di Ernesta
277° Rgt. cp mortai da 81
nato a Trieste 9.4.1910
Deceduto il 19.3.43 in prigionia nel Campo 165 - Taliza Талицы – Stazione di Uscia Южа ‐ Regione di Ivanovo Иваново
nota: TALIZA Regione di Ivanovo (tra Mosca ed il Volga). 100 Km. a sud-est del capoluogo, La stazione di riferimento era Uscia.
Nei Lager 52 e 165 Vi morirono 2.241 italiani.
Caporal maggiore Marcello Serschen: Trieste 9 aprile 1910 – Reg. Ivanovo (Russia) 19 marzo 1943.
Marcello Serschen era il nome di mio padre oltre che di mio nonno, mia nonna Alvita aveva voluto dare a quel figlio, messo al mondo ad appena diciotto anni, il nome di suo marito, neanche presentisse che le sarebbe rimasto solo lui a ricordarle per sempre il suo primo e unico grande amore.
Mio padre era nato nel 1936 e raccontava di avere pochi ricordi di mio nonno, le poche immagini che gli tornavano alla mente erano sempre di lui in divisa, di ritorno in licenza dall’ex Jugoslavia, dove l’esercito italiano era stanziato dal 1941. I ricordi più vividi mi sono stati tramandati da mia nonna, che mi parlava sempre del nonno disperso in Russia e mi diceva che avevo i suoi stessi occhi azzurri, unica in famiglia ad averne ereditato il colore. A volte mi portava le lettere che le aveva scritto da quel paese freddo e ostile, cercava di farmi vedere e sentire attraverso la scrittura e la calligrafia, la personalità di quell’uomo strappato alla sua famiglia nel fiore degli anni. In particolare ne ricordo una del Natale del 1942, dove lui rispondeva a una lettera precedente, in cui mia nonna gli chiedeva, se avesse sentito alla radio il programma dove suo figlio, assieme ad altri bambini faceva gli auguri al papà lontano. In quella lettera le diceva, che la situazione dellʹesercito in Russia era talmente grave da non avere nemmeno lʹequipaggiamento per resistere al freddo, figurarsi una radio per ascoltare i programmi.
Mia nonna l’ha atteso per tutta la vita, i primi anni, quando sapeva del ritorno di qualche soldato dal fronte orientale, andava alla stazione con la fotografia del marito nel caso qualcuno lo riconoscesse. Una volta ebbe fortuna, e un commilitone le disse di averlo visto ferito alla testa sul campo di battaglia a Nikolaevka.
Comʹè facile immaginare, la perdita di mio nonno fu pesante per la sua famiglia, mia nonna si ritrovò sola a crescere suo figlio, e dovendo lavorare, lo mandò per cinque anni in un collegio per gli orfani di guerra a Cividale del Friuli, cosa che lo segnò profondamente. Ho
una foto della Cresima di mio padre fatta ormai da ragazzo, a quindici anni compiuti, perché sempre in attesa del ritorno del papà dalla Russia.
Nel 1995 mio padre ricevette una telefonata dai Carabinieri che lo informavano di avere notizie di mio nonno. Dopo la caduta del muro di Berlino, e il conseguente nuovo corso della storia russa, si era potuto accedere agli archivi fino allora secretati, e furono consegnati al Ministero della Difesa gli elenchi dei deceduti in prigionia. I Carabinieri diedero a mio padre una lettera del Ministero, dove gli si comunicava che il cap. mag. Serschen Marcello, già dichiarato disperso nei territori dellʹex Unione Sovietica, era deceduto nel campo di prigionia n. 165 Taliza Staz Uscia ‐ Reg. Ivanovo (Russia) il 19 marzo 1943, ironia della sorte il giorno della festa del papà.
Mia nonna era già morta da alcuni anni, e ancora oggi non so se per lei sia stato meglio non sapere mai la fine che aveva fatto suo marito, oppure venire a conoscenza della sua morte, avvenuta per stenti in un campo di prigionia. Alla fine le cose sono andate così, e mio nonno oggi non ha neanche una tomba, perché il suo corpo è finito in una fossa comune ed io, ora che anche il mio papà non c’è più, voglio almeno ricordarlo qui, ricordare un uomo, che morì a soli trentatré anni per una guerra senza senso, come lo sono sempre tutte le guerre degli uomini.
Loriana Serschen