di Ettore
CLVI Battaglione Misto Genio - 156ª Compagnia Artieri
nato a Padova il 5.5.1918
Deceduto in prigionia il 23.1.1943 nel Campo 188 – Tambov - Тамбов
TAMBOV Regione omonima situata a sud-est di Mosca, II lager 188 – uno dei più grandi con capienza di 16.000 uomini - si trovava nei pressi del sobborgo di Rada,
Vi furono concentrati gli appartenenti alle Divisioni Alpine. catturati nella seconda metà di gennaio del 1943,
Morirono in 8.197 ai quali si devono aggiungere i 998 morti nei due lazzaretti 3482 e 2599
Nella cripta del Tempio Ossario Madonna del Conforto di Cargnacco (UD) tra le tante targhe di ottone che riempiono ogni spazio disponibile, ve ne sono molte che sono state dedicate a soldati della Divisione Vicenza. Una di queste è per il Geniere Pietro Guaran del CLVI Battaglione Misto Genio con la dedica “I TUOI CARI”. Si decide di fotografarla e metterla nel SITO dedicata al Tempio di Cargnacco nella Sezione MONUMENTI.
Facendo delle ricerche per poterne contestualizzare la memoria, viene rilevato che nel SITO dell’ UNIRR, Patrizia Marchesini che tante storie aveva raccolte, ne ha scritta una nel 2013 nella quale si parla proprio a Pietro Guaran e dei suoi fratelli anch’essi combattenti in Russia.
La storia di Pietro, Antonio e Luigi Guaran è corretto riportarla così come la aveva già scritta Patrizia nel luglio 2013, che con cortesia ci ha permesso di utilizzarla.
Testo di Patrizia Marchesini,
Tratto da “Testimonianze” nel sito di UNIRR, 20 Luglio 2013
I FRATELLI GUARAN
Gioacchino, Pietro, Antonio, Luigi e Giovanni
Quando mamma Guaran perde il marito, rimanendo vedova, il maggiore dei suoi cinque figli – Gioacchino – ha tredici anni, il più piccolo – Giovanni – soltanto tre. Nel giugno 1940 l’Italia entra in guerra e quattro dei ragazzi Guaran, ormai in età da soldato, partono. Solo Giovanni rimane con la madre, a Padova.
GIOACCHINO
Gioacchino, classe 1915, va sul Fronte Greco-Albanese... tornerà, continuerà la sua vita e si formerà una famiglia.
ANTONIO e LUIGI
Antonio – nato nel ‘21 – e Luigi, del ‘22, lasciano Padova il 15 giugno 1942, entrambi diretti in Russia con la 3a Batteria del XXXVI Gruppo, 4o Raggruppamento di Artiglieria Contraerei.
Dopo un lungo viaggio, il 12 luglio sono in postazione con i cannoni da 75/46 a Rikovo, dove rimangono alcuni giorni prima di spostarsi a Nikitino, e poi a Vorošilovgrad. La Batteria si ferma in questa grande città dalla fine di agosto al 6 settembre, quando si trasferisce a Kantemirovka, seguendo l’avanzamento della linea del fronte.
Il 30 settembre Antonio e Luigi sono a Rossoš’, in postazione per la tredicesima volta. La loro 3a Batteria è di nuovo a Kantemirovka all’inizio di dicembre, con ogni probabilità a difesa dell’aeroporto di Garmaševka, situato a circa venticinque chilometri da Kantemirovka.
PIETRO
Nel frattempo è giunto in Russia anche un altro fratello Guaran: Pietro – classe 1918, partito dall’Italia nell’autunno 1942 al seguito della Divisione Vicenza – è assegnato alla 156a Compagnia Artieri del CLVI Battaglione Misto Genio.
Una sua cartolina del 9 dicembre 1942 rassicura mamma Guaran: Tutto procede come al solito e la salute è buona.
In una cartolina dattiloscritta del 13 dicembre Pietro racconta che ormai fa abbastanza freddo e che la temperatura è sui 26-27 gradi sotto lo zero. Spera, inoltre, di avere presto novità da Gigi e Toni, di cui non sa nulla dopo il suo ultimo trasferimento (la Divisione Vicenza viene trasferita alle dipendenze del Corpo d’ armata Alpino, la 156a Compagnia Artieri viene posizionata a Ssergejewka a circa 20 chilometri dal fiume Don).
Sono i giorni in cui le Divisioni di Fanteria italiane sono messe a dura prova; il II Corpo d’Armata (Divisioni Cosseria e Ravenna), situato a destra del Corpo d’Armata Alpino, inizia ad arretrare. Anche le altre Divisioni di Fanteria saranno costrette a retrocedere.
I Comandi decidono di muovere a sud la Julia per tamponare la falla che si sta aprendo, e proteggere il fianco destro del Corpo d’Armata Alpino che rischia di essere aggirato e preso alle spalle: al cosiddetto gruppo d’intervento segue poi l’intera Divisione, che resisterà senza cedere un palmo fino al ripiegamento definitivo del Corpo d’Armata Alpino.
La Divisione Vicenza, giunta in Russia con compiti di presidio, va quindi in prima linea con la Tridentina e la Cuneense, occupando in parte le posizioni in precedenza assegnate alla Julia.
Pietro manifesta i suoi timori: il 16 dicembre suggerisce di accendere una candela; il 19 dicembre scrive due volte. Non si sa quale – tra queste due cartoline – sia stata scritta per prima. I testi sono un pochino contrastanti, come se da un lato cercasse di rassicurare la madre, sebbene intuisca che la situazione si sta facendo preoccupante, e dall’altro volesse farla partecipe della sua angoscia.
Antonio e Luigi, intanto, vivono giorni difficili. Antonio, in un breve diario manoscritto, racconta di paura e confusione delle nostre truppe di fanteria di fronte all’attacco di centinaia di carri armati sovietici.
Il 19 dicembre, al mattino, la 1a e la 3a Batteria Contraerei sparano contro i carri che avanzano su Kantemirovka. Sono momenti drammatici. Entrano in azione anche gli Stucas (Junkers Ju 87) ma – nonostante alcuni carri vengano messi fuori combattimento – la Batteria di Antonio e Luigi è circondata.
Verso le tredici di quella giornata – consumato un po’ di rancio – ormai si aspettava la morte vicini al nostro cannone e difenderlo fino all’ultimo.
Invece arriva un motociclista, riuscito non si sa come a filtrare fra i Sovietici: porta l’ordine di sganciarsi e lasciare la posizione, se ancora possibile.
Sono momenti concitati e dolorosi. Bisogna rendere inservibili i pezzi d’artiglieria e raggiungere i camion che, per il freddo, faticano a mettersi in moto. Solo quattro di essi riescono a partire e su di essi si ammucchiano gli artiglieri.
Poi, via...
Kantemirovka, da lontano, è un bagliore di fiamme.
Antonio e Luigi proseguono il ripiegamento sui camion e il giorno successivo raggiungono Mitrofanovka, dove la sera – grazie alla sussistenza – mangiano a sazietà. Talmente tanto da stare male.
Il 23 dicembre la Batteria arriva a Vorošilovgrad e si sistema in una grande casa con i vetri rotti. Si cerca di chiudere i buchi per difendersi dal freddo.
A Natale c’è la possibilità di lavarsi e farsi la barba.
Il primo gennaio 1943 gli uomini si alzano prestissimo e assistono alla S. Messa, che da tre mesi non si scoltava. Il rancio di quel giorno è veramente speciale: due pagnotte, pastasciutta, formaggio e tabacco. Antonio, nel suo diario, commenta che non ci si può lamentare.
Il giorno successivo annota di avere scritto al Comando della Divisione Vicenza per avere notizie del fratello Pietro.
Poi, il 3 gennaio, si riparte. A piedi. Il diario – di qui in avanti – si limita a elencare le tappe del ripiegamento, con l’aggiunta di alcune brevissime note.
Da una di queste si deduce che il 25 gennaio Antonio e Luigi perdono contatto con la colonna e trovano riparo in una casa russa, dove si fermano anche il giorno successivo.
Poi si riparte e la fortuna vuole che il 29 gennaio i due fratelli riescano a riunirsi alla Batteria. Non trovano, però, il Comando e gli ufficiali.
Pavlograd, Dnepropetrovsk, Kiev, Gomel... alcune delle località sono illeggibili, o comunque non identificabili sulle carte geografiche attuali.
Sembra però indiscutibile che proprio da Gomel Antonio e Luigi partano verso l’Italia, dove giungono presumibilmente, alla fine del marzo 1943. Arrivati a Firenze con la tradotta, sfilano davanti alla cittadinanza che acclama i reparti.
Il destino, però, si accanisce contro i due artiglieri: Antonio soffre di problemi polmonari conseguenti la permanenza al Fronte Orientale e muore pochi mesi dopo il rimpatrio, nel dicembre 1943; Luigi, sempre sotto le armi con il XXXVI Gruppo, viene deportato dai Tedeschi dopo l’8 settembre, sopravvive anche a questa esperienza, ma muore poco dopo il rientro in Italia in seguito a un incidente, fulminato dai cavi di un filobus che si erano staccati proprio mentre stava scendendo dal mezzo.
Mamma Guaran aspetta, a lungo e inutilmente, il ritorno del figlio Pietro. L’ultima cartolina arrivata a Padova è del 29 dicembre 1942. Solo molti anni dopo si risolve a dare via gli abiti del figlio, custoditi con cura. La signora muore agli inizi degli anni Settanta, senza sapere cosa sia successo al suo ragazzo.
GIOVANNI
Giovanni, il più giovane dei cinque fratelli, entra in possesso delle cartoline di Pietro e del diario manoscritto di Antonio per un caso fortuito, grazie alle ricerche di una pronipote, interessata a ricostruire l’albero genealogico della famiglia Guaran, cognome molto insolito in Italia.
Febbraio 1994. A Giovanni viene consegnata una comunicazione del Ministero della Difesa del 1o ottobre 1993: Pietro, catturato il 21 gennaio 1943, morì a Tambov, in data sconosciuta.
Nel luglio 1997 Giovanni e la moglie si recano una prima volta in Russia. Vi tornano una seconda volta pochi anni dopo: in entrambe le occasioni visita Tambov e durante il secondo viaggio nota che l’area ha ricevuto nel frattempo una sistemazione più dignitosa e raccolta, e che sono stati posizionati cippi per commemorare i soldati di nazionalità diverse sepolti nelle fosse comuni del campo.
IL DIARIO DI ANTONIO GUARAN E’ PUBBLICATO NEL SITO DI UNIRR NELLA SEZIONE TESTIMONIANZE
https://www.unirr.it/testimonianze/114-i-fratelli-guaran
NOTE DEL COMITATO DIVISIONE VICENZA sulla 156a Compagnia Artieri del CLVI Battaglione Misto Genio.
Proveniente dal Deposito del 3° Reggimento Genio di Pavia il CLVI Battaglione Misto Genio era composto dal Comando di Battaglione, dalla 156ª Compagnia Genio Artieri e dalla 256ª Compagnia Genio Telegrafisti e Radiotelegrafisti (Marconisti) con un organico complessivo di 557 uomini di cui 18 ufficiali e 539 sottufficiali, graduati e soldati di truppa.
Nel complessivo, all’interno del Battaglione la 156ª Compagnia Genio Artieri aveva a sua volta un organico di 256 uomini di cui 5 ufficiali, 251 sottufficiali, graduati e soldati di truppa.
Dal 29 settembre 1942 il CLVI Battaglione Misto Genio muove da Manerbio ove era già a suo tempo trasferito da Pavia per partire il 30 da Brescia per il Fronte Russo. Giungerà a Kupiansk in Ucraina il giorno 8 ottobre alle ore 19 ove rimarrà alle dirette dipendenze del Comando dell’8ᵃ Armata.
Dal 19 novembre 1942 la 256ª Compagnia Artieri si trova posizionata a Starobielsk ove rimarrà fino all’inizio di dicembre per venire trasferita assieme a tutta la Divisione Vicenza alle dipendenze del Corpo d’ Armata Alpino in territorio russo. Dopo l’11 dicembre la 156a Compagnia Artieri viene posizionata a Ssergejewka a circa 20 chilometri dal fiume Don con l’impegno di posizionare dei campi minati prevalentemente attorno a Kureny ove era situato il Comando della stessa Divisione Vicenza.
Il 17 gennaio 1943 giunge l’ordine di ripiegamento per il Battaglione prevedendo il movimento sull’ itinerario Kureny – Smirnhoff – Pobedinskaja – Mars – Ssudjewka Iwanowka.
Secondo il racconto dei veterani della 256ª Compagnia Artieri, questa abbandonò la zona per ultima raggiungendo Podgornoye il 18 gennaio da ove alle ore 4 del mattino del 19 iniziò la marcia al seguito della Divisione in direzione Valujki senza sostenere scontri a fuoco sino al giorno 22 allorchè la colonna giunse a Scheljakino ove venne pesantemente coinvolta in cruenti combattimenti con le unità sovietiche. Coloro che riuscirono a sganciarsi vennero successivamente fermati a Varvarovka ove il CLVI Battaglione Misto Genio e con esso la Compagnia caddero prigionieri.
Su un organico di 557 uomini del CLVI Battaglione Misto Genio si contarono 393 Caduti di cui 293 dispersi e 100 deceduti in prigionia. 164 uomini rientrarono in Patria, la maggior parte di essi dopo una lunga e sofferta prigionia.
Pietro Guaran purtroppo appartiene a quei 100 Genieri deceduti in prigionia per cui si presume sia stato catturato tra il 22 e 23 gennaio 1943 negli abitati di Scheljakino o Varvarovka di conseguenza la data di decesso riportata nei documenti presumibilmente è simbolica e non certa.
Di certo è che il Geniere Pietro Guaran di Padova è deceduto in prigionia nel famigerato Campo 188 di Tambov – Тамбов ove morirono 8.197 soldati italiani di cui 252 della Divisione Vicenza e tra essi come lui 18 del CLVI Battaglione Misto Genio.
La targa presso il Tempio ossario di Cargnacco:
GENIERE
GUARAN
PIETRO
150° BTG. MISTO DIV.VICENZA
(nota: c’è un errore nella stampa della tabella, il Battaglione corretto è il 156°)
NATO A PADOVA IL 5.5.1918
† TAMBOV CAMPO 188 IL 23.1.1943
I TUOI CARI