa ritirata e , a giudicare dal caos che vi trovammo, stava anche per diventare una immensa tragedia.
Così mi apparve l’alba del 18 gennaio. Scene indescrivibili. Venivamo informati che la città di Rossosh era da due giorni che i russi l’avevano occupata.
Il bel sogno delle retrovie sicure, le nuove linee di difesa, i tre giorni di marcia per raggiungere la salvezza svanirono contro quella muraglia di soldati che arrivavano da più piste diretti verso l’ignoto, perché nessuno sapeva più dove eravamo diretti.
Quel giorno, le ore a Podgornoje non passavano mai, mentre le colonne di uomini e mezzi continuavano a passare.
Memorie del Fante Giuseppe Sorgente della Compagnia Comando del III Battaglione del 278° Reggimento dal suo libro di memorie, UN FANTE IN RUSSIA la tragedia della Divisione Vicenza 1942-1943, MURSIA, Milano 2016.
Quando giungemmo a Podgornoje, sede del Comando di Corpo d’Armata Alpino, c’era un grande edificio, guardato a vista dagli Alpini, pieno di viveri. Eravamo all’inizio della ritirata. I soldati erano affamati e disperati. Seguivano la colonna non sapendo cosa potesse accadere, i pericoli che potevano presentarsi, cosa dovevano fare, come si dovevano comportare, come organizzarsi: sembrava un gregge di pecore.
Franco Fabietti REDIVIVO quattro anni di prigionia in Russia, Garzanti, Cernusco sul Naviglio MI, 1969
Le vicende della 156 ª Sezione di Sanità della Divisione Vicenza attraverso la storia del Medico Franco Fabietti, autore del libro
Verso mezzogiorno giungemmo a Postojali, un villaggio attraversato da una strada affollata da centinaia di nostri automezzi in colonna, quasi tutti con il motore in azione. La situazione si complicava. Erano gli automezzi del Comando di Corpo d’Armata che impedivano di proseguire, primo perché la strada era ingombra, secondo perché essendo presente il Comando di Corpo d’Armata, tutti sentivano il dovere di andare a chiedere ordini.
Dalla Relazione del Tenente G.G. Piccolomini della 39ᵃ Batteria, redatta il 7 febbraio 1943
39ᵃ Batteria del Gruppo Val Piave del 3° Artiglieria Alpina della Julia
17.1.1943 – ore 17. La 39ᵃ Batteria ha avuto l’ordine di ripiegamento insieme al I Gruppo Art.a cavallo
18.1.1943 – ore 8 arrivo della 39ᵃ Batteria a Podgornojie
19.1.1943 – ore 6,30 Partenza della 39ᵃ Batteria che si è fermata alle ore 13 circa in un paese situato a circa 15 Km. Da Podgornojie e di cui ignoro il nome. Ore 20, il Capitano Zanon comandante la 39ᵃ Batteria ha avuto l’ordine di alloggiare la Batteria e siamo perciò ripartiti alle ore 21 circa con due soli pezzi, sempre agganciati al I Gruppo Art.a cavallo , il quale era a sua volta aggregato alla Divisione Vicenza.
20.1.1943 – ore 5, arrivati in prossimità di alcune case abbiamo avuto un attacco nemico, prontamente respinto dal Battaglione Morbegno.
Ripartiti alla sera alle ore 20 abbiamo marciato tutta la notte, subendo un secondo attacco nemico, anche questo respinto dal Battaglione Morbegno.
1943, i combattimenti ed il ripiegamento.
Nel 1943 al suo inizio, il fronte della Vicenza subì l’attacco delle unità sovietiche nel settore del 2° Corpo d’Armata dislocato più a sud e fu impegnata solo in azioni locali.
15 gennaio
Nella zona a sud di Rossoš’, sulla pista Kantermirovka-Ukrainec il I° Battaglione del 277° e la Compagnia Cannoni Controcarro 47/32 reggimentale furono travolti dai carri armati russi.
17 gennaio
La Divisione venne fatta arretrare contemporaneamente e parallelamente ai Reparti delle Divisioni Alpine. Il movimento di ripiegamento dapprima avvenne su una larga fronte contrastando l’avanzata nemica, successivamente furono predisposte due colonne: la colonna settentrionale, corrispondente al sottosettore nord “Leonarduzzi”, doveva ripiegare su Podgornoe mentre la colonna meridionale, corrispondente al sottosettore sud “Mulattieri” doveva ripiegare su Popovka.
18 gennaio
La Divisione ricevette l’ordine di ripiegare su Samojlenkov. I Battaglioni Morbegno e Vestone rientrarono nella Tridentina che a sua volta restituì i due Battaglioni del 278°. La Vicenza si trovò così ricomposta salvo che per il III° Battaglione del 277°, ancora con la Divisione Cuneense, e per il I° Battaglione e quei plotoni della Compagnia Cannoni 47/32 del 277° distrutti a sud di Rossoš’.
19 gennaio
In direzione Samojlenkov, il Battaglione Pieve di Teco in avanguardia alla Divisione Vicenza sbagliò direzione dirigendosi verso Opyt, dunque il Maggiore Agostino Uberti prese il Comando della nuova avanguardia e verso le ore 2.00 della notte tra il 19 e il 20 riprese i collegamenti con la colonna “Mulattieri” che proseguì verso la direzione giusta.
Nel frattempo, al III° Battaglione del 277° ed alla Divisione Cuneense venne ordinato di sostare al Popovka. Il Battaglione avrebbe dovuto muoversi in retroguardia ma alle ore 24.00 del 19 venne sopraffatto dalla fanteria russa e da partigiani locali. Solo il Capitano Gherardini e pochi soldati riuscirono a salvarsi e a raggiungere, successivamente, il 2° Alpini
20 gennaio
il Generale Martinat , inviato dal Comando Alpino che aveva perso i mezzi radio a Opyt, raggiunse il Generale Pascolini a Lesnišankij sollecitandone il movimento della Divisione Vicenza su Novohar’kovka, per questo venne assegnato l’itinerario e la meta Valujki.
Il Generale Pascolini non riuscì però a raggiungere via radio i Generali Battisti (Cuneense) e Ricagno (Julia) per adempiere a quanto chiesto da Martinat cioè di comunicare loro l’itinerario. Comunque la trasmissione degli ordini avvenne nei giorni successivi direttamente di persona tra i vari generali comandanti le tre divisioni.
C’è qui da segnalare una discordanza di date e di luoghi sul successivo incontro tra i due Generali Comandanti della Cuneense e Vicenza. Secondo il Generale Pascolini stesso, l’incontro avvenne il 21 a Lymarev. Secondo il Maggiore Agostino Uberti, Capo di Stato Maggiore della Vicenza, l’incontro avvenne tra i soli Generali Battisti e Pascolini il giorno 22 nella notte sul 23, a Novodmitrievka, dopo Lymarev, ma prima dell’attacco a Shelyakino, per il quale si ebbero a disposizione due semoventi tedeschi.
21 – 23 gennaio
Nella località di Lymarev vennero lasciati i feriti. Nella notte del 22 l’avanguardia della Vicenza raggiunse Shelyakino ma nel frattempo il 278° si era diretto in un kholkoz a 7/8 km più a ovest di Lymarev.
L’assenza di collegamenti si dimostrò fatale, infatti a partire già dal giorno 21, nei pressi di Novohar’kovka, il Comando Alpino, con radio tedesche venne a conoscenza che bisognava cambiare rotta con “punto di sbocco Nikitovka”, perché Valujki era già in mano ai russi. Ma né Cuneense, né Julia né Vicenza poterono esserne informate !
23 – 26 gennaio
Prima dell’alba l’avanguardia della Vicenza comandata dal Colonnello Salvi sferzò il primo attacco alla città di Shelyakino ma venne respinta mentre all’alba la testa della colonna raggiunse lo sbocco ovest dell’abitato.
Qui, la Vicenza che si era già nuovamente dispersa, anche a causa dell’errata direzione presa dal 278°, si divise ulteriormente: l’avanguardia comandata dal Colonnello Salvi, che probabilmente proprio allora venne a sapere della nuova rotta su Nikitovka, superò il Kalitva e seguì il percorso (e le sorti) della Tridentina, mentre il resto della Divisione guidata dal Generale Pascolini proseguì verso Warwarowka come da disposizioni avute in precedenza dal Generale Martinat.
Sulla pista per Warwarowka Pascolini e i suoi uomini vennero raggiunti da alcuni reparti del Battaglione Morbegno guidati dal Maggiore Fabrocini. Il Generale Pascolini ordinò loro di passare all’avanguardia della Vicenza e attaccare Warwarowka. Dopo vari tentativi il Generale Pascolini diede ordine di tornare indietro verso Shelyakino ma l’ordine non raggiunse la colonna “Fabrocini” ed i suoi uomini che, con il 1° Gruppo di Artiglieria a cavallo e due compagnie del II°/277 invasero Warwarowka e Čuprinino. Non trovando più tracce del Generale Pascolini, il Maggiore Fabrocini si sentì libero di proseguire verso Malakeeva, Gricinin, Nikitovka e Nikolaevka.
Il Generale Pascolini finirà poi, il 26, prigioniero con i suoi uomini a Valujki, ligio nell’aver seguito l’ordine ricevuto dal Generale Martinat.
Il 278°, dopo aver superato Shelyakino, incolonnato sulla strada per Warwarowka subì attacchi, con conseguenti gravi perdite, dalle stesse forze corazzate russe che poco prima avevano attaccato la colonna del Generale Pascolini. I pochi superstiti del 278° seguirono le sorti del Generale Battisti che transitava di lì e che intuendo gli scontri su Warwarowka decise di raggiungere Malakeeva (aggirando Warwarowka da nord) e poi da lì dirigersi su Valujki e subire le stesse sorti del Generale Pascolini.
I settori che invece, pur non avendo superato il Kalitva, oltrepassarono Warwarowka e Čuprinino, (colonna Fabrocini) il 25 gennaio raggiunsero la Tridentina e il 26 contribuirono all’attacco di Nikolaevka-Livenka, tornando alle dipendenze del Colonnello Salvi, per poter raggiungere quattro giorni dopo la zona di Bol'šie Troickoe.
Nota finale:
La 156ª Divisione di Fanteria Vicenza alla fine del 1942 prima della “grande battaglia” stimava un organico di 10.466 soldati tra Ufficiali, Sottufficiali, Fanti, Cavalieri e Carabinieri Reali, considerando che erano stati aggregati il Reggimento di Artiglieria a Cavallo con due Gruppi ed altri complementi che nel frattempo erano stati aggiunti al comando della Divisione su un organico iniziale di 9053 uomini. Nella conta effettuata a Gomel’ ove i superstiti vennero riorganizzati nel febbraio 1943, 7760 uomini mancarono all’appello. Dalle stime di Onarcaduti 5895 di questi risultano morti e dispersi, la maggior parte nei lager sovietici. Carlo Vicentini invece stima i Caduti in 6840 uomini di cui 240 Ufficiali e 6600 uomini di truppa, graduati e sottufficiali. Infine nella Banca dati di Unirr ne vengono identificati 6116 nominativi di ogni specialità e grado.
Il Colonnello Salvi rimase l’ufficiale più alto in grado presente della Divisione e ne assunse di conseguenza il comando ad interim fino allo scioglimento.
XXVI BATTAGLIONE MOBILITATO DI CARABINIERI REALI
Già il 24 dicembre 1942, il XXVI Battaglione mobilitato di Carabinieri Reali (C.te Magg.Vieri Papa) era stato messo alle dirette dipendenze dell’ARMIR presso il Comando dell’8ª Armata. Il giorno di Natale del 1942 stabilisce il suo comando a Belovodsk, una città ucraina che si troverà lungo una delle principali direttrici della ritirata delle divisioni italiane.
LA RITIRATA Anche per i Carabinieri Reali del XXVI Battaglione iniziò l’ora della ritirata, dell’inizio di quella lunga e disperata marcia nella neve inseguiti dalla fanteria e dai carri sovietici. Le squadre iniziarono a ritirarsi insieme ai tedeschi il 18 gennaio e si riuniranno al battaglione il 26, a Karkow. dopo i combattimenti di Gamschew e Kononowa, il 17 gennaio rientrano a Belovodsk sede del Comando Battaglione con un’operazione difficile, condotta mentre i sovietici continuavano ad attaccare.
“A Belovodsk il XXVI Battaglione Mobile Carabinieri, rinforzato da elementi minori, a difesa della località che sbarrava la via di Starobelsk… A Kupjansk mentre ancora elementi dello stesso Battaglione (insieme ad altri reparti) avevano tenuto lo sbarramento della rotabile Valujki-Kupjansk”.
La ritirata dei Carabinieri, uguale a quella di decine di migliaia di soldati, non è descritta nei rapporti e nelle relazioni degli ufficiali.
Per il XXVI Battaglione CC.RR. la campagna di Russia continuerà fino a maggio. Destinato a Gomel, nell’attuale Bielorussia il Battaglione passa alle dirette dipendenze del II Corpo d’Armata e svolse essenzialmente compiti di polizia militare come risulta dal diario dei carabinieri di quel Corpo d’Armata. Il rimpatrio iniziò l’8 maggio. Il 3 giugno il Battaglione viene sciolto per essere ricostituito il 1° luglio e assegnato al Comando Forze Armate della Corsica. Il bilancio finale della Campagna di Russia del XXVI Battaglione è, secondo la relazione del comandante, di 9 morti, 7 feriti e due prigionieri. Vennero proposte, in tutto, 27 ricompense al valor militare: quattro d’argento, 13 di bronzo, 10 croci.
Plotone Autoblindo del Nizza Cavalleria
Il 24 dicembre, il Plotone Autoblindo del Nizza Cavalleria venne scorporato dalla Divisione Vicenza passando alle dipendenze dirette al Comando dell’8ª Armata assieme al XXVI Battaglione mobilitato di Carabinieri Reali. La sua consistenza era di due Autobliondo con 9 uomini di equipaggio (1 Ufficiale e 8 Cavalieri)
Poco o nulla si conosce dell’impiego del Plotone e della sua ritirata dal Don. Una nota nel diario del marconista Lanteri-Minet riporta che una delle due autoblindo era rimasta in panne ma venne rimorchiata dalla consorella durante la ritirata. A Minsk, ultima tappa dell’avventura prima del ritorno in Italia, le due autoblindo reduci dalla campagna dì Russia e risparmiate dalla guerra, furono requisite dai Tedeschi e di esse si perse ogni traccia.
Del Plotone Autoblindo del Nizza Cavalleria non vennero rilevate perdite.
DOPO LA RITIRATA:
nel febbraio 1943 nelle lontane retrovie attorno al nodo ferroviario di Gomel in Bielorussia si cercarono di riunire gli organici dei reparti. Vennero approntati dei punti raccolta per ogni singola unità nelle quali si iniziarono a fare i primi appelli e la conta dei superstiti. I feriti ed ammalati proseguono nelle località di cura per essere prevalentemente rimpatriati. Anche la Divisione Vicenza ebbe un luogo di raccolta, la località di KALSTSCH raggiunta alla fine del mese di febbraio. In questa località vennero trattenuti gli uomini ancora in grado in qualche modo di essere riutilizzati, se ne contarono circa 700. Questi vennero di fatto trasferiti alla Divisione Cosseria in località Nakovka nel 89° Reggimento di Fanteria nel Reparto Autonomo Vicenza, nel quale rimasero in Russia fino al maggio 1943 per essere rimpatriati assieme alla Divisione Cosseria. La Divisione venne accasermata in Toscana per potersi riordinare. Dalla Toscana venne dislocata per una breve periodo a Milano. Il 25 luglio fu spostata a Sesto S. Giovanni in servizio di ordine pubblico e vi rimase fino alo scioglimento definitivo al seguito degli eventi dell’8 settembre.
Localita’ di raccolta della Divisione Vicenza:
LOGOVOJE vicino a SHEBEKJNO (8 Corpo d’Armata Alpino)
Arrivo a BARISOVKA 7.2.1943
AHYJRK e ROMMY nodo ferroviario di GOMEL
KALSTSCH 25.2.1943
Appello: sono 610 uomini (libro di Sirio Sintoni)
A MITKOVKA il 27.3.1943 gli scapoli e coloro che non erano feriti, ammalati e con carichi di famiglia vengono aggregati alla Divisione di Fanteria Cosseria nell’’89° Reggimento di Fanteria nel Reparto Autonomo Vicenza
L’ indirizzo di P.M.è 42 - REPARTO AUTONOMO VICENZA
12 aprile1943 giungono 700 complementi della Divisione Vicenza presso la Divisione Cosseria
Passaggio del Reparto Autonomo Vicenza all’ 8 ª Compagnia del II Battaglione del 90° Reggimento di Fanteria della Divisione Cosseria, altre testimonianze riportano anche aggregati al I/90. Nakovka a 7 km da KLIMOV
4.5.43 KLIMOV partenza per L’Italia
15 maggio 1943
Rientrati in patria gli organici superstiti della Vicenza non trasferiti alla Cosseria, nella primavera 1943, la Divisione venne sciolta il 15 maggio per eventi bellici e ciò che rimaneva dei reparti venne rinviato alle unità originarie.
Maggio 1950
Il Generale Etelvoldo Pascolini rientrò in Italia il 15 maggio 1950 dopo la lunga prigionia in Russia: con questo evento si conclude idealmente l’intera epopea della Divisione di Fanteria Vicenza.
Documento
OGGETTO: SMOBILITAZIONE E SCIOGLIMENTO DELLA DIVISIONE DI FANTERIA 'VICENZA" (156)
Riferimento foglio di Stato Maggiore del Regio Esercito – Ufficio Ordinamento 2ª Sezione n.0068690/2 d.d. 2 maggio 1943 - XXI
1: Si dispone, sotto la data del 15 maggio 1943 la smobilitazione e lo scioglimento per eventi bellici, della Divisione di Fanteria "Vicenza" (156).
2: Elementi costitutivi della Divisione, comandi e centri di mobilitazione incaricati della smobilitazione e dello scioglimento, risultano dallo specchio allegato.
3: Utilizzazione del personale, (ufficiali, sottufficiali e truppa):
4: MATERIALI: Passano a disposizione dei rispettivi centri di mobilitazione.
5: Il Comando della Divisione in questione costituirà, presso il proprio centro di mobilitazione, per la durata strettamente necessaria, apposito ufficio stralcio.
ELEMENTI APPARTENENTI ALLA DIVISIONE DI FANTERIA (156)
RIENTRATI, AI CENTRI DI MOBILITAZIONE
CHE SOTTO LA DATA DEL 15 MAGGIO 1943-XXI SARANNO SMOBILITATI E SCIOLTI
a seguire i Comandi e Reparti da smobilitare e sciogliere, i Centri di smobilitazione e i Comandi incaricati della smobilitazione e scioglimento
136ª sez. mista CC.RR Legione CC.RR. Milano Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
137ª sez mista CC.RR Legione CC.RR Milano Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
Stato Maggiore C.do zona mil. - Brescia Comando Difesa Territoriale di Milano
Reparto comando del Q .G . Distretto mil -- Brescia Comando Difesa Territoriale di Milano
156° drappello automobilistico Dep. succ. 3° Rgt. aut.- Brescia CLVI btg. misto genio Comando Dep. 3° Rgt . genio a Pavia
CLVI btg . misto genio 156 cp artieri Dep. 3° Rgt. genio a Pavia
CLVI btg . misto genio 256 cp. Mista tel. e marconisti Dep. 3° Rgt . genio a Pavia װ
156ª Sezione Sanità Personale di Sanità Ospedale Mil. di Brescia
156ª sezione Sanità Drappello Automobilistico Dep . succ . 3° Rgt. aut. - Brescia
156ª sezione sussistenza Personale di sussistenza 3^ cp. Sussistenza - Milano
156ª sezione sussistenza Drappello Automobilistico 3° Rgt. Aut. - Milano װ
256ª squadra panettieri con forni rot. mod . Weiss 3^cp. Sussistenza - Milano
1121ª Autosezione mista. Dep. Succ. 3° Rgt. Aut. - Brescia
277° Rgt. Ftr. con cp mortai da 81 e relativa cp d’accomp. da 47/32 Dep. 25° Rgt. Ftr. – Cervignano Comando XXIII C.A.
278° Rgt. Ftr. con cp mortai da 81 e relativa cp d’accomp. da 47/32 Dep. 26° Rgt. Ftr. – Latisana
CLVI Btg . misto someggiato Dep. 25° Rgt. Ftr. – Cervignano
256ª c.p c.c. da 47/32 someggiato Dep. 26° Rgt. Ftr. – Latisana
1 plotone autoblinde Dep. Rgt. Nizza Cavall. Torino Comando difesa territoriale di Torino
161° Ospedale da Campo Ospedale Militare di Padova Comando difesa territoriale di Treviso
161° Ospedale da Campo Ospedale Militare di Padova װ
La costituzione dei reparti della Div.f. 156 Vicenza da gennaio 1942 fino alla partenza per la Russia
CLVI BTG MISTO GENIO Dep III° Rgt Genio a Pavia
277° Strassoldo
277° I° Battaglione a Strassoldo
Il Cap Husu e la compagnia cannoni 47/32 del 277° Fanteria in esercitazione a Desenzano del Garda il 22/05/1942
277° Cp Cannoni in marcia nel bresciano
Comando 277° rgt
277° Cp Cannoni a Breno in Val Camonica
277° Giulio Cesare Salvi il Comandante
277° III btg. 9^ comp
277° il Cap. Husu e la compagnia cannoni 47/32 del 277° Fanteria in esercitazione a Desenzano del Garda il 22.05.1942
277° il Cap.Husu in esercitazioine sul Fiume Oglio
277° il col.comandante g.cesare salvi
277 Scuola tiro con il 4732 a Riva del Garda, maggio ’42
278° Compagnia Comando di Reggimento - al centro il Cap. Vignati
278° Compagnia Comando di Reggimento - al centro il Cap. Vignati
278° Compagnia mortai da 81
278° Compagnia mortai da 81
278° Compagnia mortai da 81
278° giuramento reclute marzo 42
278° giuramento reclute classe 1922 durante la messa la campo al Cippo Brigata Sassari marzo 42
278° Cippo Brigata Sassari Quota 164 sul Carso di Castelnuovo.
278° latisana
278° I Btg. 1ᵃ Cp Sagrado d'Isonzo aprile 42
278° Rgt. 24 agosto 1942 festa del Reggimento in occasione dell’anniversario della battaglia della Bainsizza del 1917 – nella foto Don Giacomo Volante, il Cap. Egidio Vignati, il Magg. Alessandro Calliano, il Cap. Medico Riccardo Bertani ed altri ufficiali del Comando di Reggimento.
Casema Montelungo - Bergamo
Casema Montelungo - Bergamo
Casema Montelungo - Bergamo
caserma Cervignano
caserma Monte Pasubio a Cervignano nel 1942
caserma Monte Pasubio a Cervignano
caserma Monte Pasubio a Cervignano
caserma Randaccio - Brescia
deposito 25° Bergamo -277° vicenza
deposito 25° rgt. Ftr. Mobilitazione del 277°
drappello automobilistico - Brescia
drappello automobilistico - Brescia
Divisione Bergamo
Cartolina Divisione Bergamo
Bologna - ufficiali del XCVI btg. CCRR
Ufficiali della seconda compagnia: Sottotenente Franco Iozzo, Capitano Tommaso Masella, Sottotenente Giovanni Buffa.
Bologna - ufficiali del XCVI btg. CCRR
da destra a sinistra: Sottotenente medico Riccardo Scendrate, Sottotenente Franco Iozzo, Sottotenente Giovanni Buffa, Capitano Tommaso Masella, Maggiore Papa Vieri, Capitano Stefanino Vernaglia. Il secondo da sinistra è il Sottotenente Leonardo D'Aloja. Sull'identità degli altri due ufficiali non ci sono indicazioni certe
277° II BTG. Cp.Cdo il 5.4.1942
Il trasferimento in Russia
227° Rgt. -I Btg. 1ª Cp - Cap. Giuseppe Dodi
278° Rgt in partenza da Bergamo
Alpini su un carro F
Carro Trasporti
Carro Trasporti
Carro F
Carro G
Carro F - Convoglio del Monte Cervino
Cavalli 8 - Uomini 40
Convoglio con Fanti in una tappa
Fanti in una stazione di tappa
Fanti probabilmente della Vicenza in un carro F
Tappa di tradotta Alpini con carri F probabilmente in Polonia
XXXVI Battaglione CCRR a Bologna in sfilata prima della partenza 08/10/1942
XXVI Battaglione CCRR sul treno in un carro F
Convoglio in sosta
Stazione di Salisburgo
Divisione Torino - scalo a Varsavia
Divisione Torino a Varsavia - a dx Carro Ritirata
Tradotta in Polonia
Una doccia sotto una colonna idraulica durante una sosta
Convogli - C.do Base Tradotte militari ARMIR - 1943 - rif. USSME
Itinerari - C.do Base Tradotte militari ARMIR - 1943 - rif. USSME
Pieghevole distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione G. Periz
Pieghevole distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione G. Periz
Pieghevole distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione G. Periz
Pieghevole distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione G. Periz
Pieghevole distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione G. Periz
Dizionario distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione S. Falca
Dizionario distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Collezione S. Falca
Cartina allegata al pieghevole distribuito dall’Ufficio Propaganda del Regio Esercito - Stato Maggiore
Il dispiegamento al 15 dicembre 1942
Isba
Trasferimento Fanteria
Generale C.A. Nasci
278 menu festa fanteria 11.11.42 ROVENKI coll.Cati
Il ripiegamento sul Don e lo scioglimento
CLVI Batt. CC RR ufficiali - Foto P.V.Buffa
CLVI Batt. CC RR - Foto P.V.Buffa
Fanti e Alpini della Cuneense
Immagine della ritirata raccolta dal web ove si riconoscono dei Fanti
Immagine della ritirata raccolta dal web
Soldati della Divisione Vicenza