Caporale Marchiani Ugo

di Armido e Chiarina Ravenni

277° Reggimento - II Battaglione - 5 ª Compagnia

(già Aviere nella Regia Aeronautica)

nato a Bagno a Ripoli – FI il 18.12.1914

Disperso il 31.1.1943 in località non nota


Ugo Marchiani era nato in quel di Bagno a Ripoli, paesino appena fuori Firenze, il 18 dicembre 1914, ed era uno dei 4 figli di mamma Chiarina e babbo Armido. Di lui tracceremo la memoria grazie al fratello Natale ed alla intervista di Renza Martini che gentilmente lo ha visitato raccogliendo anche della documentazione e l’unica immagine, una piccola foto leggermente rovinata dal tempo ma che ci permette di dare un volto ad Ugo, disperso in terra di Russia nel 1943 con la Divisione Vicenza, durante le fasi di ripiegamento.


Pare strano, ma nel contempo straordinario, trovarmi ora davanti Natale, un simpatico “vecchietto” di oltre 86 anni (definirlo “vecchietto” pare perfino un eccesso) talmente arzillo e perspicace, che lascia sorpresi.

Natale, uno dei fratelli di UGO il nostro caro Disperso, era nato il 25 dicembre del 1936, da cui il nome Natale sebbene ci fosse una notevole differenza di età con il fratello scomparso in Russia (12 anni), questo non gli ha impedito di ravvivarne il ricordo struggente di quando lo vide partire per il Fronte Orientale.

Quell’abbraccio tenero e forte, Natale che allora aveva cinque anni, ancora se lo porta dentro, non lo ha mai abbandonato.

Una intera vita spesa nel ricordo del fratello maggiore, che non è più ritornato dalla guerra in Russia.

Ed anche ora, che sono 80 anni da quell’ultimo abbraccio, Natale è in cerca di notizie:

“Prima di morire sarei felice di sapere qualcosa di mio fratello UGO…..”

Le sue parole mi risuonano dentro l’anima, facendomi inumidire gli occhi. D’altronde, se il destino mi ha fatto incontrare casualmente questo anziano e dolcissimo “signore”, non posso che tentare di dargli un po' di conforto.

Così decido di procurargli il Fascicolo Matricolare del fratello, almeno avrà qualche pezzo di carta che parla di lui, e sui quali fissare i suoi ricordi ed inoltre contattare gli amici del Comitato della Divisione Vicenza per raccogliere altre informazioni e condividerne la storia.

Del “nostro” UGO, dunque, veniamo a conoscenza che è stato un Fante con il grado di Caporale inquadrato nella 5 ª Compagnia del II Battaglione del 277° Reggimento della Divisione Vicenza. 

Non era molto alto, UGO, moro di capelli, viene definito di “colorito pallido”.

Aveva già 28 anni, e al paese faceva il “lavandaio”, come del resto tutta la sua famiglia.         

UGO a quei tempi aveva pure una fidanzatina, che avrebbe sposato al rientro dal Fronte Orientale.

Essendo dell’anno di nascita del 1914, in effetti, non era tra i più giovani in partenza per la Russia.

Babbo Armido si dedicava anche alla compra-vendita dei ciuchi e cavalli, aveva un stalla, giù al paese, dove teneva i somarelli, con i quali faceva anche dei servizi richiesti.

Chiamato per il servizio di leva nel 1936, assegnato in seguito alla Regia Aereonautica in sede ad Orvieto, si racconta che si dilettasse nel canto, in particolare nelle canzoni napoletane, tanto che svolgeva serate nelle varie trattorie e ritrovi della cittadina umbra, con una voce giudicata stupenda. Si racconta anche che UGO si distinguesse per la sua simpatia, amava molto scherzare con gli amici …. chissà se la sua indole comica lo abbia seguito anche fino al Don…

Da Orvieto, UGO, nel 1937 venne “chiamato alle armi” nell’aeroporto di Castiglione del Lago, quindi nel 1940 dalla Regia Aeronautica congedato ma successivamente richiamato alle armi però nel Regio Esercito  pesso l’11° Reggimento di Fanteria Forlì, nel 53° Battaglione Territoriale e da li  poi promosso Caporale.

Ad agosto del 1942, il Caporale UGO, venne assegnato al 277° Reggimento di  Fanteria mobilitato nella neo costituita Divisione VICENZA. Ed il 5 ottobre UGO si trovò in “territorio dichiarato in stato di guerra” .

Seguì il silenzio. Totale !

Non abbiamo lettere che possano parlare di lui, se non qualcuna prima della partenza per la Russia.

Trascorsero gli anni, la guerra era finita e già treni carichi di reduci erano rientrati in Patria.

E come in ogni famiglia a cui era stato strappato un figlio, anche in quella di UGO si viveva nella completa speranza di un ritorno, unita alla disperazione dell’assenza prolungata.

11 ottobre 1947:

Giunse alla famiglia il Verbale di Irreperibilità, che dichiarava UGO Disperso alla data del 4 novembre 1942 (in pratica dopo poco tempo di arrivo al Fronte Orientale), in quanto da questo giorno non aveva dato più notizie di sé alla famiglia.

31 agosto 1961:

da parte del Ministero della Difesa giunse un documento alla famiglia, in cui la scomparsa di UGO veniva posta “nella terza decade di gennaio 1943”.

Vogliamo quindi pensare che questo ragazzo, pur non avendo più dato notizie di sé dal novembre precedente, sia riuscito ad arrivare nella sua tragica marcia, fino al superamento della sacca, nel tratto percorso dai superstiti del Corpo d’Armata  Alpino con l’unico Battaglione del 277° Reggimento rimasto ancora organicamente efficiente.

Natale mi parla di “Dino”, un reduce compagno d’armi fin dal periodo della leva del fratello UGO, che al rientro dalla Russia si presentò alla sua famiglia, raccontando che aveva lasciato l’amico stanco, sdraiato nella neve, mente stava dormendo.                                

Improvvisamente l’arrivo di partigiani russi portò scompiglio e alla fuga dei nostri ragazzi, oramai allo stremo delle forze, e alcuni senza più nemmeno il fucile. Anche UGO non lo aveva più, e pare che sia rimasto lì, senza reagire, e quando Dino più tardi ritornò sul luogo dove aveva lasciato l’amico, vide solo dei poveri corpi accasciati nella neve. Ne rivoltò alcuni, per poter ritrovare il suo compagno, ma non ebbe più modo di vederlo. Per anni, per lustri, babbo Armido, ad ogni notizia di arrivo di reduci in Patria, partiva con il suo calesse e il cavallo, anche fino a Bologna, nella speranza mai sopita di vedere il proprio figlio. Che forse sta riposando in una fossa comune nei dintorni di Valuiki, dove la sua Vicenza, la Divisione disperata, ha deposto le anime di tanti suoi figli , all’ombra dei girasoli.

(intervista e testo di Renza Martini)


NOTE DEL COMITATO DIVISONE VICENZA

il Comandante della stessa 5ª Compagnia fucilieri è stato il Capitano (proveniente dal 4° Alpini) Luciano DAMIANI di Trieste, rientrato vivo dopo la Ritirata, il quale racconta nella testimonianza rilasciata a Giulio Bedeschi nel 1973 e riportata in Nikolajevka c’ero anch’io, (Mursia, Milano) di essere giunto a Nikolayewka il 26 gennaio con uno sparuto manipolo di superstiti, una quindicina di uomini (N.d.A.). Damiani in precedenza era riuscito a Sheljakino ad organizzare il reparto coinvolto in un aspro combattimento notturno ed a riportarlo all’attacco favorendo lo sfondamento dell’accerchiamento. Sicuramente dopo questo frangente a seguito del quale riceverà successivamente la M.B.V.M., riuscì con i pochi superstiti della 5ª Compagnia ad incolonnarsi dietro la Tridentina.

Nella 5ª Compagnia fucilieri anche il Fante Giuseppe LEGORI, Conducente nelle salmerie, del quale sappiamo essere stato fatto prigioniero e successivamente deceduto il 5.4.43 nel Campo 84 – Asbiest, la cui memoria è riportata nel nostro sito www.divisionevicenza.it

Queste le uniche testimonianze sulla 5 ª Compagnia del II Battaglione del 277° Reggimento della Divisione Vicenza

Sicuramente UGO avrà conosciuto il suo Capitano Damiani e forse anche il Fante Giuseppe Legori e chissà se forse è stato uno dei protagonisti dello sfondamento a Sheljakino, almeno così vogliamo immaginare e che in quella circostanza la sua vita sia servita a quella quindicina di uomini, suoi compagni,  a trovare la strada per salvarsi a Nikolayewka.

 (Comitato Divisione Vicenza)

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